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Raccolta degli spinaroli, stagione prolifica sul nostro Appennino

Quest’anno borse cariche del fungo primaverile (detto anche prugnolo). L’ex sindaco Molinari: «I più bravi rimangono i “nostri vecchi”, che li colgono prima degli altri». Paganelli: «Il clima è ideale»

L’Appennino piacentino dà grandi soddisfazioni in questo periodo, carico com’è di “spinaroli”. In tanti vanno a caccia del fungo primaverile (“Calocybe gambosa”, ma viene chiamato anche prugnolo o fungo di San Giorgio), che si scova nei prati incolti sotto le rosacee ma anche nei boschi. Borse piene per molti, raccolte prolifiche e soddisfacenti, ma qualcuno si fa battere sul tempo e arriva in ritardo nel raccogliere da terra questo saporito e gustoso fungo, molto ricercato dagli appassionati. Tutti con gli occhi fissi a terra per intercettare una zona più verde delle altre: gli spinaroli potrebbero essere qui. Sono piuttosto fedeli ai luoghi natii: se sono spuntati in un posto una volta, potrebbero ritornare l’anno successivo. Rimane sempre troppo importante non confonderlo con alcuni funghi tossici e nel dubbio rivolgersi agli esperti, oltre al rispetto dei limiti (per gli spinaroli: non più di un chilo al giorno, muniti di tesserino).

È un grande appassionato l’ex sindaco di Vernasca ed ex consigliere regionale Gian Luigi Molinari. «Vado per spinaroli – racconta - sia nelle zone di Bobbio (dove è originaria la moglie), che a Morfasso. Gli “spinarolisti” in questi due posti vanno aspinaroli dal Ragola di Giovanni Cavanna-2 colpo sicuro. A Vernasca ce ne sono meno, tocca salire un po’ per scovarli». Anche dalla città arrivano in montagna per fare bottino? «La passione si è allargata anche ai cittadini, è un fungo facile da cucinare con le pastasciutte. Il tam tam dei social diffonde la passione. Ma i “numeri uno” del mestiere, gli appassionati più bravi, sono i nostri “vecchi”, che di certo non sbandierano nulla su Facebook o Instagram. Loro vanno per primi, quando sono alti solo 4-5 centimetri, perché sanno che sono buonissimi con i risotti. Conoscono le fungaie a memoria e hanno il tempo libero per recarsi quasi tutti i giorni». «Comunque i ristoranti li stanno inserendo sempre più frequentemente nei menù di stagione. Anche il secondogenito di Molinari, 14enne, è un grande appassionato. «Adesso andiamo per spinaroli e riempiamo facilmente le borse, tra quindici giorni sarà il tempo dei porcini».

Non è riuscito ancora ad andare Marco Paganelli, giovane consigliere comunale a Vigolzone che abita nella frazione di Carmiano, in Valnure «Quest’anno non ce l’ho fatta – spiega -  di solito faccio un giro a Carmiano con mio zio e con alcune persone di Chiulano, ma i parenti hanno provveduto anche per me. C’è stato un inverno perfetto per gli spinaroli, il terreno era carico d’acqua. Il clima va bene, non c’è né caldo né freddo, ci sono le condizioni migliori per l’ecosistema del fungo». Paganelli solitamente sale dalla collina di Carmiano fino alla montagna del farinese. «Quest’anno dicono tutti che ce ne sono ovunque, anche nei boschi. Altri sono rimasti delusi, ma è semplicemente perché sono stati “anticipati”. Bisogna conoscere le zone, le “spinere”, ma se qualcuno c’è già passato prima di te... Chi ha tempo libero è ovviamente avvantaggiato». Con cosa lo mangi? «La morte sua è mangiarlo con le uova strapazzate. Lo spinarolo lì ci sta proprio bene. È buono anche con i sughi, ma a me fa impazzire con le uova».

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