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Giovedì, 28 Marzo 2024
2022

Stato delle carceri, a Piacenza 416 posti e 334 persone detenute. Il dossier di Antigone

La visita dell'associazione nel maggio scorso: «Le celle del vecchio padiglione non sono in buone condizioni e necessiterebbero di rinnovamento»

Stato delle carceri, a Piacenza 416 posti e 334 persone detenute. A presentare un quadro sulle condizioni di detenzione nelle case circondariali dell’Emilia-Romagna il dossier relativo all'attività di osservazione svolta dall'Associazione Antigone Emilia-Romagna, relativa alle visite effettuate nel corso del 2022.

Il focus su Piacenza - «Nel mese di maggio – scrive l’associazione - abbiamo visitato la Casa Circondariale di Piacenza, che ospita in totale 334 persone detenute di cui 206 stranieri (62%), su 416 posti disponibili. Nell’istituto è presente una sezione femminile di circuito Alta Sicurezza, che al momento della visita ospitava 17 detenute (15 delle quali AS3), e l’unico Rop - Reparto di Osservazione Psichiatrica per gli uomini detenuti della regione Emilia-Romagna, con 5 posti. Anche grazie all’impegno della nuova Direzione, gli spazi comuni sono stati tinteggiati e gli ambienti risultano curati in entrambi i padiglioni, tuttavia gli ambienti di quello nuovo, inaugurato nel 2014, sono decisamente più ampi e luminosi; inoltre, le celle del vecchio padiglione non sono in buone condizioni e necessiterebbero di rinnovamento. Sono stati avviati alcuni progetti di formazione e lavoro sia per donne che per uomini, e una buona percentuale di persone detenute lavora alle dipendenze dell’amministrazione (151 tra uomini e donne). A partire dallo scoppio della pandemia, è stata adottata una modalità di sorveglianza per cui non è più permesso ai detenuti muoversi liberamente all’interno delle sezioni».

L’attività di monitoraggio - «Le visite effettuate dall’Associazione nel corso dell’anno appena terminato hanno riguardato la totalità delle carceri per adulti presenti in regione ovvero le case circondariali di Bologna, Ferrara, Modena, Piacenza, Reggio Emilia, Forlì, Ravenna e Rimini, la casa di reclusione di Parma e la casa di lavoro di Castelfranco Emilia oltre che l’Istituto penale per i minorenni di Bologna.  In riferimento alle carceri per adulti, l’Emilia-Romagna si conferma essere una delle regioni, quantomeno del nord Italia, con il più alto tasso di presenze: al 31 dicembre 2022 erano 3407 i detenuti presenti in regione; tra questi 153 donne distribuite nelle 5 sezioni femminili presenti a Bologna, Modena, Piacenza, Reggio Emilia e Forlì e 1660 stranieri. In merito alla posizione giuridica ben 2561 detenuti erano condannati in via definitiva[1]. Le carceri della regione, spesso con elevati livelli di sovraffollamento[2], presentano diversi profili di criticità dovuti anche ai diversi circuiti presenti all’interno dei singoli istituti, che comportano evidenti conseguenze anche dal punto di vista dell’accesso alle offerte trattamentali se si considera, peraltro, l’alto numero di persone condannate in via definitiva (2561) in rapporto al numero di funzionari giuridico-pedagogici, spesso in sottorganico. È il caso, ad esempio, di Modena che a fronte di 229 definitivi al momento della nostra visita aveva a disposizione unicamente tre educatori, di Reggio Emilia (269 definitivi a dicembre 2022), dove vi sono stati periodi durante i quali era presente un solo educatore, di Bologna, dove la storica insufficienza di  funzionari giuridico - pedagogici è stata colmata solo a settembre, pur a fronte dell’alto numero di condannati in via definitiva (496 su 738 al momento del nostro ingresso), di Ravenna, con 50 definitivi e una sola operatrice».

«Le maggiori problematiche si riscontrano all’interno delle sezioni di media sicurezza ove, peraltro, è ristretta la maggior parte della popolazione detenuta. È all’interno di queste che si rilevano spesso condizioni strutturali peggiori, soprattutto all’interno delle celle che appaiono in molti degli istituti visitati caratterizzati da mobilio vecchio, sprovviste di docce all’interno, prive di acqua calda. Si tratta di istituti piuttosto datati, le cui carenze strutturali non sembrano poter essere sanate con meri interventi di manutenzione. È il caso, ad esempio, del carcere di Parma ove al momento della visita si registrava l’assenza di riscaldamento nelle sezioni di media sicurezza collocate all’interno del vecchio padiglione – lato B, del carcere di Reggio Emilia gravato da importanti problemi di infiltrazioni o ancora, del carcere di Rimini ove si confermano le cattive condizioni della sezione 1, occupata prevalentemente da detenuti condannati in via definitiva e perlopiù di origine straniera ma dove tuttavia dovrebbero iniziare dei lavori di rifacimento. Le visite del 2022 restituiscono inoltre un ulteriore elemento di complessità dovuto alla carenza di personale sanitario all’interno degli istituti. Si tratta di una criticità piuttosto generalizzata: è il caso degli istituti di Bologna ove ci veniva riferita l’insufficienza di medici e infermieri, di Ravenna caratterizzato da un grave sottorganico di personale e privo di un referente Ausl e, ancora, del carcere di Forlì dove si rilevava la stessa situazione, aggravata dal fatto che questo è l’unico istituto romagnolo dotato di un centro clinico strutturato, con copertura medica h24. Il tema della carenza di personale sanitario è spesso emerso nel corso dell’attività di monitoraggio svolta nel corso del 2022 e rispetto al quale appare necessario individuare soluzioni che permettano di garantire una adeguata copertura sanitaria ed un incremento in particolare del personale medico, considerato peraltro l’alto numero di persone attualmente recluse. Durante l’anno è stato visitato anche l’Istituto Penale per i Minorenni di Bologna che ha visto raddoppiata la sua capienza regolamentare (da 22 a 40) senza che vi corrispondesse un parallelo adeguamento dell’organico, in particolar modo con riferimento al personale educativo, e tenuto conto dell'elevato tasso di presenze, anche a causa dell’invio di minori da altri territori, che ha determinato situazioni di vero e proprio sovraffollamento. Tali criticità hanno determinato serie difficoltà nella presa in carico dei detenuti e un conseguente generale aggravamento delle condizioni di sofferenza psichica».

[1]  Si veda quanto riportato dal Ministero della Giustizia; 

[2]  Si riscontra un numero di presenze superiore alla capienza regolamentare negli istituti di Modena (387 presenze su una capienza di 369), Ferrara (319 su una capienza di 244), Bologna (738 su 500 posti), Rimini (137 su 112), Reggio Emilia (346 su 293), Parma (684 su 655). 

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