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Guerra

"Stop alle bombe sui Civili", lo striscione sulla facciata di Palazzo Mercanti

All'esposizione del manifesto si unisce l'illuminazione in blu di Palazzo Farnese, che a causa dell'impalcatura tuttora presente si colora virtualmente sul sito web comunale

Anche quest'anno, in occasione della Giornata nazionale delle Vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo che ricorre oggi, mercoledì 1 febbraio, il Comune di Piacenza ha esposto sulla facciata del Municipio lo striscione che riporta lo slogan “Stop alle bombe sui Civili”, richiamando l'omonima campagna promossa dall'Associazione nazionale Vittime civili di guerra in sinergia con Anci. All'esposizione del manifesto si unisce l'illuminazione in blu di Palazzo Farnese, che a causa dell'impalcatura tuttora presente si colora virtualmente sul sito web comunale.

Il coinvolgimento crescente delle municipalità italiane in questo percorso di sensibilizzazione e memoria nasce dal Protocollo siglato nel 2022 tra Anvcg e l'Associazione nazionale dei Comuni. Il 31 gennaio di un anno fa, all'unanimità, anche l'assemblea consiliare di Piacenza aveva votato l'adesione alla campagna “Stop alle bombe sui civili”. Rimarca la sindaca Katia Tarasconi: “L'impegno per la pace e per il rispetto dei diritti umani continua a rappresentare una drammatica urgenza, che fa appello alla responsabilità delle istituzioni e alla coscienza civile di tutte le comunità. Rinnoviamo, in tal senso, il ringraziamento più sincero alla Sezione locale dell'Anvcg e al suo referente, il signor Ettore Fellegara, la cui testimonianza è da sempre un punto di riferimento prezioso nell'aiutarci a riflettere sulla tragica attualità della guerra”.

A maggior ragione nella giornata odierna, Anvcg ricorda che, anche grazie all'impegno dell'associazione nel coordinare diverse realtà italiane e al sostegno di numerosi Comuni del nostro Paese, l'Italia è tra gli 82 Stati che nel novembre scorso, a Dublino, hanno sottoscritto la Dichiarazione politica internazionale sull'uso delle armi esplosive nelle aree popolate, sottolineando come nel mondo siano tuttora in corso 34 conflitti armati, le cui conseguenze incidono innanzitutto sulla vita di popolazioni inermi e innocenti. 

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