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Venerdì, 19 Aprile 2024
Attualità Facsal / Viale Pubblico Passeggio

«Da 100 anni nel cuore dei piacentini». Le suore di monsignor Torta festeggiano un secolo sul Facsal

Alla Madonna della Bomba in tanti, nel rispetto delle norme Covid, per il centenario della congregazione fondata dal sacerdote piacentino

Sul Pubblico Passeggio un video proiettato su grande schermo ha aperto la celebrazione dei cento anni della Congregazione Suore della Provvidenza per l’Infanzia abbandonata (Monsignor Torta), raccontandone l’origine, la spiritualità, le scuole di ieri e di oggi, le missioni in Etiopia, Kenya, Tanzania e Uganda. 
Per accogliere i fedeli nel rispetto delle normative anti-covid, era stata allestita un’area con cento posti a sedere, opportunamente distanziati che non sono bastati e diverse decine di persone hanno seguito la funzione nelle adiacenze. La messa, i cui tempi liturgici sono stati ben accordati dalle voci di un estemporaneo gruppo di cantori, è stata presieduta dal vescovo della diocesi di Piacenza-Bobbio Adriano Cevolotto, il quale ha evidenziato come «il secolo di vita del carismatico percorso della congregazione sia stato compiuto nel segno della vangelo, della fiducia e della provvidenza». Concetti sui quali si sono poi soffermatati il sindaco Patrizia Barbieri e la madre generale Albina Dal Passo, evidenziando anche la grande empatia che lega l’istituzione religiosa ai piacentini. 

La congregazione è stata fondata nella nostra città dal sacerdote don Francesco Torta (1864-1949) il 19 marzo 1921. In precedenza su sua iniziativa nel 1903 era nata la Casa di provvidenza per i sordomuti attorno al tempietto “La Madonna della bomba” che lo stesso sacerdote aveva voluto costruire sull’attuale Pubblico Passeggio. Nel 1911 era sorto l‘Istituto per cieche e nel 1935 l’analoga sezione maschile.
Il progetto realizzato completamente era quello di fondare una Congregazione di “suore-madri” per i tanti bambini rimasti orfani a seguito della Prima guerra mondiale. Molte cose negli anni sono cambiate ma filo conduttore delle azioni delle Suore della Provvidenza, è stato ed è la fedeltà al carisma originario: il porsi al servizio dei bambini secondo la ricorrente frase del fondatore “Più sono poveri, più sono i nostri”. 
Tra le numerose autorità presenti alla celebrazione del secolo di vita, il prefetto Daniela Lupo, il questore Filippo Guglielmino, il comandante provinciale dei carabinieri Paolo Abrate, esponenti delle associazioni Mamme della Speranza, William Bottigelli, Michele Isubaleu, l’ex sindaco Paolo Dosi, il primario pediatria e Neonatologia Giacomo Biasucci e l’industriale Bruno Giglio,  tanti altri amici e sostenitori della Congregazione e delle sue opere. 
La storia delle suore della Madonna della bomba è raccontata per testo e foto, d’epoca e contemporanee, nel libro di Federica Villa “Più sono poveri, più sono nostri. Cento anni al servizio dei bambini”, edizioni IL Duomo, che presenteremo nella nostra rubrica “Libri Piacentini”. 

IL TEMPIETTO MADONNA DELLA BOMBA

Sulla strada che già nell’800 correva sopra le mura cinquecentesche da Barriera Genova fino a circa Barriera Roma e che portava il nome Facsal, derivato dall’inglese Vauxhall (Passeggio pubblico), nel 1894 fu costruito per iniziativa di monsignor Francesco Torta un tempietto che racchiudeva il muro di una casa su cui era affrescato un ritratto della Madonna con il Bambino, contro il quale era finita senza esplodere una bomba di cannone; era stata sparata contro le mura della città nel 1746 dalle truppe austriache che assediavano Piacenza.  Il sacello fu fatto innalzare dal giovane sacerdote quale ex voto per avere evitato nel 1884 (quando aveva vent’anni), la chiamata alle armi. Progettata in stile neogotico dall’ingegner Perreau con 11 metri di altezza e cinque di larghezza, la costruzione fu sostenuta dalle offerte raccolte allo scopo da don Francesco che riuscì anche a superare diversi ostacoli tra i quali il fatto che l’area fosse militare.

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le Madri generali che si sono succedute dal 1982 ad oggi: da sin. Arcangela Morini, Chiarina Grazio,Carla Rebolini e Albina Dal Passo.

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