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Martedì, 23 Aprile 2024
Attualità

«Tarasconi e Barbieri cosa intendono fare sulla questione Lgbt+?»

Le associazioni piacentine scrivono alle due candidate sindaco ponendo alcuni quesiti

«Come pensano di affrontare questa cruciale questione sociale? Cosa pensano di fare per promuovere l’educazione sessuale e alle differenze nelle scuole, nei luoghi di lavoro e di divertimento? Quali azioni pensano di mettere in campo per essere Sindaco di tutta la città e non solo di una parte?».

Così le associazioni Arcigay Piacenza  Lambda, Famiglie Arcobaleno Piacenza, Il Nido del Colibrì , Agedo Milano intervengono con una nota per porre alle due candidate a sindaco Patrizia Barbieri e Katia Tarasconi alcuni quesiti dopo aver fatto un’analisi

«Questo giungo 2022 – scrivono le associazioni - è un momento di profondo lutto per tutti noi appartenenti alla comunità LGBTQ+ e, ci permettiamo di dire, per tutti gli esseri umani che possano definirsi tali. Le recenti morti di Cloe Bianco nel bellunese e di Sasha a Catania per suicidio, di Camilla Bertolotti a Sarzana per omicidio, urlano con tutta la loro forza l’inaccettabilità dello stato di cose attuale e ci chiamano a un’assunzione di responsabilità». 

«La sessualità umana è ampia e varia. È fondamentale comprenderlo non per il capriccio della visibilità, del sovvertire la “storia”, la “tradizione” o la “natura”, ma semplicemente perché tante persone che non vengono riconosciute nella “norma” o nella “maggioranza”, sono – e devono essere - ugualmente accolte e degne di diritti. Il diritto di essere ciò che si vuole essere, di non sentirsi un bersaglio per tale ragione, di non temere di esprimersi (nella propria casa, per strada, in fabbrica), di costruirsi la famiglia che si desidera, di fare tutti i tentativi di cui si ha bisogno per una vita felice».  

«Come Associazioni e come persone cerchiamo di essere accoglienti, solidali, di costruire spazi e ambienti in cui si possa dialogare senza paure. Ma la sfida che abbiamo di fronte è enorme: è necessario un impegno pubblico per lottare contro le discriminazioni di genere, di orientamento, di identità e di razza. Le notizie quotidiane dei media, e gli stessi eventi accaduti in questa provincia come il lesbicidio di Elisa Pomarelli, rendono evidente che nessun luogo è escluso da crimini d’odio. Al contrario, la violenza - fisica, verbale, psicologica – è sistemica».

«Quante donne, quante donne e uomini trans anche a Piacenza devono subire vessazioni e aggressioni verbali e fisiche? Vogliamo o no costruire una società aperta e inclusiva? Ad aprirsi all’altro si impara anche ad accogliere sé stessi».

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