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Tedaldo Visconti: il piacentino che nel 1271 divenne Papa senza essere cardinale, né sacerdote

Gregorio X fu poi beatificato nel 1713. La Dante Alighieri ha ricordato il suo pontificato nella sede della Famiglia Piasinteina

Il Comitato piacentino della Dante e la Famiglia Piasinteina hanno rinverdito il ricordo storico del Papa piacentino Gregorio X presentando il suo pontificato attraverso l’efficace narrazione del prof. Maurizio Dossena, aperta dall’introduzione del Presidente della Dante Roberto Laurenzano e dal saluto dell’assessore comunale a Cultura, Scuola e Turismo Jonathan Papamarenghi e con la presenza tra il pubblico del consigliere comunale Sergio Pecorara.

Tedaldo Visconti, piacentino, (1210-1276), non era neppure sacerdote, pur avendo la dignità di arcidiacono di Liegi ed essendo stato segretario di cardinali, nonché diplomatico esperto. Si trovava in Palestina quando il 1° settembre 1271 fu raggiunto da alcuni messaggeri che gli comunicavano la sbalorditiva notizia: “Ti hanno fatto Papa, devi venire a Roma!”. Solo il 27 marzo seguente poté a Roma essere consacrato vescovo ed incoronato Papa, assumendo il nome di Gregorio X.

Il Papa Gregorio X – ha esordito Dossena - per il periodo specifico in cui si trovò a vivere e a realizzare la sua missione e il suo ministero, per la verve particolare con cui seppe muoversi in eventi di grande dimensione spirituale e politica, per la dinamica relazionale con altri grandi protagonisti della societas Christiana del XIII sec., assume certamente il carattere di grande protagonista egli stesso, forse anche più di quanto la letteratura biografica pontificia ordinariamente gli assegna. Nel Conclave iniziato nel 1268 seguito alla morte di Clemente IV, vi era una forte disputa fra cardinali italiani e francesi; nel mondo si vive tutto il dopo della lotta mortale fra Guelfi e Ghibellini – non solo una contesa di potere, bensì il duello pieno fra due ben diverse visioni della politica con due diversi stili di rapporti con la Chiesa e con il suo Capo: l’Impero deve essere reimpostato e occorre scegliere una persona degna e adeguata; nei meandri del potere ancora si aggira, autoritario, colui che aveva sconfitto gli epigoni del ghibellinismo federiciano, vale a dire Carlo d’Angiò.

La Crociata attende di trovare il suo naturale epilogo, ma anche la sua autentica ragion d’essere, e non basta che vi sia un Re santo (Luigi IX) ad animarla, perché gli aneliti valoriali più alti si mescolano con manovre di potere secondarie, così come i successi militari si alternano alle disfatte più amare: occorre ridare alla Crociata un senso per cui abbia senso abbracciare la Croce, e c’è: i Luoghi Santi, il Sepolcro di Cristo devono essere tutelati e protetti, in quanto i Turchi dilagano e minacciano, così come i Tartari, e la Chiesa è scossa da non pochi sussulti dottrinari di alto significato. E in tutto questo contesto i cardinali, messi alle strette dai viterbesi spazientiti ma certamente consapevoli delle impellenze del momento, scelgono come Papa Tedaldo Visconti, un diacono lontano mille miglia da Roma, ma molto stimato sia per le doti di pietà e limpidezza spirituale sia per quelle di carattere diplomatico.

L’evento più importante del pontificato di Gregorio X fu il Concilio di Lione del 1275 (Lione II). La grande riunione ebbe scopi pratici ed emise un solo decreto dogmatico, relativo alla processione dello Spirito Santo dal Padre e dal Figlio; pose inoltre l'accento sulla concreta realizzazione della crociata, sull'unione con la Chiesa greca, sulla riforma della disciplina ecclesiastica e sulla pacificazione, questioni su cui Gregorio X insisteva sin dal primo giorno del suo pontificato: nella cattedrale di Lione il 6 luglio, alla presenza di circa cinquemila persone, venne solennemente e ufficialmente annunciata l'unione fra la Chiesa greca e la latina. Durante e dopo le tornate conciliari Gregorio X volle dedicarsi alla questione imperiale, cercando di rafforzare la non salda posizione di Rodolfo d'Asburgo, che dette al Pontefice le più ampie garanzie circa la separazione della corona siciliana da quella imperiale; inoltre Rodolfo garantì massima correttezza nei rapporti tra imperium e sacerdotium e si dichiarò disponibile a partecipare alla crociata. A questo punto il Papa, con il decreto del 26 sett. 1274 Te regem Romanum nominamus, confermò ufficialmente l'elezione del sovrano germanico. Importante fu la costituzione Ubi periculum, destinata come fu a instaurare praticamente il moderno conclave. Proprio per garantire l'esito della grande impresa, la Crociata, Gregorio X sottolineò di vedersi costretto ad accantonare soluzioni politiche che avrebbe forse preferito, ma che avrebbero potuto creare più condizioni di divisioni e di guerra che prospettive di pace.     

Gregorio X uomo di pace, dunque? Sì.  Il suo pontificato – ha concluso Dossena – rivela la personalità di Papa Visconti fortemente intrisa di ideali spirituali, tanto che ben presto la sua memoria divenne oggetto di culto, specialmente nelle città con le quali aveva avuto contatti in modo continuativo: Piacenza, Lione, Liegi, Arezzo. La sua città natale e Arezzo, che conservò il suo corpo in un mausoleo marmoreo situato nella Cattedrale, a partire dal pontificato di Urbano VIII, hanno presentato comuni richieste per la sua canonizzazione ottenendone la beatificazione da parte di Clemente XI nel 1713.

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