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Tensostruttura, il Consiglio di Stato blocca il Comune di Rivergaro

“Noi per Rivergaro”: «Terza bocciatura per l’Amministrazione che ora dovrà rimborsare il privato. Ci rivolgeremo alla Corte dei Conti»

Il gruppo di centrodestra di Rivergaro commenta così la conclusione della vicenda che riguarda l'esproprio di un terreno privato avanzato dal Comune di Rivergaro, operazione bocciata a più riprese dai tribunali amministrativi. «A quanto pare al Sindaco Andrea Albasi e alla sua maggioranza non erano bastate le due sentenze del Tar di Parma per capire che l’espropriazione del terreno per la realizzazione di una tensostruttura a Niviano non si potesse fare. Infatti dopo la doccia fredda del febbraio 2020, il Comune di Rivergaro è ricorso in appello al Consiglio di Stato a Roma, il quale ha rigettato la complessa tesi dell’Ente condannandolo al risarcimento delle spese». La notizia non ha sorpreso il gruppo di opposizione "Noi per Rivergaro", da sempre contrario a questa operazione, definita «un esproprio escogitato per porre rimedio ai pasticci causati dall’Amministrazione nella pianificazione territoriale».

Il consigliere Ivano Zangrandi segnala che «abbiamo suggerito una soluzione all'annoso problema e siamo sempre a disposizione per collaborare per il bene della comunità. Si tratta di essere lungimiranti e pianificare con buon senso». Fanno eco i colleghi. «Ancora una volta i cittadini pagano il danno per le inutili spese legali sostenute dal Comune e, oltretutto, subiscono la beffa di non avere una struttura adeguata per l’attività sportiva indoor, nonostante siano trascorsi circa 13 anni dall’Accordo di Programma per la realizzazione del Palazzetto dello Sport di Niviano».

L’opposizione ribadisce che «L’attuale Maggioranza, come la precedente, si è accanita nei confronti della privata cittadina, titolare del terreno oggetto di esproprio: era evidente fin dall’inizio che il procedimento espropriativo cozzasse con le regole vigenti, ma l’Amministrazione ha incessantemente insistito con la stessa linea, obbligando pertanto la cittadina, ora ultranovantenne, a dover difendere la sua proprietà dalla prepotenza di chi ritiene di fare e disfare a proprio piacimento». Il consigliere Michele Maschi osserva: «Trovo davvero cinico il comportamento fin qui portato avanti dalla Giunta, che mi sembra abbia seguito la tattica dello “sfinimento” dell’anziana proprietaria, sperando in una sua mancata comparizione per motivi economici: mentre la maggioranza può finanziare le cause grazie ai soldi dei contribuenti, per un privato  cittadino è più difficile sostenere spese legali di questo livello e, quindi, questi potrebbe non costituirsi in giudizio al processo amministrativo, rischiando perciò di perdere a tavolino».

«Con la sentenza del Consiglio di Stato si chiude un altro disastroso capitolo dell’Amministrazione Albasi, che ancora una volta non rinuncia a scaricare le proprie responsabilità: conveniamo con il Sindaco che non sarà stato un capriccio volere dare una palestra alla comunità di Niviano, ma sicuramente sono criticabili le sue azioni commesse a dispetto delle regole. Non reggono le attenuanti dichiarate da Albasi, che ha riferito che il progetto era condiviso dalla precedente opposizione e dalla cittadinanza nivianese: la responsabilità per lo sperpero di quattrini pubblici in inutili cause legali e il non rispetto degli strumenti urbanistici, è tutta del primo cittadino e dei suoi assessori. Riteniamo che questo modo di governare debba terminare qui». I consiglieri di opposizione concludono. «Raggiunto dai giornalisti il Sindaco ha dichiarato in merito alla bocciatura “Adesso rifletteremo sul da farsi”, speriamo che si riferisca all’avvio del cantiere per il palazzetto di Niviano, il cui progetto è sopito dal 2008. Mentre lui riflette, noi che abbiamo le idee più chiare, presenteremo un esposto alla Corte dei Conti: la disinvoltura finora dimostrata dall’Amministrazione nel reiterare azioni con esiti così funesti per le casse comunali, ha causato un danno erariale?».

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