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Torna ad Anas anche la provinciale 654 Valnure: da Farini in su la strada necessita di cure

Trasferita insieme alla 10 Padana Inferiore, la 461 del Penice e la 412 della Valtidone. Ancora da sistemare la frana di Casalcò, mentre rimane il guado di Folli. Ma la strada è ammalorata in diversi punti: ecco le sue condizioni

Giornata a suo modo storica, quella di ieri. A vent’anni di distanza, la provinciale 654 “Valnure” torna sotto la gestione di Anas, società del gruppo “Ferrovie dello Stato”. Quest’arteria, che parte da San Bonico e arriva al confine tra Selva di Ferriere e i territori di Parma e Genova, non è la sola strada che la Provincia di Piacenza ha trasferito in queste ore: ci sono anche la 10 Padana Inferiore (che passa per Caorso), la 461 del Penice e la 412 della Valtidone, dal centro abitato di Castelsangiovanni sino al confine con la provincia di Pavia, a Trebecco.

Con la tanto discussa riforma "Delrio" del 2014 (poi stoppata a metà dal “No” al Referendum Costituzionale) che ha tolto risorse economiche agli enti provinciali, non si riesce più a fare l’adeguata manutenzione straordinaria. Perciò questi 150 chilometri sono tornati sotto il controllo della società statale. 

Anas ha più risorse economiche e mezzi a disposizione per la manutenzione straordinaria (un rapporto di 100mila euro a km contro i 30mila della Provincia) ma la società viene percepita maggiormente distante dal territorio, rispetto all’ente di via Garibaldi. Le vicende della vicina Valtrebbia (l’ultima, quella clamorosa di ponte Lenzino, crollato dopo anni di segnalazioni e verifiche, ma anche il mancato ammodernamento di lunghi tratti di Statale 45) non fanno ben sperare. Ieri si sono visti lungo la Valnure i primi cantonieri Anas girare: che sia di buon auspicio per un rapporto meno travagliato rispetto a quello denunciato dai trebbiensi.

UN GIRO LUNGO L’EX PROVINCIALE VALNURE 654

Il punto più critico dei 72 chilometri valnuresi, partendo da Selva di Ferriere, è l’importante frana di Casalcò che ha interrotto la strada nell’inverno 2019. Proseguono i lavori che la Provincia di Piacenza ha affidato nella parte bassa della frana. Nella parte alta si deve ancora intervenire. Il sindaco di Ferriere Carlotta Oppizzi ritiene pericoloso anche il “salto” di Colla di Gambaro: una discesa verticale della strada, poco sicura per chi non conosce l’ex provinciale.

Casalcò-2

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A Folli l’alluvione del 2015 spazzò via il ponticello sul rio che si ricongiunge con il Nure proprio all’altezza della frazione. Il ponticello provvisorio (un guado) realizzato dalla Provincia, a distanza di cinque anni, resiste. La popolazione chiede da tempo una soluzione definitiva, ma servirebbero ingenti risorse.

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Da Ferriere a Farini, soprattutto a causa delle pesanti nevicate dell’ultimo inverno, la strada è ammalorata in diversi punti. Il tragitto prevede diversi “salti” e “scossoni”.

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Nei dintorni della frazione di Perotti è stata protetta la frana che più volte si è riversata sulla 654. Le reti ora, quantomeno, impediscono che i massi e la terra travolgano qualche auto di passaggio.

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Al confine tra Ferriere e Farini proseguono i lavori di ristrutturazione (sempre della Provincia) al ponte della Cantoniera. Sono ormai arrivati nella fase conclusiva: a maggio il manufatto dovrebbe essere terminato, con tanto di nuove barriere protettive e asfalto rifatto.

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Tra Farini e Bettola la situazione è meno problematica. Qua e là compaiono buche fisiologiche, visto il maltempo di questo inverno. Alcuni guard-rail sono arrugginiti e poco utili alla causa.

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La serie di curve della “Camia”, la piccola frazione di Bettola, per diversi abitanti della Valnure rimane un cruccio. Per molti anni alcuni amministratori locali avevano chiesto l’impegno della Provincia per una “variante” in grado di eliminare le pericolose curve di questo tratto. Anche in questo caso l’opportunità dell’intervento si è dovuta scontrare con la sostenibilità e i costi. Per raddrizzare la strada e risparmiare pochi secondi (ma guadagnando in sicurezza, in questo tratto sono frequenti gli incidenti), sarebbero serviti alcuni milioni di euro.

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Non è mai stata presa in considerazione neanche l’ipotesi di una strada di fondovalle sul lungo Nure tra Bettola e ponte Nano di Ferriere. L’idea delle pro loco di Farini e Ferriere, lanciata nel 2014, per una strada scorrevole come lo è la 654 tra Pontedellolio e Bettola, non venne appoggiata dall’allora sottosegretaria Paola De Micheli. La deputata spiegò che sarebbero serviti almeno venti milioni di euro per l’opera. Meglio sistemare i punti critici della strada attuale. L'alluvione del 2015 ha poi spento ogni discussione sul progetto. 

A Bettola si sta lavorando (vige il senso unico alternato nei giorni feriali) al muraglione di protezione tra il Nure e piazza Colombo. Ancora un mese di tempo e poi l'opera dovrebbe essere completata.

muraglione-3

Sul ponte di Pontedellolio, invece, si sta concentrando la sensibilizzazione del comitato contro l’ampliamento della cava di Albarola. I camion che escono carichi di marna dalla cava, utilizzano il ponte per raggiungere la sede della Buzzi Unicem di Vernasca. Capita di vedere anche due-tre camion contemporaneamente sul ponte, già lesionato dall’alluvione 2015. Il timore di alcuni valnuresi è quello di un eccesso di carico su un manufatto storico.

Nure a pontedellolio-2

A Podenzano l’ex provinciale raggiunge il suo apice di traffico. Nella zona di Gariga e dei Casoni – l'area industriale più importante della vallata – il transito di auto, camion e tir mette sotto stress la strada, ammalorata in diversi punti e asfaltata di frequente.

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