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«Ubertino Testa rimarrà per sempre il raggio di sole sulle nostre missioni e sui nostri servizi»

Paolo Rebecchi, coordinatore di Anpas Piacenza e membro della Direzione Nazionale, ricorda a nome dei volontari di Pubblica Assistenza il dottor Ubertino Testa

«Un anno fa veniva a mancare una persona unica, un uomo che è stato un esempio per molte persone: stiamo parlando del dottor Ubertino Testa». Lo ricorda così Paolo Rebecchi, membro della Direzione Nazionale di ANPAS (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze) in rappresentanza dell' importante movimento, di cui Testa faceva parte. «Lo spirito di ogni persona che voglia aiutare chiunque altro, indipendentemente dalla divisa e dall'ambito, dovrebbe rifarsi ai principi che il nostro indimenticabile Tino ci ha mostrato con il suo esempio», ha detto Rebecchi.

Testa e Rebecchi-2-2-2«Il 2020 è stato un anno drammatico, tragicamente unico, ma per noi lo è stato ancora di più. Non è una frase fatta, né un titolo, ma una grande verità. Quando si perde un faro, un riferimento, molti aspetti cambiano la visione degli orizzonti e il vuoto che certe persone creano quando se ne vanno è davvero incolmabile. Per tutto il numeroso mondo delle Pubbliche Assistenze Piacentine,  Testa, per tutti Tino, era una figura alla pari, che vestiva con onore e semplicità quegli abiti tendenzialmente arancioni che ci caratterizzano». «Non posso - dice Rebecchi -  e non possiamo dimenticare quanto ci ha insegnato con l'esempio, con la "filosofia da strada", con il sorriso, con quella parlata che ogni tanto richiamava espressioni dialettali che esplicitano i concetti meglio di qualsiasi slang britannico, con la sua fede concreta e mai bigotta, con la dolcezza e la decisione che contraddistingue  i veri esseri umani, con le poesie di Tonino Guerra, con la battuta sempre pronta, con gli occhi capaci di emozionarsi davvero, con la freddezza nelle mani quando serviva e con il calore sempre nel cuore».

«Sono molti gli aneddoti che potremmo ricordare, ma - conclude - il fatto di averlo avuto insieme a noi ci faceva capire quanto l'età delle persone possa considerarsi solamente un dettaglio. Insieme abbiamo trascorso momenti felici, gioiosi, impegnativi, difficili, abbiamo progettato, corso, ci siamo emozionati, ma la cosa incredibile (per davvero), era che con Tino era impossibile discutere pur avendo un rapporto leale.  Oggi più che mai manca la sua presenza che sarebbe ancora una volta fondamentale: proseguiamo a fare il massimo delle nostre capacità, ma manca la sua pacca sulla spalla, la sua battuta, manca "il sedersi con le gambe sotto al tavolo", per ridere e scherzare. Rivolgiamo a lui una preghiera e ricordiamo a tutti noi che ciò che di bello ci è stato insegnato deve essere onorato tutti giorni in cui si veste la divisa o in cui si aiuta qualcuno. Tino rimarrà per sempre il raggio di sole sulle nostre missioni e sui nostri servizi».

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