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Martedì, 23 Aprile 2024
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Ugci: «Ddl Zan irricevibile, limita la libertà di pensiero»

L’intervento dell’Unione Giuristi Cattolici di Piacenza in merito al disegno di legge Zan in tema di contrasto all’omofobia

«Siamo ben consapevoli delle difficoltà, delle incomprensione e del dolore che accompagnano il cammino di chi, anche a causa della metodica distruzione della famiglia e delle figure genitoriali di riferimento, fatichi ad integrare la propria identità sessuale con il corpo, sessuato, nel quale è venuto alla vita, ed esprimiamo sincera vicinanza e solidarietà a chi, vivendola con onestà intellettuale e di vita, si trovi in questa condizione. Riteniamo tuttavia che il DDL Zan, di cui si è recentemente calendarizzata la discussione in Senato, non solo non sia di aiuto a queste persone, ma anzi rischi di penalizzarle fomentando un progetto di inculturazione forzata della ideologia gender pari a quello riscontrabile nei regimi autoritari e di polizia delle idee. Il DDL Zan, in particolare, sembra sia lo strumento predisposto da un manipolo di persone radical-chic, arroganti ed intolleranti, che ritengono che i bambini non abbiano bisogno del padre e della madre e che si possano commissionare pagando la gestazione a madri bisognose. Sotto questo profilo, si osserva che il DDL Zan, dietro la parvenza sentimentalistica della prevenzione della violenza e della ingiusta discriminazione di stampo definito omofobo, voglia in realtà impedire agli oppositori, o a chi, semplicemente, la pensa diversamente, di parlare per esprimere le proprie idee in tema di sessualità in sé e con riferimento alla famiglia ma, soprattutto, di tradurle nelle conseguenti azioni, rispettose delle idee altrui ma ferme sui principi, per esempio in ambito educativo, dell’insegnamento e della scienza, della religione, sotto minaccia di azioni e sanzioni penali per la sola possibilità che dalla manifestazione del pensiero possa derivare il concreto pericolo di una discriminazione».

«Discriminare significa distinguere, e secondo il principio costituzionale di uguaglianza situazioni uguali vanno tratta-te allo stesso modo, e situazioni diverse in modo diverso. La differenza sessuale è il vincolo di complementarità tra l’uomo e la donna predisposto nell’ordine naturale delle cose ai fini della trasmissione del-la vita che si attua nella famiglia. Le unioni tra persone dello stesso sesso non possono quindi essere trattate come quelle, sponsali, tra l’uomo e la donna. Il significato giuridico della parola ’discriminazione’, inoltre, non è in alcun modo definito nel DDL Zan, ed è talmente vago e generico da lasciare amplissimi spazi interpretativi ad una magistratura che in svariati casi si è già dimostrata ideologicamente schierata. Parimenti la fluidità e inafferrabilità, nella pratica, del concetto di ‘identità di genere’ definito all’art. 1 del DDL Zan indipendentemente da percorsi di transizione. Il testo del DDL Zan è quindi fumo-so ed irrazionale e, oltre a non aiutare la causa di chi vive con difficoltà la propria identità sessuale, non chiarendo che cosa sarà lecito e possibile fare e che cosa no, toglie certezza al diritto, si presta ad applicazioni arbitrarie, è lesiva di numerosi diritti costituzionali e, soprattutto, è portatrice ed impositrice, come già la legge ’Cirinnà’ sulle unioni civili, di una visione etica e di un intento ‘rieducativo’ funzionale al pensiero unico gender, proprio di una élite ampiamente minoritaria nel Paese, decisamente contro-verso e probabilmente non condiviso dalla maggior parte della popolazione. Una proposta di legge, quindi, irricevibile, di fronte alla quale la indifferenza non è consentita ed è fonte di responsabilità per gli uomini che si ritengono liberi. Per noi e di fronte alle nuove generazioni».

Livio Podrecca, presidente UGCI Piacenza

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