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Ugl alla Regione: «Ancora bloccate visite, esami e ricoveri»

«Troppi cittadini riferiscono dell’impossibilità di effettuare esami diagnostici e fissare nuovi appuntamenti. Un blocco di accesso alle cure che riteniamo gravissimo»

Durante il picco dell’emergenza Covid-19, sono state sospese tutte le prestazioni sanitarie non urgenti. I pazienti si sono visti impossibilitati a compiere visite specialistiche ed esami diagnostici prenotati anche da molti mesi. Ora si assiste a un graduale riavvio delle prestazioni programmabili e non urgenti che erano state sospese a causa dell’epidemia. «Ma questo via libera - come rileva il sindacato Ugl - non si traduce all'atto pratico ad una ripresa effettiva di visite, esami e ricoveri programmati. Una disposizione in molti casi rimasta solo sulla carta». «Molti cittadini - solleva il problema Tullia Bevilacqua, segretario regionale Emilia-Romagna del sindacato - riferiscono dell'impossibilità ad effettuare esami diagnostici e fissare nuovi appuntamenti. Un blocco di accesso alle cure che riteniamo gravissimo, visto che non si muore solo di Coronavirus e non è accettabile sospendere sine die la verifica effettiva di criticità sanitarie lamentate da molti cittadini».

Il caso dell'impossibilità di prenotare nuovi esami e visite interesserebbe non soltanto la sanità pubblica ma anche il settore privato. «Per queste motivazioni – aggiunge Bevilacqua - chiedo all' assessore alla Sanità dell'Emilia-Romagna di per sapere con quali modalità ed entro quali tempi s’intenda ripristinare l’erogazione piena di tutti i servizi sanitari territoriali ed ospedalieri, con la ripresa immediata di visite specialistiche, prestazioni diagnostiche, interventi in elezione e ricoveri, con tutte le protezioni individuali necessarie a tutelare pazienti e professionisti della sanità». L'Ugl Emilia-Romagna chiede di accertare che siano effettivamente riaperti i centri di prenotazione ricordando che l'attività diagnostica rappresenta un primo e necessario baluardo nella prevenzione sanitaria e che tanto più interessa categorie fragili della società (anziani e polipatologici o malati cronici) e famiglie di persone non autosufficienti. «Precisiamo che è il nostro primo pensiero va al personale medico-sanitario-assistenziale che in questa emergenza da Coronavirus s'è distinto per abnegazione e professionalità. A loro andrà sempre il nostro pieno ringraziamento. Abbiamo sollevato una questione organizzativa che deve essere risolta a livello burocratico-amministrativo, perché sull'efficienza dei servizi sanitari si gioca la salute e la qualità della vita delle persone, ed è dovere e responsabilità di chi ci amministra garantirli in modo continuativo e dignitoso, accertando che non vi siano disservizi e se del caso risolverli prontamente».  

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