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«Un coro di no al progetto di legge regionale contro l’omotransnegatività»

Il comitato locale “Difendiamo i nostri figli – family day” - di Piacenza contrario alla proposta di legge

«Il Family Day è stato convocato in Regione Emilia Romagna per esprimere osservazioni e proposte sul progetto di legge n. 7159 “Contro l’omotransnegatività e le violenze determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere”. “Si tratta di un progetto di legge che manca di confronto con diverse valutazioni di carattere antropologico, psicologico, sociologico e giuridico. La valutazione di una materia così delicata richiederebbe un approccio razionale e non ideologicamente precostituito.” sintetizza la rappresentante del Family Day Nella Quartaroli". L’intervento della Quartaroli sottolinea poi tre aspetti:

"L’uso di un neologismo quale il termine “omotransnegatività” (che non risulta essere utilizzato dalla prevalente letteratura scientifica) già denuncia l’incapacità di definire chiaramente gli atteggiamenti pericolosi da prevenire e superare. E’ peraltro dubbia la competenza della Regione in una materia che sembra afferire all’ “ordinamento civile” e quindi di legislazione esclusiva dello Stato. Infine cosa significa poi “prevenire e superare le situazioni, anche potenziali, di discriminazione e omotransnegatività”? Siamo di fronte ad un tentativo simile a quello che caratterizza i “reati d’opinione” (che la L. 85/2006 ha giustamente ridimensionato in relazione ai reati contro la personalità dello Stato), che proprio per la genericità ed indeterminatezza della condotta si prestano alla repressione di qualsiasi forma di dissenso sia politico sia ideologico, impedendo la libertà di manifestazione del pensiero.

A pensarla come il Family Day sono una quindicina di altri movimenti ed associazioni che fanno il loro intervento alla stessa udienza conoscitiva. Chiara Pazzaglia delle Acli denuncia il tentativo di “definire percorsi separati e preferenziali per l’accesso al lavoro, di fatto introducendo una discriminazione per combatterne un’altra”. Per le stesse ragioni le associazioni intervenute chiedono di sospendere il percorso della legge così com’è. L’associazione Giovanni XXIII chiede di esplicare la condanna alla maternità surrogata.

Il centrodestra è contrario: Giancarlo Tagliaferri parla di “un manifesto ideologico teso, da un lato, a limitare la libertà di espressione e, dall’altro, a elargire risorse in libertà all’associazionismo LGBT”. Il Pd è diviso tra sostenitori e critici.  Prendiamo atto che un popolo fatto da associazioni, famiglie e gente comune si muove per dire no al relativismo e al pensiero unico della lobby economicista e relativista che cerca di reprimere il dissenso verso i falsi miti dell’“omogenitorialità”, dell’identità di genere e dell’educazione gender. Un popolo che esprime la volontà della società civile di valorizzare e sostenere la vita, la famiglia, la filiazione, la genitorialità, l’identità e la libertà educativa".

IL COMITATO LOCALE DIFENDIAMO I NOSTRI FIGLI – FAMILY DAY - DI PIACENZA

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