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Un piacentino nell’inferno americano: «Dalle manifestazioni pacifiche alla violenza delle proteste politiche»

Dopo l'omicidio di George Floyd per mano di un agente di polizia, da fine maggio gli Stati Uniti sono piombati in una quotidianità fatta di contestazioni e violenza. La testimonianza di Marco Gallico, fotografo e reporter da cinque anni a Los Angeles

La morte di George Floyd, avvenuta a Minneapolis il 25 maggio per mano di un agente di polizia, ha suscitato in tutto il mondo indignazione e proteste, riportando alla luce due grandi problemi che da sempre riguardano gli Stati Uniti: il razzismo nei confronti delle minoranze e la violenza della polizia. Da quel giorno, in particolare sul web, milioni di persone si sono unite sia fisicamente sia in via telematica con l’hashtag #blacklivesmatter, condividendo su varie piattaforme foto, video e testimonianze di vicinanza alla comunità afroamericana.

Marco Gallico, fotografo e reporter lombardo di nascita ma piacentino di adozione, da cinque anni vive a Los Angeles, in California, dove dal giorno dell’omicidio documenta tramite la sua pagina Facebook e il suo profilo Instagram l’escalation di manifestazioni e violenza ancora in corso negli stati americani. «E’ da dieci giorni che la gente scende in piazza a manifestare. Dal principio ad ora, le proteste sono cambiate: se inizialmente le persone erano davvero interessate esclusivamente a farsi sentire per ciò che era successo, da un certo punto in avanti si sono trasformate in manifestazioni politiche, soprattutto quando hanno iniziato ad esporsi star musicali e cinematografiche» racconta Marco. «Di riflesso, anche la gente in strada è cambiata, e da un insieme di etnie differenti si è passati alla quasi totalità di bianchi».

Un pretesto per attaccare Donald Trump? «Dalla parte delle star di Hollywood, assolutamente sì. Quest’anno ci saranno le elezioni e le comunità afroamericane da tanti anni votano per i democratici, anche se ultimamente sono nati diversi movimenti per cercare di allontanarsi da questa tradizione. Qui le proteste sono su vari livelli: si va dall’eccessiva brutalità della polizia al razzismo, temi che spesso vengono comunque uniti. Inizialmente le manifestazioni erano pacifiche, con isolate frange di violenti e vandali», continua. «Una problematica importante che si è verificata ha riguardato i ladri, gli sciacalli: con gli agenti impegnati a sorvegliare i manifestanti, ne approfittavano per rubare passando da un negozio all’altro, tra l’altro con estrema organizzazione».

mARCO gallico foto3 blacklivesmater-2Rabbia e indignazione corse sulla linea dei social media, con il rischio di non avere sempre il corretto punto di vista o la totalità delle informazioni. «La gente si sta basando quasi esclusivamente su video virali che spesso risultano anche tagliati. Così facendo le persone non approfondiscono e questo contribuisce a gettare ancora più benzina sul fuoco, in una situazione già di per sé molto difficile. Dopo l’incriminazione degli agenti si è chiesto di tagliare i fondi alla polizia ed Eric Garcetti, sindaco di Los Angeles, sembra che lo voglia davvero fare».

Ma quanto può andare avanti questa situazione? «Conoscendo gli americani, penso che quando passerà il trend, tutto tornerà come prima» confessa Gallico. Cambiamenti estremamente difficili da ottenere, anche sul tema delle armi: «La maggior parte degli americani vuole avere la libertà di potersi difendere. Nonostante le problematiche che questo può portare, è un business troppo redditizio per essere interrotto. Basta ricordare la corsa alle armi verificatasi ad inizio pandemia».

Da Paese dove realizzare i propri sogni a terra di scontri e disuguaglianze: come si sente uno straniero negli Stati UnitI? «E’ tutta una questione di mentalità: per tante cose l’America è molto più avanti rispetto all’Italia, ad esempio nel lavoro. Nonostante la situazione attuale, il Paese è molto inclusivo e in generale gli immigrati vengono accolti in maniera diversa. Personalmente non vedo quel distacco che percepivo da noi» conclude. «Anche per quanto riguarda la sicurezza, qui ci si sente molto più protetti: le forze dell’ordine sono molto presenti e beneficiano di tanti fondi, che si tramutano in pattuglie, auto e attrezzature. La sanità invece è un punto critico: è tutto basato sulle assicurazioni, che qui sono dei veri e propri colossi con fatturati miliardari. Solo chi rientra nell’Obamacare ha cure gratuite: in questo modo può recarsi in cliniche anche di lusso e farsi curare per qualsiasi cosa, determinando di fatto un costante aumento dei prezzi e trasformando il tutto in un cane che si morde la coda».

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