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Festival di Veleia

«Comunità riunita per rivivere sulla scena i miti che appartengono a un passato collettivo»

Paola Pedrazzini, direttrice artistica del Festival di Teatro Antico di Veleia, presenta così la nuova edizione della rassegna, illustrata questa mattina in conferenza stampa

«Un’edizione molto speciale del Festival di Teatro Antico di Veleia, che rinnova nel 2023 la dimensione, mutuata dall’esperienza più profonda del teatro greco, del rito civile di una comunità riunita per rivivere, attraverso la scena, i miti che appartengono a un passato collettivo». Paola Pedrazzini, direttrice artistica del Festival in scena nell’area archeologica di Veleia, presenta così la nuova edizione della rassegna, in scena dal 23 giugno al 14 luglio, illustrata questa mattina in conferenza stampa, nella sede della Fondazione di Piacenza e Vigevano (sotto l'intervista video). IL PROGRAMMA

«Il foro di Veleia diventerà Tebe - spiega - per la prima nazionale dell’Edipo diretto da Marco Baliani e realizzato nell’alveo di “Fare Teatro” , il corrispondente teatrale del progetto “Fare Cinema” con Marco Bellocchio, mentre gli spettatori, divisi in piccoli gruppi, attraverseranno l’area archeologica seguendo l’immaginifico viaggio di Anchise nel nuovo spettacolo itinerante, un’altra prima nazionale per il festival, scritto, diretto e interpretato dal regista argentino César Brie. La ricerca e il dialogo tra differenti forme artistiche contraddistingue il trittico (costruito in collaborazione produttiva con la Filarmonica Toscanini e ispirato al mito classico) che vedrà̀ sulla scena veleiate tre monodrammi per attori, affidati ad Isabella Ferrari, Massimo Popolizio ed Elio De Capitani, e orchestra, tutti firmati da Silvia Colasanti, la compositrice italiana vivente più̀ affermata sulla scena internazionale. Prosegue con le “interviste impossibili” l’originale ricerca drammaturgica del geniale “scompositore” di parole Stefano Massini con il suo inedito dialogo con i fantasmi del mondo antico e prima volta a Veleia per una delle voci più significative del teatro di narrazione, Ascanio Celestini, che presenta al festival una sua personale riscrittura del mito, Le Nozze di Antigone».

«Felice infine - conclude - di rinnovare la virtuosa collaborazione con l’attesissimo Alessandro Barbero in un viaggio attraverso la nostra storia, alla ricerca del significato di “democrazia”, la parola di origine greca che attraversa tutta la nostra storia, dall’Antichità ad oggi».

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