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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Una discoteca nel cuore di Vigolzone, il «mito» dell’Hollywood

Nello storico locale vigolzonese, nato come cinema e gestito per 40 anni dalla famiglia Baldini, sono passati migliaia di piacentini, disc-jockey, cantanti, comici e personaggi della televisione. Tanta la nostalgia, oggi è un supermercato. Giampiero Baldini: «Aveva una doppia personalità, per giovanissimi e adulti». Ecco la storia dell'Hollywood

CANTANTI, DJ, COMICI: TUTTI SONO PASSATI A VIGOLZONE

L’Hollywood aveva una doppia personalità: era aperto quattro sere alla settimana, due dedicate ai giovani (giovedì e venerdì), due agli Holly 3 autorità-2adulti (sabato e domenica). Poi negli anni ‘80 aprì per i giovanissimi dai 14 ai 17 anni anche alla domenica pomeriggio». Baldini negli anni ’70 – quelli “mitici” della discomusic – si è impegnato anche in consolle. «Provo a fare i nomi dei disc-jokey dell’epoca: Loris Bossalini, Paolo Tonoli, Giovanni Mix, Francesco Vaccari. Poi i dj di Radio Studio 105, Alex Speroni, Max Venegoni, Gianni Riso, Amadeus, Federico l’olandese volante, Loredana Bertè, Albertino».

I nomi che Baldini ricorda sono solo una minima parte della gente passata di qui. Comici del cabaret come Massimo Boldi, Teo Teocoli, Giorgio Faletti, Aldo e Giovanni (ancora senza Giacomo), Raul Cremona, i Fichi d’India. Personaggi della tv commerciale e non come Ezio Greggio, Gian Franco D'Angelo, Cristina D'Avena, Giorgio Mastrota, Natalia Estrada, Cristian De Sica, Carlo Pistarino. Venne per ben due volte Beppe Grillo: «Fu la prima nazionale dopo il suo esordio a “Fantastico”, memorabile». Qua nel 1975 vennero girate anche alcune scene del film “Peccati in famiglia” di Bruno Gaburro con Michele Placido e Renzo Hollywood 2-2-2Montagnani. Ospiti anche i grandi della musica: i Nomadi con Augusto Daolio, i Commodores e Lionel Ritchie, Paolo Belli e i Ladri di biciclette, Luciano Ligabue, Francesco Baccini sono i primi nomi che vengono in mente a Baldini a tanti anni di distanza. 

Negli anni ’90 il locale si rinnova e si trasforma in “WoodHolly”. Ringiovanito, ingrandito, passa da 500 a mille posti e rimane aperto solo per i giovani, smettendo così di ospitare orchestre e ballo liscio. «Siamo andati incontro ai gusti della gente – è la riflessione dell’ex titolare - il liscio si ballava sempre meno. Forse abbiamo anticipato troppo questa scelta».

LA CHIUSURA A FINE SECOLO, ORA E’ UN SUPERMERCATO

Perché, con l’avvento del 2000, chiuse i battenti? «Una scelta di famiglia, molto sofferta. Era ovviamente un locale impegnativo da gestire, richiedeva tempo e forze, ad un certo punto non ci abbiamo creduto più. Il mondo delle discoteche entrò un po’ in crisi e ci arrivò una proposta importante di acquisto dell’intero immobile, per farci un supermercato e un parcheggio interno». Così, spazio ad alimenti e prodotti di vario genere (oggi a marchio “Coop”), addio all’Hollywood e WoodHolly. «Lo sforzo organizzativo per tenere vivo un luogo del genere è enorme: infatti una volta c’erano 40 locali per ballare a Piacenza, ora quattro o cinque, e per chi li gestisce questo mondo non è il “core business”. È difficile fare serate, per investire in un locale ci vogliono soldi e idee».

 

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