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«Una volta indossata la toga non si può togliere»

In pensione il procuratore capo Salvatore Cappelleri. A Piacenza dal 2012, il magistrato ha guidato la procura in importanti indagini contro droga, sfruttamento, pubblica amministrazione, maltrattamenti. Un coro unanime: umanità, capacità, misura e disponibilità al dialogo sono stati la cifra del suo impegno

«La toga, una volta indossata, non la si può dimettere». L’emozione non traspariva dai modi compiti e controllati di Salvatore Cappelleri, il procuratore capo di Piacenza che il 2 settembre ha lasciato la magistratura perché è scoccata l’ora della pensione. Cappelleri, il 5 settembre, ha salutato tutte le persone con cui ha lavorato e collaborato dal giugno 2012, quando, da Milano, venne destinato a Piacenza. In precedenza, fino al 2009 era stato presidente del Tribunale di Crema. Poi passò a Milano, per finire infine sotto il Gotico. A salutarlo anche Roberto Fontana, sostituto procuratore che per anni lavorò a Piacenza.  Cappelleri, calabrese, 68 anni, fu protagonista, tra l’altro, di una innovazione giudiziaria nel 1987: il primo test del Dna per far luce su un omicidio. Ma non è tanto la sua carriera a spiccare, quanto l’umanità, la capacità di ascolto e di dialogo che ha instaurato con quanti hanno avuto a che fare con lui e la famosa “porta aperta”, un principio che ha rispettato con tutti.

Con la guida di Cappelleri, a Piacenza sono state portate a termine tantissime importanti inchieste che hanno riguardato il contrasto alla droga, l’emersione di reati contro la pubblica amministrazione, che hanno avviato indagini nel mondo sommerso del lavoro nero nella logistica, che hanno fatto condannare violentatori, stalker e autori di maltrattamenti in famiglia, che hanno portato alla sbarra bancarottieri ed evasori. E la sua personalità è emersa anche quando ha detto di «ricordare più le persone che i processi». Il suo è stato un grazie molto lungo: alla sua famiglia in primis (presente al completo con due vivaci nipotini che gli correvano intorno) al personale della procura, ai colleghi magistrati, alle Forze dell’ordine «che hanno dato tutto sia nelle indagini sia nel controllo del territorio. Come sta accadendo ora con il caso drammatico che vede tanti impegnati nelle ricerche di due persone». Un riconoscimento particolare - ed è la prima volta - è andato alla Squadra di polizia giudiziaria della Polizia locale, che ha portato a termine numerose indagini legate ai reati di genere, alle violenze sessuali, ai maltrattamenti in famiglia e allo stalking, alla pubblica amministrazione.

Ma Cappelleri non ha dimenticato i vice procuratori onorari - ha salutato il pm onorario Giulio Massara, andato in pensione un mese fa - e i colleghi Stefano Brusati, presidente del Tribunale; Marisella Gatti, presidente della sezione Civile; il giudice Gianluigi Morlini e Adele Savastano (oggi alla Corte di appello di Bologna) «persone con le quali ho lavorato bene». Impossibile non citare gli avvocati, le Camere civili e penali, con cui ha avuto sempre rapporti di cordialità e correttezza. L’ex presidente Graziella Mingardi (presente anche Giovanni Giuffrida, da poco eletto al vertice del Foro piacentino) lo ha ringraziato di persona sottolineando «la porta sempre aperta per gli avvocati, in un rapporto fatto di umanità, condivisione delle regole e confronto». E non ha dimenticato nemmeno i “cronisti giudiziari”, Cappelleri, ricordando che nello svolgere la loro funzione «hanno sempre tenuto in considerazione l’esigenza di informare i cittadini con quella di non danneggiare le indagini». E la cifra della sua umanità è spuntata anche quando il consigliere di Cassazione ha rivolto la propria gratitudine al carabiniere che fa parte della sua segreteria: Toni Galasso. Tra le vecchie amicizie, Cappelleri ha voluto vicino a sé l’avvocato di Crema, Ermete Aiello, già presidente dell’Ordine degli avvocati. «Ricordo - ha affermato Aiello - una delle prime cose che Cappelleri, in qualità di procuratore presso la pretura di Crema, mi disse: “gli avvocati sono i primi giudici dei magistrati”». Il presidente del Tribunale, Stefano Brusati, abbracciando Cappelleri, ha sottolineato il senso di equilibrio, di praticità, di capacità di affrontare i problemi e proporre soluzioni. E’ una persona per bene, che ha agito con misura e sobrietà».

Sentito anche il momento con il sostituto procuratore Antonio Colonna (in questo momento procuratore ad interim): «Per noi magistrati, la sua porta sempre aperta e la disponibilità al dialogo hanno rappresentato una sicurezza sul lavoro e una tutela in più». E’ stata «una bella stagione, per Piacenza e per la Giustizia - ha scandito Marisella Gatti, presidente della Sezione civile del Tribunale - e da lui abbiamo avuto sempre sostegno e aiuto». Infine, il prefetto Maurizio Falco ha ricordato che con Cappelleri «si è sempre lavorato bene, seguendo la strada comune del rispetto della legalità». Ora si attende la nomina da parte del Consiglio superiore della magistratura di un nuovo procuratore. Per la procura di Piacenza sono state presentate 14 domande, che dovranno essere vagliate dal Csm e il candidato prescelto dovrà essere nominato dal plenum delle toghe. In pole position, sembrerebbe esserci una donna, attualmente in servizio a Milano.

Il saluto del procuratore capo Salvatore Cappelleri ©Salvatori/IlPiacenza

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