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Martedì, 19 Marzo 2024
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«Innamorato della chiesa piacentina? Lo ero tredici anni fa e lo sono oggi». Il vescovo Ambrosio saluta Piacenza

Calorosa e partecipata celebrazione solenne in Duomo per il commiato di monsignor Gianni Ambrosio. Il saluto del sindaco Patrizia Barbieri: «Le vogliamo bene»

«Monsignor Eliseo Segalini una volta mi chiese in sagrestia: ma lei, dopo un anno, è ancora innamorato della nostra chiesa? Lo ero allora, e lo sono oggi, dopo 13 anni, e sono contento di aver conservato questo amore, e di amare tutti quelli che Dio mi ha affidato: sacerdoti e diaconi, famiglie, associazioni, fratelli, e anche i bei luoghi della nostra terra piacentina».
Così monsignor Gianni Ambrosio durante l'omelia della celebrazione solenne in Duomo, nel pomeriggio di domenica 27 settembre, per il suo saluto di commiato a tutti i fedeli della Diocesi dopo averla retta per tredici anni. A breve infatti farà il suo arrivo da Treviso il nuovo vescovo Adriano Cevolotto.
Cattedrale gremita, in prima fila i sindaci, le associazioni e tutte le autorità: è stata una celebrazione molto sentita e partecipata dalla comunità piacentina, e trasmessa in streaming sul canale YouTube della diocesi (da cui sono state prese le immagini di questo articolo).
«Lei è stato per noi una pastore buono - ha detto all'inizio, nel suo saluto rivolto a monsignor Ambrosio, il vicario don Luigi Chiesa - Ci ha aiutato a riconoscere che è necessaria la bellezza per salvare il mondo, e lo ha fatto con quei monumenti e opere d'arte che ha voluto fossero mesi a disposizione di tutti. Ci ha aiutato a stare sulle orme di Cristo, ad avere uno sguardo di fede. Pieni di gratitudine per i tredici anni insieme, con lo stesso cuore accogliamo il nuovo vescovo Adriano».

Nelle sue parole, il vescovo Ambrosio ha fatto riferimento più volte alla figura della martire Santa Giustina, patrona della diocesi insieme alla Vergine Assunta, celebrata proprio oggi: «Ringrazio Dio che attraverso Benedetto XVI ha mandato me a servire questa chiesa. Ho cercato di dare amore, cercando il bene di ciascuno e di tutti. Chiedo perdono se non sono stato in grado qualche volta. La grazia sacramentale è più forte di ogni male, divisione o incomprensione».

«Grazie a tutti i piacentini - ha detto monsignor Ambrosio - qui ho trovato la mia casa, la nostra casa e famiglia, grazie all'accoglienza, all'amicizia e all'affetto che mi sono stati dimostrati. In questi mesi difficili durante la pandemia, abbiamo visto la grande dedizione di molte persone: un'esperienza da non dimenticare, segno di buona umanità, e un bel segno per la difficoltosa ripresa che ci attende».

«Grazie ai sacerdoti e ai diaconi per la dedizione, la fatica e l'impegno - ha concluso il vescovo - ai religiosi e alle religiose, a chi collabora nei vari Consigli e si dedica al servizio della chiesa nelle comunità pastorali. A tutti va la mia preghiera e la mia benedizione. Voi pregate per me perché in questo ultimo importante tratto del mio pellegrinaggio possa vivere con maggiore intensità l'attesa di quel Cielo, quando la meta si fa più vicina è giusto sollevare al cielo il nostro capo».

Al termine, tra i saluti ufficiali, particolarmente sentito quello del sindaco Patrizia Barbieri che, dopo aver ricordato la «concretezza, la generosità e l'amicizia» dimostrate dal vescovo Ambrosio in questi tanti anni, ha concluso con un caloroso e commosso «Le vogliamo bene».

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