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«Viaggio al centro dell’infinitamente piccolo per scoprire i segreti dell’universo»

Un suggestivo “viaggio” proposto in una serata svoltasi presso l’agriturismo Boschi Celati a favore dei soci del Rotary Fiorenzuola d’Arda grazie alla presenza dello scienziato Lucio Rossi originario di Podenzano

La fisica delle particelle riproduce le condizioni che c’erano al momento del Big Bang. Per questo al Cern di Ginevra si va a caccia dell’infinitamente piccolo, un suggestivo “viaggio” proposto in una serata svoltasi presso l’agriturismo Boschi Celati a favore dei soci del Rotary Fiorenzuola d’Arda grazie alla presenza dello scienziato Lucio Rossi originario di Podenzano.

Rossi, accompagnato dalla moglie, è stato presentato dal presidente Marcello Redaelli (presenti il past president Rinaldo Onesti ed il presidente incoming Francesco Timpano). Si è laureato in Fisica a Milano, è professore del Dipartimento di Fisica dell'Università di Milano, dove ha svolto ricerche su acceleratori e magneti superconduttori. Dal 2001 è al Cern di Ginevra, dove ha diretto i superconduttori e i magneti per il progetto Lhc, il più grande strumento scientifico del mondo che ha portato alla scoperta del Bosone di Higgs. Ora dirige il progetto Lhc ad alta luminosità, progetto-guida del Cern dei prossimi dieci anni. Rossi svolge anche una intensa attività di divulgazione scientifica ed ha appunto proposto un’avvincente ed appassionata relazione sull’attività che sta svolgendo presso il centro che è ubicato al confine tra Svizzera e Francia.

Il Cern è il più grande laboratorio al mondo di fisica della particelle e dalla sua fondazione, avvenuta nel 1954, è stato protagonista di importanti scoperte premiate anche con i Nobel per la Fisica, nel 1984 a Carlo Rubbia e da ultimo nel 2013 per la scoperta del Bosone di Higgs. Oggi il Cern conta 22 stati membri, più altri paesi extraeuropei associati e al suo interno lavorano circa 17 mila scienziati di 110 nazionalità. Di questi 2.600 sono italiani. Fabiola Gianotti, da due anni direttore generale  è la prima donna a ricoprire questo incarico.

«Trovare il Bosone di Higgs - ha esordito Rossi - è stato come cercare (e trovare) un ago nel pagliaio ed è fondamentale perché è la particella responsabile per dare massa alle altre. Il 95% dell’universo è in forma oscura perché non riusciamo a vederlo; possiamo dire che esiste ma non lo possiamo osservare; così con il Lhc (High Luminosity Lhc), ossia Lhc ad alta luminositàcercheremo di vedere meglio».

Al Cern c’è un acceleratore di particelle, costituito da un tunnel circolare lungo 27 chilometri che corre a 100 metri sotto terra, attraversando i confini tra Francia e Svizzera, all’interno del quale sono sistemati dei magneti. A loro volta questi magneti contengono dei fasci di particelle che vengono “sparati”, in direzione opposta, e accelerati fino a raggiungere la velocità della luce e che in un certo momento entrano in collisione tra loro. E’ stato questo il momento in cui è stato osservato il Bosone di Higgs, una particella piccolissima, ma con grandissima importanza per la scienza.

Ora l’acceleratore di particelle sta per diventare ancora più potente attraverso  HiLumi, ovvero un Lhc ad alta luminosità che estenderà le capacità dell'acceleratore offrendo nuove opportunità per fare scoperte e per misurare con grande precisione le proprietà di particelle come il bosone di Higgs.

Grazie a nuovi magneti, nell' acceleratore scorreranno fasci in cui le particelle saranno più numerose e ravvicinate tra loro in modo da permettere un maggior numero di collisioni e, con esse, di potenziali scoperte. Il progetto, il cui completamento è previsto nel 2026, è diretto proprio da Lucio Rossi.

«La tecnica - ha detto Rossi - consiste nell’aumentare il tasso di collisioni, nello "strizzare" i fasci di protoni che scorreranno nell'acceleratore. Questo sarà possibile grazie a circa 150 nuovi magneti: alcuni di essi dovranno concentrare i fasci di protoni e li piegheranno perché scorrano nell'anello di 27 chilometri dell'acceleratore. Saranno inoltre installate 16 "cavità a granchio", nelle quali i pacchetti di protoni saranno costretti a muoversi lateralmente, proprio come un granchio, sempre allo scopo di ottenere un maggior numero di collisioni».

Previste inoltre modifiche per rendere la manutenzione più accessibile e lavori di ingegneria civile, come nuovi edifici, pozzi, caverne e gallerie sotterranee, in corrispondenza dei due esperimenti più grandi condotti nell'acceleratore: Cms in territorio svizzero e Atlas in Francia.

«Bisogna fare nuove tecnologie - ha ribadito Rossi - conoscere è un atto umano e porta a nuovi utilizzi pratici che servono all’uomo; con il nostro lavoro stimoliamo l’innovazione».

Il web per esempio è stato inventato al Cern, così le tecnologie di vuoto che vengono usate nei pannelli solari. E le applicazioni mediche come la risonanza magnetica o la hadroterapia, una terapia tumorale complementare alla terapia con i raggi. «Guarda caso - ha detto per celia Rossi - ora il Cern ha un potente competitor: i cinesi. Ma tutto ciò fa bene alla scienza».

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