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Vie romee: sulla tratta piacentina crescono i pellegrini stranieri attirati dalla buona cucina  

L’analisi del Comitato Tratta Piacenza dopo l'indagine condotta fra operatori della filiera turistica locale e appassionati con credenziali per conoscere “chi” la percorre

Vie romee: sulla tratta piacentina crescono i pellegrini stranieri attirati dalla buona cucina. Un’analisi che parte dall’osservatorio turistico del comitato Tratta Piacenza Via Francigena pro Unesco, che «si è avvalso di strutture nazionali specializzate come CevesUni, Aikal e UniVenezia per effettuare un sondaggio sulla prima “motivazione” che oggi spinge un turista a fare il pellegrino, anche con mezzi moderni, e la scelta di una meta di viaggio-vacanza fra due province molto simili: Treviso e Piacenza. Scontata per Treviso la leadership del Prosecco di Valdobbiadene. Meno scontato il perché della meta Piacenza, ma una conferma rispetto a tante supposizioni: mangiare e vivere male a Piacenza è come vincere al lotto. Quindi gastronomia-territorio-esclusività equivale a vacanza». Da questo risultato, Tratta Piacenza ha attivato un'indagine fra tutti gli operatori di filiera turistica locale e appassionati con credenziali «per conoscere “chi” percorre le vie romee piacentine. Tempo di riferimento il quadrimestre dal 1° marzo al 30 giugno 2022. Area d’indagine l’intero territorio della Diocesi. Una area vasta che non corrisponde ai confini provinciali, ma “risponde” alla storia culturale millenaria legata al “pellegrinaggio” cristiano antico e commerciale in confronto con il pellegrinaggio turistico escursionistico emozionale di oggi. Infatti, la sintesi completa dell’indagine si può riassumere in questa affermazione: il fruitore arriva a Piacenza da luoghi assai diversi perché vuole trovare pace, lasciare auto e pianura calda, godere spazi verdi per attività sportive personali e dirette, fare palestra all’aperto, percorrere vallate con torrenti, mangiare bene e bere bene, spendere il giusto sia contenuto che anche alla grande». 

L’analisi - «Dall’indagine i territori piacentini più frequentati e più attivi, in questa prima primavera estate 2022 caldissima, sono quelli di collina e montagna a scapito della pianura e delle vie di più grande traffico. Il rapporto è di 7 a 1 a vantaggio dei colli, eccezione per l’eccezionale di Soprarivo e ponte della Becca del fiume Po che restano luoghi mito sia per chi va a piedi, in bici, a cavallo, in moto, in pullman. Sicuramente il mezzo meccanico, compreso l’auto, ha contribuito a trasferire i pellegrini moderni dal fondo valle, dalla via Emilia, dalla pianura (con il caldo) alle zone collinari. Il tutto condizionato dal forte caldo anticipato, con la presenza in aumento sulla Tratta Piacenza di escursionisti con centinaia e centinaia di chilometri già alle spalle, in entrambi i sensi di marcia. Una altra risposta è chiara: il turista-pellegrino di oggi cerca l’abbinamento vacanza-benessere-emozione e non solo escursione».  

«In questa torrida primavera - prosegue l’analisi - i principali arrivi e presenze sulle diverse vie romee piacentine provengono dalla valle del Ticino, la zona “lariana” fra il lago Maggiore e il lago di Como e Lecco, principalmente single e massimo 3 persone insieme. Eccezionali arrivi sono stati alcuni gruppi di strutture legate allo studio e conoscenza dell’architettura del paesaggio naturale. Diversi anche gli appassionati soprattutto di sport fluviali provenienti dall’Olanda e dal Belgio (innamorati del Molato e dei percorsi dell’alta valle Tidone-Trebbia). Alcuni rappresentanti di Big Data del mondo Gps, di InfoJobs e del Food Story dalla zona di Lione e Digione, espressione di diversi movimenti europei di Innovation Cafè, hanno scelto zone storiche sull’appennino piacentino-ligure, con particolare attenzione e ricerca di luoghi meno inquinati e meno frequentati, fra la val Luretta e la alta val Trebbia. Segno di un interesse del corridoio “5” dell’Europa che dalla Francia punta alla Slovenia, da non sottovalutare». «Una crescita stimata, rispetto agli anni 2018-2019, superiore al 35% in tutto il territorio diocesano piacentino - sottolinea la nota - addirittura del 50-60% per il solo territorio Monti&AltiColli piacentini-parmensi come indicano le strutture di indagine. Priorità per le vie romee che dall’Oltrepò Padano puntano gli alti passi verso la valle di Vara e la Lunigiana. Sosta obbligata in mezzo alla natura e ai passi dei monti – dicono gli intervistati italiani e stranieri – per ammirare il panorama, l’ambiente forestale e godere la frescura e la brezza in giornate calde. I fiumi e i laghi di alta collina sono mete-punti di riferimento unici come il Rudo, il Gallo, il Nero, tutte sorgenti naturali di richiamo da tutelare. Emerge chiaramente una scelta “piacentina” in quanto è difficile sbagliare osteria o trattoria, sarebbe un caso da guinness sui social, dicono i pellegrini-turisti interpellati. La cucina piacentina non tradisce mai: originale, ricca di ricette autentiche e non copiate, un patrimonio autentico che fa la differenza con le città confinanti. Fra i frequentatori pochissimi piacentini (quelli innamorati ci sono sempre e fanno riferimento alle associazioni Cai, Aigae, Gaep, Tci, Escursionisti Europei, ecc.), molti pavesi e piemontesi, ma anche cremonesi e lodigiani. In forte incremento i viaggiatori-camminatori solitari o in coppia dei lunghi tragitti. Forte incremento rispetto tre anni fa degli stranieri: soprattutto olandesi, belgi, inglesi, tedeschi. Gli stranieri rappresentano circa il 33-35% del totale e sono anche quelli più attrezzati, più intenzionati a fermarsi sul territorio e con uso quasi esclusivo dei mezzi locali trovati e se disponibili (treno, corriere, pullman, noleggio bici anche elettriche). Lo straniero impiega quasi una settimana a percorrere tutta la Tratta Piacenza, mentre quasi tutti gli italiani sono più portati a compiere giornalmente (massimo 3 giorni) tragitti parziali dell’intera tratta di circa 100 km dal confine con il pavese fino al passo Cento Croci o passo del Borgallo. La presenza fra uomo-donna è di 3 a 2, in crescita esponenziale le donne e di età giovanile, mentre gli escursionisti a piedi sono circa il 45% rispetto a quelli in bicicletta (circa il 25-30% con bici elettriche). Anche la spesa pro-capite al giorno è molto aumentata rispetto ad alcuni anni fa: dipende anche dal target del fruitore. Lo straniero spende di più, come pure la famiglia e la coppia spende molto di più in alloggio e in noleggi arrivando in “soste” intermedie dell’intera Tratta attirati prevalentemente per la cucina (65% degli intervistati) e per l’ambiente-paesaggio-borghi-pievi (per il 35% fra tutto il target di utenti)».

«Si sta sempre più affermando e sviluppando un turismo a Piacenza completamente diverso da quello della riviera romagnola e marittima, in cui il pernottamento in struttura non è il parametro “determinante” il successo e le presenze dei turisti, o la bontà attrattiva di una proposta o di un pacchetto turistico. Su questo occorre puntare e fare proposte all’estero. lo stesso progetto Turismo di Ritorno può essere un cavallo di razza da cavalcare bene per Piacenza. Molto frequentata la strada che dalla valle della Versa nel pavese (proveniente dalla valle del Ticino) conduce fino a Bedonia, Compiano e Bardi attraversando tutte le valli piacentine, dal Trebbia al Nure, dall’Aveto all’alto Taro», sostiene Giampietro Comolli, presidente del Comitato. «Tragitto frequentato nel Medioevo e Rinascimento per scambi di farina con olio, di pane con burro, di pesce con carne. Tratta Piacenza, già quest’anno, è stata anche meta fondamentale sia dell’amazzone solitaria Jessica Riviera di Vittorio Veneto (Treviso) che del noto paroliere Mogol sempre a cavallo e del pellegrino Francesco Lanzino che con l’asino pantesco ha percorso gran parte della via Francigena, degli Abati, Postumia e Monasteri Regi. Tutti transitanti sul crinale di variante da Cassolo a Mareto, con sosta-tappa-meta la Caminata di Ivano Scotti».

«Punti di riferimento sul territorio diocesano piacentino  – dando credito e misurando il numero enorme di foto e clik e mail e post sui vari social da tik-tok a Instagram – sono soprattutto le mappe di “fiumi&sentieri” e località come i monti Lesima, Oramara, Maggiorasca e Gottero  che segnano il confine della Diocesi di Piacenza-Bobbio fino al passo del Borgallo, verso le Cinque Terre, le mete più gettonate in questa primavera calda del 2022. I numeri stimati del quadrimestre, sono molto interessanti, segnano una svolta nella ricettività turistica piacentina soprattutto se sommata a quella urbana anch’essa in crescita  del 4% circa, grazie solo, come dicono i turisti, ai grandi eventi di alto profilo culturale. Solo lungo le vie romee piacentine, gli arrivi sono stati circa 2.000-2.200 (in gran parte una notte e una cena solo) e le presenze intorno a 25.000 concentrate nel fine settimana. Anche questo dato impone una riflessione su come far aumentare soprattutto gli arrivi, ovviamente allargando il bacino di utenza, aumentando i contatti del turismo di ritorno dei piacentini immigrati (il 2023 sarà l’anno del turismo delle origini famigliari), incrementando i posti letto sia di primo prezzo che di 4 e 5 stelle come richiesti anche in zona Monti&AltiColli, implementando i contatti con i grandi media. La spesa media giornaliera sulla Tratta Piacenza è molto variabile: si va da 17-19 euro al giorno per i giovanissimi pellegrini che passano da un ostello ad un altro e sono autosufficienti con il cibo, fatto salvo le spese di acquisti durevoli, fino a 200 euro a testa per chi pernotta, cena e noleggia mezzi fra gli operatori del territorio».

«Già il successo constatato nel 2022 (e ancor più in crescita a luglio) è dovuto in gran parte al passa parola “il così detto buen ritiro di pace e di ambiente e di cibo” che personalità milanesi e non solo dello spettacolo, cultura, moda economia hanno scelto come casa per fare escursioni dell’appennino e ai diversi programmi e canali Tv e radio che hanno parlato recentemente della “Tratta Piacenza” come radio, raiuno e raidue, Decanter, una gita fuori porta, sentieri d’Italia, la gola in viaggio, viaggio weekend,. Grazie anche a conduttori come Raspelli e Roversi, Vergassola e Raznovich, Fede e Tinto della Rai e di La7D. Le telecamere di Sky hanno ripreso diversi tratti della via degli Abati con le varianti varso la valle del Vara fino alle 5 Terre e il Magra, diversi filmmaker hanno utilizzato video e immagini locali per pubblicità nazionali e straniere, diverse troupe estere come NYCity e AmericaTv e France2 hanno girato con i droni e con camere poste su moto e caschi per immortalare gli antichi cammini medioevali entro i confini della Diocesi di Bobbio e Piacenza».          

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