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Martedì, 26 Settembre 2023
Anticaglie

Anticaglie

A cura di Carlo Giarelli

Sottomessi

Il titolo ridotto ad una sola parola è alquanto generico, perché manca il complemento di specificazione. In sostanza non si riferisce a chi o a che cosa dovremmo essere sottomessi. Ma siate pazienti e seguitemi per comprendere. Ecco allora il fatto. Nel Regno Unito, in particolare nella contea dello Staffordshire è capitato un fatto che non si comprendere, a meno di sostenere, ed ecco il punto, una sottomissione da parte del governo inglese. Cosa allora è successo? Che un certo terrorista islamico emigrato dal Pachistan nel 2019, coltello in mano, aveva seminato terrore sul London Bridge uccidendo a caso due giovani che gli passavano vicino e ferendo altri passanti, di cui tre per le ferite ricevute furono portate in ospedale. Il panico si diffuse fra la gente con un fuggi fuggi generale, finché alla fine intervenne la polizia che uccise il terrorista. Ora a tre anni di distanza da quel fatto, un comitato cittadino voleva evitare di perpetuare la memoria di quel terrorista citando il suo nome, un certo Usman Khan, con l’intento che simili attentati non fossero dimenticati e mantenessero inalterato lo sdegno pubblico, auspicando quindi che simili fatti non debbano ripetersi in futuro. Tutto chiaro e normale verrebbe da dire. Ma non è stato così. Una consigliera laburista ha protestato contro questa iniziativa, in quanto secondo lei avrebbe ottenuto un esito opposto a quanto dichiarato dagli organizzatori. Il perché è presto detto. Segnalare un nome e la sua etnia di provenienza, avrebbe potuto inculcare presso l’opinione pubblica il convincimento che esiste un profilo di terrorismo legato all’islam da cui bisogna stare in guardia, per non alimentarlo.  In altri termini comunicando, ripeto, nome ed etnia del criminale, si potrebbe creare una nuova condizione sociale, al fine di suscitare una spirale di odio verso un popolo migrante, indipendentemente dalle cause legate al terrorismo. Che in effetti erano già state accertate. In quanto l’uomo in questione facendo parte di una cellula terroristica, aveva già accumulato otto anni di reclusione per reati vari e aveva in animo di far saltare la Borsa di Londra. Cosa aggiungere? Che alcuni vengono protetti dalla legge ed altri meno. Il riscontro della colpa dunque ha un impatto diverso a seconda della etnia di provenienza. Se trattasi di un bianco, nessuna giustificazione, se invece il presunto colpevole è musulmano, subentra il timore che diventa spesso paura, di non voler esagerare con la condanna. In pratica il sovvertimento delle colpe e delle punizioni segue un criterio che affonda le sue radici in quella condanna che con la cancel e woke culture riguarda la civiltà occidentale.  Causa, secondo queste interpretazioni, di tante sopraffazioni e ingiustizie nei confronti di altri popoli. E poiché la cultura occidentale è stata il centro della fede cristiana, occorre mettere sotto accusa anche la romana cristianitas, al fine di eliminare la sua storia, includendo santi e monasteri dove gli studi teologici e filosofici hanno poi prodotto quei centri del sapere come le Università. Dunque per arrivare al sodo, la contrapposizione di civiltà fra occidente ed oriente si trasforma in un confronto scontro fra le due religioni più seguite: cristianesimo e islamismo. Parliamo allora del primo oggi in caduta libera in fatto di fedeli. Tanto che in Francia, la culla di tanti ordini religiosi e monastici. sembra che solo il 4% sia praticante. Le cause sembrano trovare riscontro nella scienza. Intesa come valore assoluto al punto di sostituire la fede religiosa. Il risultato è legato al processo di secolarizzazione della nostra società che ha trasferito i suoi valori nell’economia, definendo quindi la figura del homo economicus, che grazie anche al sostegno della scienza, la quale favoleggia in futuro il raggiungimento della immortalità, diventa un dio in terra e non ha più bisogno del Dio della fede, considerato non più indispensabile. Per la verità ci ha messo del suo anche la Chiesa, che in una contaminazione fra Vangelo e storia, sembra in difficoltà ad affrontare i temi scottanti di una società complessa come la nostra. Con la scarsa possibilità di dispensare la sua parola decisiva, in quanto illuminata dal Vangelo, su temi come la famiglia, la legge naturale, il creazionismo, la vita e la morte, il peccato, i cosiddetti valori perenni ed infine il dubbio su quale sia la religione vera. Dunque alla continua diminuzione del cristianesimo, ad esempio in Europa, tanto che nella sua Costituzione le radici comuni cristiane non vengono citate, fa seguito invece una continua diffusione dell’islamismo. La religione che statisticamente aumenta di più fra tutte le altre forme di fede. A questo punto si potrebbe pensare ad una contrapposizione fra secolarismo tipicamente occidentale e senso del sacro che dalla Mecca tramite l’ultimo profeta. Maometto, si è diffuso in larga parte del mondo.  Ma questo stato di cose c’entra con il fatto accaduto del Regno Unito? Sembra di sì perché l’islamismo, che per la verità vuol significare sottomissione a Dio, in sostanza crea nei popoli secolarizzati uno stato di sottomissione diversa. Non verso il Dio cristiano, ormai preda di un secolarismo areligioso, ma verso Allah, il vero Dio islamico, misericordioso ma anche vendicativo nei confronti degli infedeli. E poiché noi occidentali infedeli di fatto lo siamo, un certo timore, per non dire paura, ci prende quando dal nostro punto di vista di rappresentare una civiltà moderna e va da sè pure democratica, ci dobbiamo misurare con un’altra forma di civiltà. Dove tutto è sacro sia a livello individuale che sociale ed infine politico. Dunque una civiltà totalmente diversa dalla nostra, contestabile sotto il profilo del costume e della mancata parità dei sessi, ma verso la quale non vogliamo calcare troppo la mano per evidenziare queste differenze. Sembra che dall’alto della nostra presunta superiorità civile e sociale, vi sia una insoddisfazione sotterranea, secondo la quale, al di là dell’aspetto economico ci manchi qualcosa. Come se fosse una sorta di aspirazione verso un ideale che non riesce a saturare le nostre visioni legate allo spirito del tempo presente. E da cui emerge una paura nei confronti di quell’altro competitor della fede, che invece riconosce nel suo Dio quel tutto che a noi manca. Che sia veramente così non è detto. Forse trattasi di una mia impressione. Certo che la questione del Regno Unito che coinvolge addirittura il senso della giustizia ci dà modo per essere sospettosi. Anzi più propriamente per sentirci sottomessi.  

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