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Giovedì, 25 Aprile 2024
Anticaglie

Anticaglie

A cura di Carlo Giarelli

Ad una difesa debole serve almeno un attacco forte

Anche se il titolo rimanda al gioco del calcio, non è questo l’argomento di cui vi volevo parlare. Infatti si tratta di un altro gioco. Quello della prossima campagna elettorale, dove da una parte c’è una difesa debole non suffragata da un attacco forte. Entriamo allora nel merito, utilizzando sempre la terminologia calcistica, della difesa debole. Trattasi di quella del centro destra. L’impressione è che sia entrata in una specie di limbo. Dove è vero che esprime, pur con qualche differenza fra le sue varie componenti, le proprie aspettative riguardo a dove deve incamminarsi il paese. E mi riferisco alla flat tax, alla riforma della legge  Fornero e all’annoso problema dei migranti che oggi sbarcano sulle nostre coste, in modo talmente numeroso che non si sa come accoglierli. Tanto che il fenomeno con l’attuale ministra Lamorgese, in tutt’altra faccenda affaccendata, sembra diventato una specie di liberi tutti senza regole né controlli. Inutile a questo punto parlare di  dar loro, intendo ai migranti, una accoglienza dignitosa. Continuando con le riforme, si prospetta quella costituzionale per dare all’Italia un  sistema presidenziale e poi quella giudiziaria con le separazione delle carriere. Viceversa per le bollette energetiche ancora si brancola nel buio, non sapendo in realtà cosa fare per sostenere cittadini ed imprese, visto l’assoluta insufficienza delle rinnovabili, su cui soprattutto i verdi hanno sprecato parole al vento. A questo programma chiaro, di cui ho illustrato le parti più salienti, la sensazione è che tali proposte non siano sufficienti a smuovere le coscienze. Un sentore di buon senso le accompagna, ma sembra mancare il tono drammatico dell’urgenza che la situazione comporta. Insomma tali riforme, giuste o sbagliate che siano, non manifestano ,almeno nella forma, quel carattere di  assoluta e inderogabile necessità che nella condizione attuale di stagnazione del paese, dovrebbe apparire come evento  da raggiungere al più presto. Impressioni. Dall’altra parte invece si gioca all’attacco. In modo se vogliamo anche infantile nella forma e altrettanto  nella sostanza, ma  senza alcuna riserva mentale. Addirittura con alterigia. E soprattutto con l’astio di snobbare chi gioca sul palleggio e si rifiuta di giocare duro e se occorre  gettare la palla in tribuna. In sostanza per la sinistra il gioco non è fra squadre alla pari. La superiorità intellettuale e quindi di  gioco dell’una, non si concilia con la scarsa preparazione dell’altra. La gara quindi è falsata. Da una parte i buoni, dall’altra i cattivi. Se poi vogliamo rendere le cose visibili indipendentemente dalle fasi di gioco, subentrano per distinguere le due formazioni, il colore delle  maglie. Da una parte il rosso, che da sempre dà allegria e speranza verso il futuro. Non per niente richiama, secondo tradizione, la visione del sole che si volge all’avvenire. Mentre per contrasto, che più differenza non si potrebbe trovare, sta dalla parte contraria, il colore nero. Funereo e portatore di ogni sventura. Per insistere sul tema, su un lato si acquartierano gli eletti, coloro che ambiscono ad una meravigliosa visione di un futuro accogliente e tollerante, dall’altro invece i neri, considerati le forze oscure della reazione. Questi ultimi, razzisti e fascisti pericolosi a prescindere, la cui legittimità sul campo di gioco non dovrebbe essere concessa. A questo punto non vale la pena citare   i vari  messaggi con foto bicolori tutti discriminanti i cattivi, che Letta ha ideato per la gente e che compaiono sui vari quotidiani. Basta e avanza che ogni bruttura sta da una parte, mentre ogni  meraviglia dall’altra. Ho definito prima questa posizione, dicotomica fra buoni e cattivi, di tipo infantile ed in effetti lo è nella sua aprioristica contrapposizione di  idee e valori. Ma in soccorso a questa, viene in aiuto una visione più organizzata di gioco, legata alla cosiddetta superiorità culturale, da parte naturalmente della sinistra. Sempre affetta da una specie di ossessione di superiorità culturale e morale che possiamo anche definire una vocazione gnostica di cogliere sempre e comunque la verità. Non valga allora l’idea, secondo questa filosofia, di giocare contro qualcuno considerato inferiore e tutto sommato un nemico da battere. Meglio, molto meglio, dare una visione di una falsa imparzialità coinvolgendo l’arbitro. Quali le motivazioni per indurlo a scegliere da che parte stare? Essenzialmente due. La non appartenenza all’alleanza atlantica e conseguentemente la partecipazione alla Nato da parte dei neri e la presunta amicizia con Putin. Oggi considerato il nemico numero uno della sinistra,  che in seguito a varie trasformazioni è diventata, dal tempo dei poveri e derelitti, l’espressione politica oggi dei ricchi.  L’altra motivazione, riguarda, lo sfascio dei conti pubblici legati alla flat tax ed in genere alle politiche della destra. In grado, secondo la visione dei  presunti  progressisti, di condizionare l’aumento vertiginoso dello spread e il crollo in borsa, causa il mancato investimento dei vari operatori esteri verso i nostri titoli di stato. Detto così, l’arbitro non può più essere imparziale. Paradossalmente non per disonestà, ma causa la cosiddetta eterogenesi dei fini, per obbligo morale  è costretto a scegliere. In quanto non è più la partita in campo che conta, ma quella  più importante che riguarda l’Italia. Stando così le cose, quale il compito della destra? Prima di tutto sistemare la difesa. Che non solo, ha già ribadito di stare dalla parte occidentale e della Nato, tanto che pur tutelando gli interessi nazionali, ha  dichiarato di voler far parte dell’Europa  e per nessun motivo, intende lasciarla. Per quanto riguarda la Russia, già è stata presa una posizione ufficiale contro l’invasione dell’Ucraina e non si vede come questa potrebbe essere fraintesa se non per puro spirito di critica pretestuosa. Per concludere a proposito della difesa, l’importante è tranquillizzare i mercati. In quanto solo il centro destra con la revisione del reddito di cittadinanza e di altre forme di sprechi, è in grado di mettere i conti a posto ed evitare buchi di bilancio, oltre a quelli già realizzati dalla sinistra sempre sensibile ad ottenere voti in cambio di  concezioni, di favori e di benefit. Se questa è la linea di difesa, anche l’attacco deve essere riorganizzato. La sua sistemazione riguarda il problema dei problemi, ossia quello etico che mai viene considerato, anche dalla parte destra, nella sua urgenza e gravità. Il riferimento va al suicidio assistito, il cui paladino è l’ex euro deputato Marco Cappato. Seguono il ddl Zan contro l’omotransfobia, che di fatto agisce abolendo i generi tradizionali, a favore dei nuovi sulla base dei desideri individuali. Quindi, altra urgenza riguarda il problema dell’aborto da sempre sostenuto da Emma Bonino, con l’impegno almeno a regolarizzarlo attraverso politiche di sostegno anche di tipo psicologico per le gravide. Mentre verso la sua abolizione, la situazione appare più difficile. In quanto ci si è messa recentemente contro  anche la Chiesa, la quale attraverso Mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, ha dichiarato che la legge 194 è ormai un pilastro della nostra società. Insomma con questa formazione rinnovata, la squadra dei neri non ancora assuefatta per scarso allenamento alla gara, potrebbe garantirsi una risposta molto più chiara e decisa da parte  dell’opinione pubblica. I cui favori attraverso gli spalti pieni di sostenitori, potrebbero offrire quell’entusiasmo indispensabile al centro destra per farlo vincere. In questo modo  l’arbitro e parlo questa volta del nostro Presidente Mattarella, potrebbe convincersi a premiare il vincitore di una partita elettorale che all’inizio poteva sembrare falsata, ma che via via si  dimostrerà autenticamente vera. Aggiungo che il terreno di gioco è il paese e che, ad erba del campo già pronta per la gara, arbitro e segnalinee devono essere imparziali. Al fine di vedere in quale porta la gente vorrà spingere i palloni da goal.            

Ad una difesa debole serve almeno un attacco forte

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