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Giovedì, 25 Aprile 2024
Anticaglie

Anticaglie

A cura di Carlo Giarelli

All’armi, all’armi son fascisti

Il titolo ricorda, è vero, un vecchio coro fascista che alcuni (pochi) conoscono, cui ho cambiato la coniugazione del verbo sostituendo la prima persona plurale con la terza. Sembrerebbe questo poca cosa, solo una banale regola grammaticale, ma è sufficiente per cambiare tutto. Quindi non per fare un ritorno al passato, ormai morto e sepolto, ma per denunciare la vulgata che oggi domina quasi tutti i social media, secondo la quale chi non è di sinistra è un bieco fascista. La storia ha una sua regola legata al tempo. Quando questo cambia invecchiando, quasi sempre cambia anche il modo di intendere il passato.  Infatti dal fascismo come movimento e partito politico ormai sono passati quasi ottanta anni. Dunque tutto è cambiato, la realtà come la sua interpretazione, tanto che il sistema democratico, subentrato al fascismo storico, è ormai un fatto certo e compiuto e nessuno lo mette in discussione. Per la verità nell’animo umano c’è sempre qualcosa di incompreso che può anche estrinsecarsi in una rivendicazione violenta, che però non torna coi tempi che corrono. Intendo dire che le malattie esistono anche sotto il profilo dell’interpretazione storica degli eventi. Trattasi di incomprensioni, frustrazioni e quant’altro può accadere di inspiegabile nella mente umana, che non fa prendere atto della nuova realtà, ma che si nasconde in certe pieghe dolorose del passato fraintendendo scopi, mezzi ed azioni. Dunque in sintesi, in questa follia, si può giungere a contrapporre alla vera realtà un’altra immaginata con la speranza, meglio definire ossessione, di cambiare corsi e ricorsi. Contrapponendo agli errori i presunti pregi e ai danni compresi morti e carneficine varie, una visione opposta legata a interpretazioni malate dei fatti.  In cui fantasie pericolose e ossessive  giungono a soddisfare i peggiori istinti  aggressivi, che pur fanno parte dell’animo umano. Ma ritorniamo al titolo. Per esso, se proposto nella originale coniugazione, nonostante gli anni trascorsi, ci sarebbe un ritorno del fascismo. E’ un processo questo che sembrava sepolto fino dagli anni settanta e ottanta. In quei tempi la contrapposizione politica si centrava su due partiti egemoni della vita politica. Il Patito comunista, il PCI per intenderci e quello democristiano, la Dc. In posizioni di rincalzo il partito socialista, PSI e ancora più defilati quello repubblicano e il liberale. L’unico partito che poteva definirsi nostalgico era  quello missino con sigla MSI, che era di fatto escluso dall’arco costituzionale. Nessuno allora pensava al pericolo di un ritorno di fiamma contenuta nel simbolo di quel partito. Poi tutto evolve. Cambiano  le sigle  dei partiti ed alcuni addirittura scompaiono o si riducono di molto per azione di Mani Pulite.  Causa una precisa presa di posizione da parte della Magistratura  milanese, che  voleva cambiare le cose, rivoltandole come un calzino  causa il dilagare della corruzione politica. Non è qui il caso di continuare  a descrivere quello che ormai sappiamo, ma solo riscontrare un fatto. Che di fascismo non se ne parlava quasi più, dopo che lo stesso segretario del Msi divenuta Allenza Nazionale  e parlo di Fini a domanda rispose che il male assoluto è stato il fascismo. Cambiano ancora le carte in tavola della storia. Sta di fatto che nonostante la democrazia fosse riuscita  a vincere la contestazione violenta legata ai cosiddetti  anni di piombo, con il concorso di tutte le forze politiche, qualcosa è mutato soprattutto a sinistra, ormai in fase di rielaborazione dottrinale. Tanto da diventare altro da sé.  Col risultato di non essere più egemone del partito dei lavoratori e in genere delle classi povere, per diventare forza economica di stampo borghese, legata ai centri di potere. Così facendo, per non perdere la faccia oltre ai voti, doveva pur reagire creandosi un alibi contro soprattutto il centro destra che cominciava a scandagliare le periferie delle citta per interpretare le istanze del popolo. E mi riferisco a quello vero che fatica ad andare a fine mese e non quello inserito solo a parole nel vocabolario della sinistra. Non rimaneva che trovare la soluzione al cambiamento di rotta. Individuare il nemico, facendolo risorgere dalle sue ceneri: il fascismo. Con il concorso dei social media, già da tempo  ormai allineati alla mentalità sinistrorsa, considerata più moderna e anche più redditizia in riferimento al potere raggiunto a livello amministrativo ( trattasi della realizzazione dell’egemonia culturale gramsciana) ed  il gioco è stato facile da attuare. Accusare chi non è d’accordo,  causa collusione con il fascismo, questo il teorema che è stato  applicato con cura. E non importa se si accusa qualcuno di essere fascista anche se non lo è.  Lo  deve essere per definizione al fine di combattere le forze del centro destra, diventate ormai maggioranza nel paese. Per la verità qui non si vuole negare che esista una sparuta minoranza di fanatici e violenti, i quali, come è successo recentemente alla manifestazione no- green pass a Roma, si appellano ai sistemi dittatoriali quali fascismo e  nazismo di cui si considerano gli eredi. Ma sono solo una esigua minoranza. Un gruppo di malati che ,come prima dicevo, si rifiutano di allinearsi al principio di realtà, contrapponendone un’altra perversa e già  vinta dalla storia, dal senso civico e dalla quadratura morale. Ma ripeto trattasi di una minoranza che forse ha bisogno di essere curata e che per questo deve essere esclusa dal consesso civile per manifesta  inferiorità mentale di tipo  schizofrenico.  Detto questo,  qui ed ora si sovvertono le regole ed il buon senso. Tutti i dissidenti sono fascisti  e si inventa una visualizzazione di un fascismo che sta solo da una parte. Cosicchè la mentalità accusatoria serve a nascondere la propria intolleranza verso gli  altri, diventati per questo nemici, causa l’ incapacità di vedere le cose se non per stravolgerle, creando  la  nuova regola. Dunque gli avversari come dicevo, essendo fascisti, non meritano alcuna considerazione. Lo  sono diventati   sia la Meloni che Salvini e non importa se anche denunciano e condannano i violenti e si dichiarano antifascisti . C’è sempre un retropensiero nei sinistri che non crede a quanto da loro detto. In quanto ammesso sia vero il loro dirsi antifascisti , permane  in loro un peccato originale non emendabile contrassegnato dalla loro fede verso parole come patria , famiglia e religione. Tutte qualità  queste, definite  da una senatrice del Pd, Monica  Cirinnà, espressione di una vita  di m… Per chiudere, il risultato è allora questo: essere bollato come  fascista contro gli antifascisti. Così   la realtà si capovolge al punto che i veri fascisti diventano gli antifascisti. Potrebbe bastare se non ci fosse un altro punto che non deve essere trascurato. Infatti chi accusa i comunisti di essere ancora comunisti? I morti ed i genocidi di quest’ultima ideologia sono superiori a quelli  dei partiti nazional socialisti incluso il nostro fascismo. Ma oggi vantano  una sanatoria mentale prima ancora che politica che li rende immuni dai precedenti errori. Abbiamo prima detto che la storia cambia nel tempo e che alla fine le cose vengono messe nel loro giusto  riquadro, per essere valutate secondo giustizia e moralità. Ebbene oggi la storia non ha ancora compiuto il suo percorso per giungere ad una visione obiettiva dei fatti. Troppo fascismo e antifascismo proposto e sbandierato ad arte a tutti i livelli con fini speculativi, hanno confuso animi e interpretazioni storiche. Quel che finora appare certo è che attaccare sembra più produttivo che difendersi. Questa è una legge della storia. Che vale però solo per un certo lasso di tempo. Poi sopravviene un nuovo spirito  storico come ben diceva il filosofo Croce. Di questo e per questo rimaniamo in fiduciosa attesa.          

All’armi, all’armi son fascisti

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