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Anticaglie

Anticaglie

A cura di Carlo Giarelli

«Dai scienza, pensaci tu»

E' questa una invocazione, una speranza, un desiderio perché possiamo indegnamente, dire anche noi, rivolgendosi al Padre, che tutto è compiuto. L' impressione infatti è che l'uomo sia stanco o abbia perduto la possibilità di far quadrare i conti con la vita

E’ questa una invocazione, una speranza, un desiderio perché possiamo indegnamente, dire anche noi, rivolgendosi al Padre, che tutto è compiuto. L’ impressione infatti è che l’uomo sia stanco o abbia perduto la possibilità di  far quadrare i conti con la vita. Voglio dire che nonostante  alcune prese di posizioni contrarie all’andazzo dei tempi, anche se energicamente motivate( ma non sempre), il flusso storico sembra procedere secondo regole interne che seguono un percorso già scritto. Il fato o destino prevale sul volere degli dei, figuriamoci su quello degli uomini. Il corso degli eventi allora deve completarsi, costi quel che costi, incurante del giusto o del suo contrario, l’errore. Anzi, molto spesso, in modo indifferente a questi valori di natura etica, cui facevo riferimento in un precedente articolo. Entro allora nel merito. La questione riguarda l’adozione da parte di una coppia omosessuale del figlio di uno dei due (coniugi?). In termini di lingua universale, tale viene considerato l’inglese, trattasi dello stepchild adoption. Che significa, comprare prima un ovocita o gamete femminile e poi affittare un utero (se la coppia è formata da due uomini) per la durata  di nove mesi (quanto dura una gravidanza) andandolo  a cercare presso una donna, generalmente bisognosa di aiuto economico, tuttavia ben in carne.

E apparentemente in buona salute, diversamente prima bisognerà  provvedere ad un’opera di restauro e se questo non bastasse ,procedere  alla sua sostituzione, come si fa con ogni fattrice che si rispetti. Cosicché all’antica professione dell’affitta camere dovremo ora inserire nel calderone delle varie possibilità ed esperienze, che  ci offre la vita  onde sopravvivere, anche quella dell’affitta utero. Tutto questo in caso di omosessualità maschile. Se viceversa la coppia è solo femminile, la questione si semplifica (si fa per dire). Al posto dell’affitto di un organo, è sufficiente in questo caso, comprarsi un po’ di sperma contenente il gamete maschile. Per entrambi i casi si apre però la questione di scegliere bene il donatore o la donatrice. Infatti per evitare sorprese, meglio selezionare donatori e affittuari. Il ché oggi sembra facilmente realizzabile, ricorrendo alle  possibilità ,dietro pagamento, che alcune organizzazioni, già presenti e fiorenti sul mercato, offrono con ampia gamma di soluzioni, per soddisfare i gusti dei richiedenti. Riguardanti ad es. il colore degli occhi, le sfumature della carnagione, la forma del corpo, le fattezze del viso con relativo corredo di capigliatura ect. 

L’eugenetica tanto vituperata nel periodo dove la dottrina della purezza ariana, rappresentava l’asse portante di una dittatura spietata contro chi non era della stessa fede sia di razza che di dottrina, ora si ripresenta in veste più moderna, non arrogante, quasi umile onde essere accettata senza timori o complessi di colpa. In fondo  la tattica  si riveste di ipocrisia per evitare di imporre come coscienza pubblica quello che può essere risolto, senza scandalo o clamore, nel chiuso della coscienza privata. Trattasi dell’arte di produrre convincimento senza dare nell’occhio. Poi provvederà la storia a rendere possibile quello che oggi non sembra ancora completamente accettabile. La coscienza individuale infatti è destinata a cedere di fronte a quella collettiva, una volta che questa è stata ben manipolata secondo un preciso fine. E chi resiste è un retrogrado, un antisistema, un fanatico laudatore di un tempo che non c’è più. E che per giunta non deve nemmeno più esistere. Per la verità ancora condizionati da un passato di cui vediamo gli ultimi bagliori, non tutto si svolge in modo piano e senza contrasti. C’è chi infatti protesta, sono i sostenitori della famiglia tradizionale con il concorso della Chiesa.

Ma l’impressione è che manchi qualcosa a questa protesta, in termini di entusiasmo e determinazione nel combattere, considerando la rapidità con cui si è arrivati all’attuale situazione,  che sembra di non ritorno. Accanto a costoro (i protestatari) ci sono anche i piangenti, nostalgici di un determinato modo di concepire la vita, intesa nel senso tradizionale del termine. Ma fra proteste, pianti e risa, prevalgono quest’ultime  che provengono dagli innovatori, spesso  e senza offesa facenti parte del variegato mondo omosessuale, bisessuale e transessuale e  da parte di chi ritiene la società e la famiglia in fase di una evoluzione permanente che dovrà presto ridisegnare, modelli, ruoli e funzioni. Trattasi per costoro di una creazione permanente  cui va incontro la natura e la storia. Una creazione che continuamente si ricrea quindi per modificare vecchi equilibri, sostituendoli con altri in modo apparentemente  incomprensibile, ma inesorabile. Al punto che l’incomprensibile diventerà comprensibile e l’inesorabile un fatto che proprio  grazie alla sua inesorabilità riscrive il  bene, relegando il male a superstizione. In questo stato di cose, ecco perché auspico che la scienza faccia un ulteriore passo in  avanti. Al fine di sconfiggere definitivamente, con la creazione di un utero artificiale, le ancora troppe remore di carattere etico che ancora resistono al destino.   

E ciò ricorrendo anche alla totipotenzialità delle cellule staminali in grado di divenire  spermatozoi e ovuli al fine di completare il processo della natura surrogata dalla scienza.  Così finalmente ci toglieremo di dosso l’imbarazzo di scegliere. O meglio, di dover affrontare lo spinoso tema (ma fino a quando) della compravendita della vita, che ancora pesa sul residuo coscienziale  tuttora presente nell’uomo. In tal modo, i sopravvissuti dell’antico mondo, fra i quali mi ci metto, se ne faranno una ragione. Per questi ultimi, val la pena ricordare i due cambiamenti epocali che finora ci ha dettato la storia. Secondo la quale , come sostiene il mio amico G. Chieregatti, dalla creazione si è passati alla ri-creazione che non vuol dire qualcosa di ludico, come normalmente  si suole intendere. Ma nel suo significato letterale di ricreare la storia, attraverso un Uomo-Dio che si è fatto carico di tutti i peccati del mondo. Accettando l’umiliante sacrificio  della morte in croce per redimere dagli antichi errori tutto il genere umano. Generando, cosi facendo, una nuova immagine salvifica  dell’uomo e del mondo (da cui il termine ri-creazione). Ma, se questo cambiamento è durato migliaia di anni, per non dire milioni, l’impressione è che oggi siamo ripiombati con il concorso della scienza, non più sorretta dall’etica, in una nuova fase, la terza, quella  della de-creazione. Dove l’uomo diventa la misura di tutte le cose. Durerà e quanto? Almeno finché un nuovo bambino comparirà all’orizzonte a dire che il re è nudo. Allora si rimetteranno in gioco tutte le carte e si riprenderà a credere in ciò che fino a quel momento  avevamo perso di vista, accecati dall’idolo dell’uomo-dio (con la minuscola). Nel frattempo non ci resta, per agevolare la storia, che appellarci alla scienza invitandola a fare presto. Prima si cade e prima ci si rialza.

«Dai scienza, pensaci tu»

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