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Anticaglie

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A cura di Carlo Giarelli

Deutchland Uber Alles

La Germania non si smentisce mai, anche in tema di religione per la sua insofferenza nei confronti di Roma e del papato. Tralasciando Lutero, il monaco agostiniano che il 31 ottobre del 1517 affisse le sue 95 tesi alla porta della chiesa del castello di Wittemberg per sostenere nuovi principi dottrinali basati sulla sola giustificazione per fede, in realtà la sua fu soprattutto una ribellione antiromana, dedicata infatti ai “ cari tedeschi”. La Chiesa romana all’inizio prese un po’ sottogamba la nuova teologia luterana. Ma non passarono tre anni che la situazione divenne inconciliabile con Roma ed il papato. Infatti nel dicembre del 1520 , sempre a Wittemberg, il monaco  tedesco dimostra di andare deciso per la sua strada. L’occasione, quella di bruciare, come nemici di Dio, i libri di diritto canonico e  la bolla pontificia Exsurge Domine  di Papa Leone X, onde dimostrare al popolo tedesco che ormai la rottura con la Chiesa romana era senza ritorno. Con tale atto  anche la Chiesa, dopo  tanti tentennamenti, doveva  prendere una decisione chiara e definitiva. Venne così la bolla pontificia di scomunica e le due religioni, per quanto entrambe  cristiane, si separarono definitivamente. Questa in sintesi la storia  per la quale non voglio entrare nel merito delle questioni teologiche, in quanto non coerenti con il taglio del mio discorso. Il quale deve riguardare  la situazione attuale  in seno al cristianesimo. Infatti anche ora cosa succede fra il popolo tedesco? Una dichiarazione da parte dei vescovi  , espressa in un loro recente sinodo, che contrasta nettamente con le direttive romane sostenute dal papa. I motivi del contendere non sono di poco conto, ma invadono e rischiano di stravolgere i tradizionali principi dottrinali che riguardano la Chiesa. Di questi, ne cito soprattutto tre. Eccoli: L’abolizione del celibato dei sacerdoti, la promozione del sacerdozio femminile, una nuova visione di libertà sessuale con la conseguente apertura nei confronti degli omosessuali, che di fatto vantano gli stessi diritti e doveri  dal punto di vista religioso, essendo anch’essi popolo di Dio. Questa contrapposizione nei confronti del papato romano è evidente. Ma ce n’è un’altra e forse la più grave. La mancata obbedienza nei confronti del Papa. Ed a questo proposito, si dovrebbe cercare una prima  giustificazione come avvenne per Lutero nei confronti della situazione romana. In particolare, oggi come ieri, verso il Papa di Roma. Ma con grandi differenze. Ieri per giustificare la rivolta di Lutero, c’era il nepotismo, la mondanità, la  sete di potere ed in sintesi la vita spesso dissipata della curia romana. Ed oggi? Trattasi di una questione legata alla secolarizzazione della Chiesa. Esaminando infatti la comunicazione di Francesco, emerge la sua posizione  modernista, ecologista, e di apertura verso i migranti con una visione dottrinale  che si riduce sostanzialmente ad un principio  di misericordia da parte di  quel Dio che tollera ed ama  tutti, ma non punisce, se non chi violenta la natura assoggettandola all’egoismo del modello occidentale. Indubbiamente questi insegnamenti hanno rappresentato un certo cambiamento di visione fra i fedeli. Creando una situazione che fino a poco prima di questo pontificato sembrava impossibile, al fine di rompere un equilibrio. Fra il sostegno ed il dichiarato appoggio verso la posizione del Papa da parte  paradossalmente dei non credenti o dei  cosiddetti fedeli adulti e viceversa una certa diffidenza da parte dei fedeli chiamiamoli tradizionali.  Per questi ultimi infatti il Vicario di Cristo che di fronte a questioni dottrinali e di comportamento dice: “chi sono io per giudicare”, lascia obiettivamente perplessi per quanto riguarda la stessa autorità del Papa. E  per i più tradizionali fedeli anche per la sua autorevolezza, attraverso la comparsa di un processo di secolarizzazione che ha determinato una certa caduta dello stesso ruolo papale. Diventato per i motivi detti, un pastore poco carismatico ed ultimamente incerto sul da farsi. Come se la sua ventata di modernità e di apertura verso il mondo senza l’adeguata convinzione ( così viene da molti inteso) di essere il Vicario di Cristo , lo avesse privato di un carisma che in chiave religiosa può derivare , non tanto dalle cose terrene, ma da quelle che le trascendono. Trattandosi di verità che riguardano il mistero, che  si possono comprendere solo appellandosi ai valori eterni, che nella religione sono rappresentati dal sacro. Dunque, per trovare una analogia, può essere successo quello che ai tempi di Giulio II Della Rovere e poi di Leone X, successe  con il monaco  Lutero, che si definiva il Mosè tedesco. Quest’ultimo contro il Papa difensore del potere temporale e della sua degenerazione, mentre  per i vescovi tedeschi una sorta di tradimento . Avendo prestato troppa fiducia verso Papa Francesco dal punto di vista della visione modernistica e secolarizzata del mondo, ma ora delusi causa una certa ritrosia da parte dello stesso pastore di Roma, per non avallare del tutto le sue visioni secolari, quasi pentito di essersi speso troppo in quelle direzioni. Delusione e stizza del tutto umani, possono essere  allora i presupposti da parte di un sinodo tedesco, che abbracciando completamente la modernità non sembra più piegarsi ad una autorità papale  oscillante   pericolosamente fra passato e futuro. E poiché nella Chiesa alberga anche una posizione di potere, oggi i vescovi tedeschi  non ci stanno ad essere ridimensionati dalle attuali titubanze papali. Succede sempre così. Quando una rivoluzione inizia è difficile fermarla. Le  nuove aperture  legate alla secolarizzazione hanno ormai preso il sopravvento. La dottrina non conta  e se conta si può sempre  modificarla ad usum populi. Per concludere, il mondo secolarizzato sta in attesa di vedere soddisfatte le sue  pretese, considerate certezze. Le leggi dell’omogeneizzazione  dei comportamenti per gran parte tutte improntate alla tolleranza  nei confronti del diverso, dimostrano che le uniche  cose certe, sono  solo sulla terra e la sua vestale è la scienza. Quindi la religione è diventata terrena, mentre al cielo è affidata, per grazia di Dio, quello ancora rimasto, solo la misericordia. Stando così le cose, diventa difficile ricomporre il quadro unitario fra le due posizioni: quella romana e quella tedesca. Il pericolo di uno scisma, rischia di diventare sempre più reale. Ed il responsabile è l’ attrazione che il mondo  moderno esercita sulla religione e di cui la fede tiepida o assente ne è la conseguenza. Ma in  questa condizione non dimentichiamo la responsabilità dell’attuale Papa, che anche in terra non tedesca ha messo le premesse della futura crisi. Una giovane sacerdotessa l’aveva già predetto: il suo nome? Greta Thumberg. E così sia.               

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