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Anticaglie

Anticaglie

A cura di Carlo Giarelli

E se io decidessi di chiamarmi…Carla

Forse sarebbe tardi. Ma la possibilità oggi esiste. Per la verità non ho mai avuto problemi nel vedere finire il mio nome con la vocale o, al maschile. Infatti masculo anche se non siculo sono. Cosa ci volete fare se la natura mi ha reso di un sesso che oggi non va più di moda

Forse sarebbe tardi. Ma la possibilità oggi esiste. Per la verità non ho mai avuto problemi nel vedere finire il mio nome con la vocale o, al maschile.  Infatti masculo anche se non siculo sono. Cosa ci volete fare se la natura mi ha reso di un sesso che oggi non va più di moda. Se devo dire la verità fino a poco tempo fa non me ne ero mai accorto.  Anzi ero orgoglioso di quel che  ero e sono. Nessun dubbio e nessuna titubanza.  L’anatomia che ho studiato con passione e poi ho applicato come chirurgo mi offriva questa certezza. Guardarmi allo specchio  favoriva  il dato indubitabile che dovevo appartenere  al genere un tempo dominante ed ora in netta regressione nella considerazione pubblica. Per la verità era un dominio di facciata perché da sempre l’altro genere quello cosiddetto gentile o anche debole   ha sempre  di fatto condizionato quello forte. Considerato tale solo per questioni di una cosiddetta superiorità fisica, che appunto definiva la forza. Da questa presunta forza non nego che si è creata, durante tanti fasi storiche, una discrepanza verso la donna. Relegata al suo ruolo di madre e di ancella dell’uomo guerriero. Altri tempi anche se come dicevo ogni evento storico ha avuto nella natura della  donna la vera anima, nel bene o nel male, di ogni situazione e di ogni avventura. Lo dimostra tanto per chiarire il  Genesi se l’intendiamo come libro, ma che oggi è meglio chiamare con l’articolo la, quanto tutto viene declinato al femminile. Quindi la Genesi come nel campo delle malattia ( femminile) la colora, la morbillo, mentre per  l’ Aids ce la caviamo con l’apostrofo. Dunque dicevo il Genesi con   l’episodio della mela. Mangiata prima da Eva e poi data al maschio  Adamo che soggiogato dall’avvenenza e dall’ ambizione della compagna, non poteva far altro che assecondarla. Da sempre è così. Ma oggi la condizione femminile sta cambiando. Non più artefice delle cose ma sottomessa, oggi è artefice e  in condizione paritaria con l’uomo. Anzi  per riferirci al genere, si assiste ad una evoluzione. Dove il carattere dominante diventa quello femminile. Infatti se poche donne sono insoddisfatte del loro stato in fatto di genere e vorrebbero attraversare il confine biologico , viceversa questo  avviene di rado. Infatti succede soprattutto fra gli uomini, forse perché, consapevoli della loro perdita di ruolo, sono attratti come le falene da un genere diverso e che oggi garantisce un maggiore successo. Infatti anche se le donne sono ancora in minoranza nelle varie istituzioni, tuttora, ma ancora per poco, territorio di caccia per l’uomo, lentamente le cose stanno cambiando. E fra non molto assisteremo ad un cambiamento di condizione  e di impatto sociale. Esaminando  i dati non sembra vi siano dubbi. Le donne studiano di più dei loro compagni maschi e si laureano in numero  maggiore e con voti decisamente superiori. E nessuna facoltà è loro preclusa perfino quella e parlo nell’ambito medico, della chirurgia, un tempo patrimonio del solo genere maschile. Da questo si deduce che il futuro è donna. Ritorno allora alla mia vocazione iniziale. Quello di voler mantenere ( lo ammetto) l’abitudine dominante del maschio,  ( ma ho già detto che trattasi  di apparenza) in cui per la verità io stesso mi sono crogiolato causa il vizio biologico di partenza,  trasferendolo di genere. Dunque in un’altra forma che oggi e ancora di più, domani sarà sempre più vincente e dominante .  Insomma sto parlando  del cambiamento di sesso. Per la verità non tutto avviene senza problemi. Il cambiamento di genere a volte non è così repentino. Esistono infatti condizioni intermedie. Quella dei trans che vorrebbero essere una cosa e l‘altra. Indecisi se scegliere la vocale a oppure la o. Il mito dell’androgino di Platone li condiziona e nello stesso tempo li imprigiona. Ma essere entrambe le cose sul piano filosofico  non sempre o  quasi mai si sposa con la realtà. Che della filosofia spesso non  se ne cura per niente. Rientrando allora nella realtà, le situazione vede prevalere il cambiamento di genere dal maschile al femminile. Intendiamoci, la biologia oggi cade di importanza e non è più determinante. Quello che conta è il sentirsi appartenere ad un genere indipendentemente dalla condizione anatomica. Trattasi del trionfo della libertà secondo  i proponenti del ddl contro omotransfobia,i cui nomi sono Zan e Scalfarotto. Per loro infatti l’identità di genere rappresenta una libera scelta di ogni individuo e se va contro il determinismo della natura che insiste sulle differenze anatomiche, pazienza. Questa, per  i due, non può condizionare ogni desiderio, perchè a sua volta ogni desiderio deve essere considerato un diritto. Dunque,  che  nessuno possa  discriminare ogni identità di genere desiderata. Diversamente si è accusati di un crimine. Entriamo allora nel merito. Se voler cambiare sesso è una libertà può essere anche un modo di reagire contro la noia del vivere. Fra la noia ed il dolore in cui si dibatte la vita secondo Schopenhauer, l’illusione di cambiare le carte in tavola dettate dalla natura, può rappresentare il senso dell’onnipotenza dell’uomo che diventa hybris, nei confronti di quel Dio già morto sec Nietzsche. Diventare donna diventa la riproposizione dell’evento, già citato, del Paradiso terrestre. Mangiare la mela e disobbedire a quel Dio che oggi agli occhi di un’umanità balbettante, è passato di moda.  Disobbedire vuol dire oggi cambiare di nome e sesso. Come se nascessimo tutti in modo indifferenziato e poi ognuno decidesse a quale genere appartenere. Le mode in questo senso aiutano  come pure lo stato di insoddisfazione e il desiderio di  disobbedienza e di provocazione. Essere diversi da quello che si è e come cercare di apparire senza essere. Tanto che se  uno vuole violentare la natura lo può fare. La chirurgia offre una giustificazione al desiderio. Non proprio un rimedio ma  al massimo un tentativo di rimedio. Come se la natura oltre un certo limite non potesse essere violentata. Ebbene stando così le cose ritorno alla mia natura di  discriminato  oggi  come maschio e rinuncio a modificare il mio nome in Carla. Troppe le cose da cambiare. Una parrucca bionda non sarebbe sufficiente. Chili di cerone per nascondere pieghe e lassità dei tessuti  neppure.  E poi  c’è la questione di barba e peli da sottoporre quotidianamente al taglio del rasoio e a creme depilanti con l’ausilio di cerette. Ed il rossetto, come e  quale usare? Fatto questo rimane il problema delle forme. Senza curve e con il lato B appiattito non si va da nessuna altra parte. E qui intendo l’altro genere. Per tutte queste ragioni rinuncio al cambio di nome. So così facendo di essere poco moderno ma preferisco accettare il mio limite che mi ha fatto uomo e non donna. In fondo se divo dire la verità, tutta la verità, io mi sono trovato sempre bene nel mio stato. Ed il mio vero desiderio è sempre stato quello di trovare il dissimile , vale a dire la donna, ma in un’altra persona non nella mia. Pazienza, ma accetto la mia condizione, senza protestare e senza recriminazioni.  In fondo non l’ho voluto io. L’ho subito, vero, ma   mi sono sempre trovato  bene. Dunque perché cambiare?  

E se io decidessi di chiamarmi…Carla

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