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Anticaglie

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A cura di Carlo Giarelli

Elogio della ignoranza

Chi come me non condivide fatti ed idee oggi diffuse e che vantano il consenso della maggior parte delle persone, è considerato un ignorante. Un individuo che non capisce i tempi e le mode e , questo è il torto più grave, non capisce nemmeno il significato delle stesse parole che oggi vanno per la maggiore. Quali populismo, democrazia, tolleranza, omogeneizzazione in fatto di comportamenti e comprensione per ogni problema etico esistente, senza nulla eccepire. Ecco allora che viene a proposito, la parola etica. Cosa vuol dire? Nulla, in quanto se esiste ognuno vanta una propria definizione per poi proporre una propria soluzione. Infatti diventa oggi inutile intestardirsi sulle cose del passato che ponevano limiti e differenze a proposito delle nostre azioni. In un clima come il nostro di mondializzazione delle culture, chi si ostina, questo è il punto, a non assoggettarsi al luogo comune, inteso come espressione di cose corrette, è appunto considerato un ignorante. Ebbene qui non si tratta di fare della retorica, né di richiamare il famoso detto di Socrate del so di non sapere. No, no, qui bisogna solo essere convinti della nostra estraneità alle cose del mondo, così come appaiono, ed accettare la definizione reale di essere ignoranti nel più autentico significato della parola. Anzi nella sua accezione peggiorativa che non è quella di non sapere, ma di ostinarti a non voler sapere. Faccio qualche esempio per farmi capire, anche se ignorante come sono, non mi è facile centrare il bersaglio. Prendo allora spunto dai giornali, anche se non sono sicuro, per le mie note incapacità cognitive, di comprenderne fino in fondo il significato dei loro articoli. Comincio con l’argomento, oggi chiamato gender, il cui significato è quello di abolire le vecchie definizioni di maschio e femmina, modificandole a piacimento. Lo sostengono le persone oggi considerate intelligenti e parlo di alcuni sociologi o pseudo scienziati per le quali il sesso non è un fatto biologico, come noi semplici ignoranti pensavamo, ma una disposizione culturale che consente di superare antiche barriere troppo anatomicamente prevedibili e anche troppo antropologicamente determinate. E’ il cosiddetto pensiero debole basato sulle moderne convinzioni, che vanta la pretesa di diventare più forte di quanto stabilito dalla natura. Infatti trionfa oggi la comunità Lgbt che con la presupponenza di colpire nel giusto contro i biechi tradizionalisti ( e ignoranti), manifesta il suo orgoglio con manifestazioni di orgoglio lesbico-gay-transex- bisex sostenendo anche il nuovo concetto di famiglia. Anzi di famiglie al plurale dove attraverso la maternità surrogata e la fecondazione assistita eterologa, la situazione genitoriale si è trasformata in una nuova situazione fino a ieri impensabile. L’uomo e la donna non esistono più ed i genitori diventati genericamente numeri 1 e 2 possono essere dello stesso sesso. Ma che dico, solo l’ignoranza mi spinge a parlare di sesso tradizionale, perché oggi questo non esiste, vanificato dalla pratica tecnologica che cambia a piacimento gli ammennicoli che ci portiamo appresso. Infatti recentemente a Trento un padre anzi un genitore, trasformato in un numero non precisato, diventato transessuale, ha fatto modificare il certificato di nascita dei propri figli con il suo nuovo nome femminile. Comunque il sesso influenza anche quella cosa che prima chiamavo etica, senza sapere attribuire a questa parola un significato preciso, causa l’ignoranza che mi perseguita. Questa la notizia. A Rimini durante il gay-pride, si è verificato che il vescovo locale, Mons. Lambiasi abbia invitato la comunità Lgbt a costruire insieme il ponte del dialogo. Che dire se non pensare alla dimostrazione di un appoggio dichiarato? Dialogo dicevo e non diavolo. Quest’ultimo viene invece riservato dal direttore di Famiglia Cristiana, don Antonio Rizzolo, a Salvini, considerato perduto anche sul piano della pietà cristiana. Infatti al razzista Salvini non si possono fare delle attenuanti, quelle al massimo si possono elargire a quei mafiosi che dopo aver sciolto nell’acido qualche essere umano, tra questi anche un bambino come è successo, dimostrano di essere pentiti e di poter ricevere la grazia della riconciliazione con quel Dio che portano a spalla , in forma di statua, nelle grandi processioni popolari. Dove non ci si dimentica mai di fare l’inchino al capo mafia, con tanto di statua fermata ed adagiata a terra, quando il corteo passa davanti alla sua abitazione. All’etica si associa anche la giustizia che non è uguale per tutti, perché più che i meriti, valuta le colpe e le attenua fino a giustificarle quando trattasi non di persone normali, quindi di volgari ignoranti, ma di individui che vantano visioni diverse della vita. Dove droga e sessualità libera e smodata, proposta come dimostrazione di diversità orgogliosa, influenza la giustizia nel senso della tolleranza verso il diverso e nello stesso tempo produce fastidiosa  ingiustizia verso le cosiddette persone normali. L’impressione è che per essere rispettati nei tribunali, bisogna come minimo dimostrare la propria diversità nell’ambito sessuale e se poi si assume qualche droga, questa costituisce un’attenuante. Non meravigliatevi cari ignoranti che non siete altro cui mi rivolgo e scusate se vi dò del mio. Lo dice la magistratura di Torino in un processo per diffamazione che riguardava un uomo accusato di essere drogato e di aver l’abitudine di andare per transessuali. Anche se i fatti risultano veritieri il giudice non condanna e quindi non esiste il reato di diffamazione. Ma il bello è la motivazione. Questa: assumere droghe e diventare transessuali, viste le abitudini attuali della società, non configura più un atto contro la morale comune, quindi non esiste reato. Dopo queste premesse, la conclusione per noi ignoranti è una sola. Guardare ma non fiatare e se proprio si vuole vomitare basta farlo in silenzio e in privato. Nel caso poi che qualcuno di questi individui dediti a droga o a sessualità da strada vi offenda, mi raccomando, non reagite. L’accusa potrebbe rivolgersi contro di voi , troppo fastidiosamente normali, sia per la pubblica opinione che per la giustizia. Perché tanto la droga, quanto la frequentazione di individui dal sesso incerto, al massimo può costituire una cosa disdicevole, ma non una colpa o un reato da condannare. Anche quello un tempo chiamato amor di patria, non regge al nuovo corso anti ignoranti. Viene infatti considerato un reperto storico che per seguire la moda corrente, meglio definire fascista, con un termine oggi abusato ma utilizzato contro chiunque non si sia uniformato al parlare corretto . Lo dimostrano le femministe ( il fatto accadde l’8 marzo 2017) che si sono denudate con tanto di pelo al vento davanti al Vittoriano e per di più davanti ad un minore che di fronte a tante assatanate nel mostrare i genitali, non si sa quale indirizzo potrà assumere nella sua vita futura, in fatto di scelta fra le varie opzioni gender. Anche in questo caso nessun reato. L’offesa alla patria, parola oggi sostituibile , sempre secondo le femministe del me too, con matria, non esiste e se fosse esistita è soltanto di natura simbolica. A questo punto rinuncio a capire anche se il fatto non è una novità. Da un ignorante cosa volete pretendere. 

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