Fra destra e sinistra bisogna saper scegliere
I motivi della scelta sono diversi che cercherò di elencare. Tralasciando la ormai stantia e stancante polemica fra fascismo e antifascismo di cui per la verità si fa fatica ad individuare la buona fede di coloro che accusano gli avversari politici inclini al centro destra, una cosa va detta. Costoro si dimenticando che esiste anche il comunismo nei confronti del quale non è stata fatta alcuna abiura, ma sembra vi sia una coltre protettiva di dimenticanza o meglio di giustificazione legata ad un generico umanitarismo. A riprova che esistono due pesi e due misure, legate a quell’egemonia culturale gramsciana che divide le menti, indipendentemente dai valori, fra buoni e cattivi. I primi che si definiscono antifascisti, ma fascisti di fatto per loro intransigenza, i secondi pure antifascisti ma non considerati tali, nonostante per questioni di età nessuno dei loro epigoni possa avere conosciuto il ventennio. Ma andiamo avanti toccando altri temi. Il primo riguarda il pacifismo. Un valore questo che riguarda tutti e che soprattutto la chiesa di Bergoglio spesso sottolinea, specie in riferimento alla guerra russo ucraina. Ma anche in questo caso delle differenze esistono fra destra e sinistra. Non tanto perché uno di questi due schieramenti si ispira alla guerra. Non sia mai. Tanto è vero che la posizione a favore della Ucraina contro l’invasione russa non si discosta fra Letta e Meloni, quindi fra le due forze contrapposte. Tuttavia, indipendentemente dalle posizioni ufficiali, la narrazione sembra tocchi posizioni diverse. Da una parte infatti, considerata da sempre guerrafondaia, c’è il sospetto che stare dalla stessa parte nei confronti della sinistra, buona a prescindere, non sia pienamente credibile. La sintesi diventa lapalissiana, ed il buono non può essere equiparato al cattivo. Siamo sempre lì. Ideologia di un tipo contro quell’altra di tipo diverso, nonostante oggi queste ideologie, siano ormai talmente sfumate da non rendersi addirittura apprezzabili, al punto di confondersi. Lo dimostra l’attuale Pd, ormai diventato partito Ztl, in quanto rappresentato soprattutto nei centri storici delle città, mentre è quasi assente nelle periferie, luoghi ormai di pertinenza destrorsa. A dimostrazione che l’antica motivazione popolare della lotta di classe a sostegno delle categorie deboli e bisognose, è diventata altra cosa. Trasformando il vecchio partito rivoluzionario in quello della classe borghese, inclusa una certa categoria di professionisti e di intellettuali, interessati solo al potere, quello economico in particolare. Se dunque così va il mondo, anche i temi etici diventano occasione di divisione fra progressisti , per definizione moderni e proiettati verso il futuro ed i soliti conservatori, secondo la vulgata definiti retrogradi. E questo in riferimento perfino alla scienza, che offre in fatto di evoluzione della stirpe umana, nuove impensabili, fino a ieri, soluzioni. Insomma da una parte e mi riferisco a quella retrograda, si sostiene ancora la famiglia naturale e tradizionale con i suoi diritti ad esistere, che comprendono anche il diritto alla vita, qualunque essa sia e proprio per questo in antitesi verso l’eutanasia. Intesa come morte volontaria medicalmente assistita, che in realtà diventa legalizzazione al suicidio. Andiamo allora dalla parte opposta. Quale la posizione progressista? Esiste ancora in questa la salvaguardia della famiglia? No. La famiglia tradizionale è una invenzione del passato. Nella disforia di genere, dove ognuno può scegliere da che parte stare in fatto di sessualità, il desiderio comanda e la tecnologia ti dà una mano attraverso la somministrazione di farmaci che bloccano la pubertà. Ne scaturisce che nella nuova famiglia progressista, la distinzione uomo donna è arbitraria, non esistendo più il genere che con un vecchia terminologia veniva chiamato maschile e femminile. Lo dimostra il Ddl Zan che auspica il matrimonio egualitario dove le unioni gay diventano l’insegna della modernità. Dunque questa modernità che avanza, ha bisogno di nuove regole al fine di abbattere i vecchi pregiudizi. Un kit fai da te infatti, fornisce lo spermatozoo per raggiungere ugualmente la gravidanza. L’uomo padre non esiste perché non deve esistere, in quanto superfluo e perfino dannoso considerando la sua vocazione legata alla vecchia supremazia di genere. In sostanza la donna vanta il pieno diritto alla propria vita sessuale, indipendentemente dall’uomo e di conseguenza il diritto all’aborto. Ho parlato prima di temi etici ma secondo le nuove usanze è ancora giustificata la parola etica? I dubbi ci sono, ma riguardano i soliti destrorsi, ritenuti superati e quasi infantili nel mantenere le vecchie tradizioni in fatto di sesso e famiglia. Se poi per darsi un contegno ed una giustificazione, tendono ad appoggiarsi alla religione cristiana, la loro condanna diventa certa da parte dei modernisti. Lo dimostra, tanto per fare un nome, Salvini con le sue goffe e plateali esibizioni di credente con tanto di crocefisso appeso al collo, che ha suscitato la critica e la disapprovazione perfino da parte della Chiesa, a dimostrazione che nel campo del sacro le cose sono cambiate. La soluzione è che bisogna dedicarsi agli aspetti umani ed umanitari ed accontentarsi di questi. Infatti se lo stesso Papa Bergoglio è stato equivoco su questi temi, recentemente una analoga posizione è stata assunta dal cardinale, mons. Matteo Maria Zuppi, Presidente della conferenza episcopale. Il quale presentatosi al meeting di Rimini, ha preferito dedicarsi al tema della pace, sostenendo la necessità dell’accoglienza verso tuti i migranti senza porre condizioni. Se ne deduce allora che anche la Chiesa sembra dare una mano a quella parte dell’elettorato di sinistra, la quale verso il problema dei migranti ha fatto la sua vera bandiera di valori volti al tema umanitario. Per questa stessa ragione sinistra e Chiesa sembrano andare d’accordo con buona pace da parte della Meloni e di Salvini. Cosicchè il vecchio schema fra buoni e cattivi si riproduce con l’avallo del sacro secolarizzato. Trattasi allora del poter che unisce due poteri. Quello politico e l’altro religioso. Si potrebbe ora aggiungere che tutto questo non rappresenta nulla di nuovo rispetto al passato. Infatti è sempre accaduto che i poteri civile religioso si alleano. E se poi, come ha dichiarato Palamara ,anche la Magistratura sembra collusa con uno di questi poteri, stiano attenti i vari Salvini, Meloni e Berlusconi, oltre alla esile galassia dei partitini di centro. I sondaggi dicono una previsione a loro favore, ma la realtà potrebbe essere diversa. Io non lo spero, ma lo temo. Per questo chiudo con una frase di Caligola. Oderint me dum metuant. Mi odino pure, purché mi temano. Ma non è detto che il solo essere temuti, sia sufficiente a vincere. Infatti come disse un vecchio democristiano, un certo Gava, vince chi teme di perdere. Prosit