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Anticaglie

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A cura di Carlo Giarelli

Fra verità e menzogna non sempre la ragione vince

Che la società sia in crisi, è un dato di fatto e l’abbiamo già detto più volte. Che una causa di questo declino sia connesso all’abitudine di propalare fake news, termine inglese cui non si sa perché ricorriamo, al posto di chiamarle false notizie, al di là di come sembra, non è sempre vero. Anzi è tutto da dimostrare. Intendiamoci non voglio fare il paladino delle falsità, termine utilizzato per bollare, sic et simpliciter, le notizie false. Tutt’altro. Voglio solo fare un distinguo e entrare nel merito di quello che noi chiamiamo verità o falsità. Siamo proprio sicuri che fra un principio e l’altro vi sia una incomunicabilità assoluta? Che dunque da una parte vi sia la ragione e dall’altro il torto, divisi come diceva il Manzoni da un taglio netto? Ebbene, poiché ne dubito, val la pena parlarne. Così facendo dobbiamo arrivare al punto di definire quale sia la verità. E prima ancora, chiarirci se questa esiste o no. Per rispondere a tale interrogativo, bisogna ammettere che la verità è sempre un concetto in divenire.  Perché quello che oggi sembra un dato indubitabile, domani non lo è più. Per non confondere le acque, rimaniamo coi piedi per terra e parliamo allora della cosiddetta verità scientifica che al tempo del covid, ha raggiunto il suo massimo livello di certezza. Da questo, nasce un binomio scienza- verità. Ma è tutto vero? Sembrerebbe di sì, ma non va dimenticato che la scienza varia nel tempo quindi si modifica e trasforma i suoi iniziali assiomi. Quindi identificarla con la verità ha senso solo se ci si riferisce al presente. Ma anche in questo caso esiste il dubbio. Quello di una scienza di maggioranza che include il maggior numero di scienziati ed una seconda di minoranza relegata in disparte, perché sostenuta da pochi, che pur si definiscono anche loro scienziati. Se la ragione oggi sembra da una parte, non è detto che questa ragione sarà la stessa domani.  Espressi questi primi interrogativi, dico subito che non mi lascio sedurre, per scomodare la filosofia, da un ragionamento, di tipo sofista in cui sembra lecito dire tutto ed il suo contrario (le cosiddette antinomie). Nemmeno voglio negare il problema della falsità di alcune notizie, che muovono solo dalla doppiezza di chi le pronuncia. Queste esistono e basta, mosse solo da interessi personali. Ma andiamo avanti. Perché oltre a queste, ne esistono altre. E mi riferisco a delle falsità che possono definirsi innocenti. Infatti non essendo pregiudiziali, nascono nel vasto campo delle opinioni dove ognuno vanta la propria. Contestarle a prescindere non rappresenta un servizio alla verità, che, come già detto, non è mai assoluta e quindi non è mai giusto colorarla di arroganza e di intolleranza. Infatti esistono delle falsità dette a proposito. Non con l’intento di focalizzare un preciso argomento, discutibile finché si vuole, ma per sostenere un bene comune che da queste falsità potrebbe trarre giovamento. Dire ad esempio, sempre citando la pandemia, che la vaccinazione non comporta rischio di malattie e di contagio, anche se non vera, come poi è stato dimostrato, spinge la gente verso la vaccinazione, creando la cosiddetta immunità di gregge. Altra fake news alla luce dei dati più recenti, che per quanto non vera (una fake news) ha determinato una certa tranquillità presso la gente. Convinta in questo modo di essere protetta. Al contrario stigmatizzare i no vax rendendoli simili agli untori, come diffusori al tempo della peste e quindi non degni di fare parte della comunità, intesa come l’insieme di coloro che hanno, loro sì, ubbidito ai consigli della scienza verità, può essere elemento di discriminazione. Dunque andiamoci piano prima di denunciare le false verità, come espressioni di errori ed egoismi intollerabili per una società che non accetta ogni forma di dissenso. Ritorniamo allora al concetto di verità. Questa non è sempre identificabile con la ragione, che non sempre guarda lontano. Preferisco infatti sostituire la ragione con la ragionevolezza. Parola più neutra e meno pretenziosa che muove da una componente più legata al rispetto umano e più incline alla tolleranza. Con questo- ribadisco- non voglio affermare che sia lecito utilizzare ogni parola che rivela il pensiero, a proprio piacimento. Esistono infatti delle false notizie, dette esclusivamente per interessi personali, che vanno bollate per quelle che sono e quindi condannate. Ma in quel campo molto spesso coltivato dalla ragione che, per la sua natura basata sulla logica assoluta, non tollera il dissenso, esiste anche una parte apparentemente non ragionevole, che almeno offre l’illusione che non tutto è determinato secondo quella legge accettata come indubitabile.  Dove accusa ed effetto sono così intimamente legati, da non dare spazio a nessuna voce contraria. Trattandosi di una vasta landa questa, in cui alberga anche quel mistero della comprensione delle cose, che sfugge spesso ad ogni catalogazione. In sostanza alla logica che è posta fin dai tempi di Socrate alla base di ogni verità, ne esiste anche un’altra, espressa da quella forma di dissenso che sconfina in un campo apparentemente minato. Abitato da quel tocco di follia che spesso anticipa il già conosciuto con l’imprevedibilità di una scoperta legata alla creatività che vaga in un spazio dove i limiti si sfumano e anche le   certezze diventano passeggere. Insomma per recuperare i miti, un po’ di Dioniso con tutta la sua esuberanza e le esagerazioni del vivere non è detto sia sempre da condannare. In pratica da mettere in secondo ordine, rispetto ad Apollo. Emblema della regolarità e delle esatte proporzioni, anche in riferimento alla bellezza (altra cosa che sfugge alla ragione) cui bisogna uniformare ogni nostra azione. Ma attenzione, ho detto e preciso, solo un po’. Altrimenti la follia prende piede e rompe ogni equilibrio inducendo il corpo a separarsi dalla mente e creando una pericolosa crepa che diventa distruttiva per l’integrità dell’essere. Ecco allora che false verità contrapposte a false certezze sono entrambe suscettibili di critica. Capire questo problema ci può essere utile al fine di non esagerare in un senso o nell’altro. Piaccia o non piaccia, fake news e certezze spesso si fondono e non sempre la ragione è in grado di cogliere in esse la verità.    

Fra verità e menzogna non sempre la ragione vince

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