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Anticaglie

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A cura di Carlo Giarelli

Grazie all'Isis c'è un ritorno al Cristianesimo

Con questo titolo voglio subito rassicurare i lettori. E ammesso ce ne sia bisogno, anche la pubblica sicurezza poiché coi tempi che corrono, meglio mettere le mani avanti, se possibile senza manette. No, non ho cambiato religione e tanto meno sono diventato un sostenitore dei tagliagole del califfato. Ma c'è un ritorno alla religione

Con questo titolo, voglio subito rassicurare i lettori. E ammesso ce ne sia bisogno, anche la Pubblica Sicurezza poiché coi tempi che corrono, meglio mettere le mani avanti, se possibile senza manette. No, non ho cambiato religione e tanto meno sono diventato  un sostenitore dei tagliagole del califfato. Anzi, il titolo mi serve solo per fare un discorso esattamente uguale e contrario a quello sostenuto dagli integralisti islamici. Mi spiego, anche se, per farlo, devo prenderla un po’ alla larga. Comincio. La società occidentale è in crisi, inutile negarlo, come pure la sua cultura che da circa due mila anni, piaccia o no, è legata alla storia del cristianesimo. Una religione questa che sebbene rivolta al cielo, non dimentica la condizione  dell’uomo in terra, con lo scopo di prepararlo  a giungere all’ultima meta. Il che significa edificare la parte migliore dell’uomo, per  presentarsi davanti alla porta finale, chiusa o aperta, a seconda di quanto abbiamo fatto, qui sulla terra. Nel cristianesimo allora, religione  libera e liberatrice, tutto si tiene e nulla si butta per quanto concerne i fatti della storia. Compreso il passato con i suoi Dei falsi e bugiardi, i quali, tutto sommato, avendo gli stessi difetti dell’uomo, suscitavano perfino  tenerezza. Il vecchio mondo pagano allora, inserito, con le dovute modifiche, nella nuova prospettiva di fede, è valso a separare il vero dal falso alla luce della Rivelazione. Non c’era bisogno di  distruggerlo come sta facendo ora l’islam con la religione cristiana, abbattendo templi e decapitando teste. Anzi, il logos greco ed i templi pagani sono stati dalla nuova Parola (Verbo) rivestiti di una nuova veste. Con la quale scoprire e poi correggerei vecchi errori. In altri termini e un po’ semplificando,nel cristianesimo, più l’uomo esercita al meglio i suoi talenti e più guadagna non solo in termini umani, ma in benemerenze celesti. Da qui la promozione, incentivata dal cristianesimo, di tutte le attività finalizzate allo sviluppo della crescita di quell’essere, non sempre comprensibile, che è l’uomo. Quali, le Università per edificare un sapere che desse a chi vive sulla terra, la dignità di sentirsi parte del disegno divino. Le scienze per far comprendere il mistero che esiste dentro e fuori di noi. Quindi le arti per cogliere con le immagini, l’ideale di perfezione che trascende le cose umane.

Di questa rinascita artistica le cattedrali costituiscono l’esempio più significativa, per elevare il corpo e lo spirito verso l’alto.  Ben oltre quindi  le volte, le cupole, i pinnacoli e le guglie che appunto svettano verso il cielo, con l’intenzione quasi di toccarlo. Dunque così stavano le cose fino a qualche tempo fa, pur con i soliti alti e bassi della storia. Finché è subentrata la società dei consumi, intesa soprattutto nel senso  di privilegiare quello che fa comodo, soprattutto nella sfera del quotidiano. Realizzando , e lo dico con una battuta di spirito, la cultura dell’elettrodomestico,  inteso come simbolo   di quello che a noi serve e piace. Senza avventure di natura spirituale che , nell’ottica appunto del citato frigorifero, non solo impedisce, ma infastidisce. E ciò, nonostante gli ammonimentidell’hodiemihicrastibi,  scritti sull’entrate dei  cimiteri, a significare che insomma tutto passa. Compresa la pretesa da parte della scienza  di elevare l’umano  a livello divino. In questo clima esclusivamente rivolto alla terra, ci si è dimenticati sia del Figlio che del Padre. Quanto allo Spirito Santo, la  memoria aveva già dimostrato qualche deficienza.  Cosicché oggi questa terza persona della Trinità è quella meno compresa e il semplice nominarla suscita un senso  di  placita indifferenza, oppure di pietosa compassionenei confronti dei soliti nostalgici della religione. Come se questi, bambini ormai cresciuti,  preferissero perdersi nelle consolante incoscienza dei ricordi, piuttosto di dedicarsi alle  cose che  si vedono, si  provano, si  toccano e che possono dare piacere, senza  bisogno di evocare la storiella di una  nostra dipendenza da un essere superiore.  Come sempre però qualcosa, nella storia va storto, tanto che un tempo si diceva che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Vabbè, andiamo avanti con passi da gigante ed arriviamo ai nostri giorni. Subentra la crisi economica e la fiducia nell’uomo cala al pari delle sue entrate economiche. Nel frattempo aumenta invece la fiducia in chi vedendo il modello occidentale  in crisi, pensa che finalmente le sorti del genere umano possano cambiare. E mi riferisco a quei popoli poveri di beni , frustrati quanto basta, ma ricchi di fede religiosa, verso il loro profeta che è appunto Allah. 

L’unico, il giusto e il  misericordioso che però non tollera l’idolatria, la quale deve essere combattuta in ogni modo, soprattutto con la spada. Ognuno ha i suoi limiti. Il riscatto della storia finalmente può avere inizio e l’esito di questa nuova lotta, la sharia, che richiama il tempo delle crociate, agli occhi di questi popoli può sconfiggere gli infedeli occidentali. Gente di poca fede questa, non solo per l’islam, ma anche nei confronti del cristianesimo, ormai in fase di dimenticanza. La lotta deve essere totale e come si dice, in questi casi senza quartiere. Dovunque devono essere abbattuti, in ossequio al detto  del profeta,  teste e simboli, ricordi questi ultimi di un passato religioso per altro annacquato. Le reazioni , da parte nostra,sono modeste , improntate ad un politicamente corretto che significa in sostanza lasciare fare, fin tanto che  i nostri interessi, non vengano toccati. Intanto si scopre che il nostro stile di vita più che malato è marcio, poichévengono alla luce  scandali di varia natura, la cui unica matrice è il soldo, per i quali scandali,si è disposti a pagare appunto qualsiasi prezzo. Incapaci di reagire, si cede su tutti i fronti. Si acconsente infatti di eliminare ad esempio il crocefisso dalle auleo dai luoghi pubblici con la scusa di non disturbare gli islamici che  considerato il Cristo in croce, un falso. E si risveglia l’indole agnostica già presente ai tempi del primo Carducci (che in seguito ebbe modo di smentire il suo inno a Satana) il quale si schierava contro“ un martire crociato che  ha messo in cruce l’uomo per poi  diffondere nell’aere tanta tristezza”.

Ritornando a noi, recentemente ci siamo dichiarati disposti a cedere anche sull’abolizione del presepe, con le sue statuette, le vecchie in gesso , le nuove in plastica, tipo il  bue o l’asinello che suscitano ancora tenerezza fra i semplici che valgano poco o niente nei valori sociali. Mentre  fanno ridire di compassione l’intellighenzia che invece su quegli stessi valori  pensa divalere molto. Ma quali valori? Nessuno, è la risposta. Basta  solo non vedere, non sentire, non parlare per non compromettere il nostro ormai stanco andazzo di vita. Ed eccoci allora al dunque. Disposti a tollerare tutto, non avevamo previsto l’esagerazione del fanatismo religioso.  Non tanto quello capitato ai cristiani del medio oriente , decapitati in massa, ma poco o punto considerati perché troppo lontani da noi, quanto quello successo alle porte di casa nostra. E mi riferisco all’eccidio di Parigi al Bataclan. Che i fondamentalisti islamici  siano diventati criminali? Il sospetto alimenta la paura e così si ridesta un vago spirito di crociata. Senza una vera strategia, in ordine sparso, qualcuno parte con il proprio carico di bombe per colpire i territori del califfato. Il fuoco, sembra alimentare una piccola fiammella a proposito della vecchia religione cristiana già sistemata in soffitta. Forse la eterogenesi dei fini si sta compiendo e il risultato  è appunto un certo ritorno di interesse per il cristianesimo. Intendiamoci, nessuno si illude trattasi di un presunto ritorno alla fede. Anche se a proposito del giubileo straordinario, voluto dal Papa Francesco, l’apertura della Porta Santa in S. Pietro ha visto migliaia di persone in attesa di attraversarla. Lo stesso è capitato per l’apertura di molte altre porte compresa quella del nostro Duomo, anch’essa percorsa da qualche migliaio di concittadini. Mi vengono allora alla mente vecchie storie di contrapposizioni fra le due fedi. Trattasi è vero di teologia da bar, che riguarda un islamico e un cristiano, già esplicitate in un testo, non ricordo quale, di Messori. La riporto per chiudere alla leggera. Dice infatti il primo (l’islamico) : ma Dio per noi è uno solo come si può pensare che abbia un figlio? Risponde il secondo (il cristiano): per noi Dio è amore come si può penare che uno che ama resti solo? Fermiamoci qua. Non so come andrà a finire questa lotta fra le due civiltà. Mi basta per ora registrare i fatti e pensare che non tutto sia perduto. Se poi trattasi di vero ritorno religioso, questo è tutto da dimostrare. E poiché del doman non v’è certezza, prendiamo  atto di quello che passa il convento, pardon la storia e giustifichiamo allora il titolo: grazie Isis. Amen.

Grazie all'Isis c'è un ritorno al Cristianesimo

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