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Venerdì, 19 Aprile 2024
Anticaglie

Anticaglie

A cura di Carlo Giarelli

Il caro estinto

Qui non si tratta di menzionare un singolo uomo che ha lasciato queste lande di vita terrena, ma tutto un genere. Trattasi infatti del genere maschile che è sempre più in difficoltà, in ordine alla sua sopravvivenza. E non lasciamoci convincere dai fatti che lo vedono aggressivo contro l’altro sesso e perfino capace di atti di violenza che si dipanano fra violenze fisiche e sessuali, che in alcuni casi arrivano addirittura all’omicidio. Perché in tali circostanze, l’uomo maschio manifesta un grave disagio di natura esistenziale. E quando dico esistenziale mi riferisco proprio alla sua esistenza che vuol significare persistenza in un ruolo, il suo, che non lo vede più protagonista come succedeva un tempo, quando la disparità dei sessi nella sfera sociale era tutto a suo favore. Mentre ora è in fase di ripiegamento, con la consapevolezza di una prossima fine. Detto così sembrerebbe che la dialettica fra i sessi sia soprattutto una lotta senza quartiere, con un vincitore ed un vinto predesignati. Anche se questo non corrisponde per le ancora esistenti persone di buon senso che mirano alla tranquillità, alla pace sociale, prima fra tutti quella familiare. Ma gli istinti sono gli istinti e specie nella società attuale dove prevalgono gli egoismi, mentre lo spirito di tolleranza sembra relegato alle prediche del Papa, l’aria di uno scontro fra i sessi per stabilire la supremazia fra i contendenti, sembra prevalere. Per carità nulla di nuovo, la storia ce lo insegna. Ad una primissima fase di matriarcato, ne è subentrata una seconda di patriarcato, dove la forza fisica ha preso il sopravvento su quella di grazia e bellezza. Al punto che una volta trasformatasi in superiorità culturale, causa l’accesso al sapere quasi esclusivo ai maschi, il fatto si è compiuto. Da una parte il dominus, dall’altra la domina, intesa come dominata. Molta acqua da allora è passata sotto i ponti della disuguaglianza sociale, al punto che solo all’inizio del secolo scorso, ci volle il movimento delle suffragette per portare alla donna il diritto di voto. In tutta questa lunga fase storica di disparità di ruoli, la donna per sopravvivere ha potenziato certe sue caratteristiche. Grazia, bellezza e furbizia sono stati i suoi alleati, come Eva insegna, perché quello che non poteva ottenere, ope legis, poteva raggiungerlo con le arti della seduzione. Dopo questa premessa veniamo all’oggi. Nessuno può negare che in campi come quello del lavoro, la donna sia ancora discriminata. Ma per la stessa ragione nessuno può negare che larghi passi in avanti siano stati compiuti da chi ha abbondonato la veste, per indossare, anche a livello simbolico, i pantaloni e così dimostrare perfino sul piano pratico del vestiario, la sua completa emancipazione nei confronti dell’essere maschile. Al punto che nelle Università le donne sono in netta maggioranza e non sentono più la competizione con l’altro sesso per il semplice fatto che stanno ormai vincendo la battaglia culturale. I riflessi sul piano pratico sono evidenti. L’uomo batte in ritirata per diserzione e la donna vede aprirsi nuove strade verso le cariche importanti, nel campo del lavoro oltreché politico e di rappresentanza. Ma c’è di più e parlo del campo della procreazione in cui l’uomo singolo non è più indispensabile. Basta infatti un seme, acquistato in una banca di conservazione di prodotti seminali , perché la donna possa realizzare la sua gravidanza surrogata. Anzi attraverso la valutazione dei pregi e difetti dell’anonimo donatore, può addirittura scegliere il prodotto inseminativo, come se si trattasse di preferire fra i prodotti di un supermercato. Se poi stacchiamo il sesso dalla procreazione, le differenze, se esistono, sono tutte a favore della donna ora che si è convinta della sua piena autonomia. Anche qui nulla di nuovo se non nella consapevolezza da parte dell’uomo di non poter reggere il confronto: lo diceva infatti il vecchio Tiresia, lui che aveva provato ad essere sia uomo che donna. Il quale interpellato dagli dei sul piacere riferito ai due sessi, così rispose: se dobbiamo dividerlo in dieci parti, nove spettano alla donna ed uno al maschio. Tutto quanto finora detto sembrerebbe bastare, ma non ha ancora incluso l’arte della seduzione femminile, innata per grazia di Dio e potenziata poi per grazia degli uomini maschi che discriminando i sessi a loro vantaggio, hanno indotto la donna ad attuare tutte le sue strategie di conquista, finalizzate alla sopravvivenza. Meglio ancora al piacere della sopravvivenza, in un campo dove la forza fisica nulla può di fronte alla forza della grazia sposata spesso all’arte della furbizia. Quella che un tempo permetteva all’essere cosiddetto più debole di diventare in molti casi, per virtù di questa capacità, il più forte. Dal tempo della fatidica mela, l’uomo ha sempre dimostrato la sua debolezza nei confronti di chi esercitava la propria abilità di persuadere, seducendo. E così è stato nel corso della storia fino ad oggi, allorché la giusta emancipazione della parte femminile non si è sposata con il riconoscimento dell’altra parte del corpo sociale, che al posto di accettare il nuovo equilibrio, ha preferito reagire, offendendo. In questa condizione di cosiddetto disagio, due sono le reazioni dettate dalla forza muscolare: la violenza sessuale e quella fisica che arriva in casi estremi fino al femminicidio. Tralasciando quest’ultimo perché trattasi di azione criminale che non ha alcuna giustificazione, merita qualche considerazione invece la violenza sessuale. Da condannare certamente, ma con qualche distinguo. E qui va scomodata l’arte seduttiva, volontaria o involontaria ma spesso non ininfluente. Un’arte questa che oggi si configura in un abbigliamento provocante e in un comportamento talmente libero e apparentemente senza freni inibitori che inducono il maschio all’illusione dell’antico dominio. Ovviamente nessuna giustificazione, ma gli ormoni sono gli ormoni e quelli del maschio sono sempre stati contrassegnati dalla voglia di potenza, esattamente come si verifica nelle guerre. Infatti trattasi di guerra dei sessi. Succede allora che una cosa tira l’altra e una coscia scoperta spinge a guardare più in alto. A provocazione accettata, diventa difficile fermarsi e così si scatena l’evento istintuale, in cui sono caduti anche uomini delle istituzioni. E parlo dei due carabinieri che recentemente, notte tempo, hanno approfittato di due turiste americane, nella città di Firenze. Basterebbe questa vicenda per condannare e chiudere con questi episodi se non ci fosse un fatto nuovo, legato alle tante querele da parte di donne dello spettacolo, che a distanza di anni hanno denunciato atti di violenza sessuale subiti, da parte di partner, quasi sempre produttori o registi dei loro film. E qualche distinguo in questi casi bisogna allora fare. Nessuna giustificazione per carità, ma una domanda è lecita: se non c’è stata coercizione ,chi impediva alle suddette denuncianti di mollare una sberla al seduttore sgradito e poi andarsene? E se di denuncia si trattava, perché aspettare anni? Il sospetto prende corpo allorché la denunciante essendo orami oscurata dalle luci della ribalta, non accetti questa sua nuova condizione subalterna. Tale da far pensare che se la seduzione è scomparsa o quasi da un fisico non più giovanissimo e attraente, questa sia stata sostituita da un’altra forma di protagonismo. Cosicché ad una datata presunta violenza fisica, si sia contrapposta una nuova violenza, quella della denuncia con conseguente denigrazione dell’antico sodale. Anche in questo caso nulla di nuovo, perché è noto l’aspetto vendicativo della donna che si riscontra nella famosa romanza :” ma se mi toccano dov’è il mio debole, sarò una vipera”. Ecco allora in chiusura, il consiglio rivolto al genere maschile: non toccare mai e neppure sfiorare alcuna donna se non siete sicuri che la sue arti seduttive siano rivolte a voi, e solo a voi. Indagate bene prima di agire e poi valutate fra i due opposti. Da una parte sta l’etica del comportamento, dall’altra l’istinto passionale indotto. Che una volta scattato, costituisce un cedimento ad un misto di grazia, bellezza, intelligenza e provocante furbizia messe insieme in una misteriosa e difficilmente valutabile proporzione. La soluzione non è sempre facile per l’uomo. Per la donna invece sembra meno complicato orientarsi fra i due opposti, preferendo il suo essere donna, se non sopravvivesse l’esemplare dell’uomo testicolare che in molti casi diventa uomo-bestia, ed i cui rappresentanti sono ancora presenti in una società che non ha ancora raggiunto la piena conquista matriarcale  

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