rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024
Anticaglie

Anticaglie

A cura di Carlo Giarelli

Il crepuscolo degli dei

Intendiamoci fin da subito, qui non si tratta di parlare dell’omonima opera di Wagner, ma di una opera più complessa che riguarda oggi  tutta l’umanità. Il cui contrassegno è rappresentato da una caduta dei valori religiosi. E mi riferisco a qualsiasi religione che trascende l’uomo, forse con l’unica eccezione dell’islamismo.  Tutte religioni queste,  sostituite, oggi, da una sola che parla esclusivamente di questioni terrene e non si propone altro che riedificare il mondo in cui viviamo. Trattasi della secolarizzazione che avvolge, nelle sue istanze di progresso, ogni nostra iniziativa e progettualità. Dunque la nuova religione esce dal tempo che  si riduce al solo al presente o al massimo ad un futuro limitato dalla condizione biologica. Ed il vero fondamento di questa religione è il globalismo ed il multiculturalismo. Ma detto in questi termini si capisce poco. Aggiungiamo allora che è meglio individuare le cause nel  nichilismo con la sua negazione della verità, la quale induce nell’uomo la sensazione dell’inutilità nel pensare alla trascendenza. Nemmeno il soccorso al dubbio dei filosofi dell’antica Grecia  è in grado di fermare questa tendenza. Al dubbio infatti si è sostituito la ragione, derivata dalla sua divinizzazione, frutto dell’enciclopedismo illuminista e considerata appunto dea.  La quale si veste di neo positivismo e di neo gnosticismo per dirimere ogni illusione di vita trascendente. Il Paradiso infatti non solo può attendere, ma si trova già qui sulla terra, basta credere nei nuovi dei che sono la scienza e la tecnologia, da cui dipende la politica. Per recuperare dell’antica religione un termine  di significato assoluto, oggi si può parlare di  una nuova redenzione. Con riferimento a quello che vediamo sotto i nostri occhi, basato esclusivamente sulla capacità dell’uomo di ricreare un mondo migliore. E poichè l’idolatria non è mai  morta, la moderna idolatria  porta sull’altare del vivere, la celebrazione del metodo scientifico che dipana ogni dubbio e ogni altra visione non consona alla sola  giustificazione sperimentale. Detto in questo modo si rischia di mettersi contro la scienza. Ma l’idea è diversa e quasi opposta. Infatti qui, non si intende per nulla contestare la scienza, di cui  oltre che estimatore, sono anche debitore per questioni professionali, ma  dichiararmi contro un certo tipo di scienza. Quella che va per la sua strada, senza tenere conto della natura umana, ancora legata al razionalismo etico e umanistico di origine cristiana. La quale concepisce la scienza al servizio dell’uomo e non viceversa. Ho parlato di idolatria scientifica per giungere ad una prima conclusione. Per la quale ogni idolatria ha in sé il germe dell’arroganza nel definire il concetto di verità. In sintesi trattasi allora di una nuova religione che differisce da quella cristiana per una verità diversa che si basa però su una contraddizione.  Quella di pensare di ottenere il paradiso in terra senza negare il concetto e lo stesso vocabolo, tutto trascendente e cristiano, di paradiso. Ma continuiamo. La già dichiarata idolatria scientifica che produce il culto verso la tecnoscienza, ha come conseguenza la invasione di campo verso la politica ed in generale verso le ideologie. Di queste ultime ridotte ormai a puri e inconsistenti fantasmi, preoccupati solo di sostenere vecchie  tradizioni  diventate oggi paranoie non più di moda, meglio far cadere, come si suol dire, un velo di silenzio per quanto molto stridente e assordante. Viceversa qualcosa va detto sulla politica. La quale, privata dell’anima ideologica, ne ha confezionata un’altra, altezzosa quanto basta e prepotente quanto non basta, specie quando  induce a proporre il messaggio della nuova salvezza universale. La sua vestale o veste si evidenza nella possibilità di  inventare immagini  personificate, basate su regimi autoritari con l’inganno di abbellirli di abiti falsamente democratici, il cui unico modello è la competenza. Altra condizione questa da intendere nel significato assoluto di dea. Il risultato è che tutto deve subire un processo di uniformità e di appiattimento delle coscienze. Nessuno può protestare per non correre il rischio di essere considerato ignorante e dunque  non in linea con i nuovi sacerdoti  della religione scientifica. Essi solo sono i garanti della verità. Il verbo allora  si è fatto uomo per davvero ed anche la sanitocrazia ne è la dimostrazione  più eloquente. L’umanesimo cristiano diventa un pallido ricordo, anche perché un'altra ideocrazia contribuisce a questa opera di  globalizzazione dei comportamenti. I quali di fatto si traducono nel pensiero unico, esercitato, come secondo il nuovo verbo, dalle persone competenti.  Tanto che  chi ne è escluso diventa un paria, quasi un non-individuo, senza arte né parte. Ma ancora non è tutto. Infatti  dopo la prima, conviene ora parlare di una seconda dittatura, quella economica, cui bisogna dedicare il culto per  voler continuare a vivere o sopravvivere, in fatto di preci e di sottomissioni. La libertà di ogni individuo ne diviene  condizionata, meglio ancora sopraffatta. Un potere economico mondiale dettato dalle grandi concentrazioni di capitale, sovrasta la piccola  e residua libertà individuale  in tema di risparmio, impresa e consumo. Perché è  l’economia  mondiale che diventa l’incarnazione della perdita di autonomia  della libertà di ogni singolo individuo. L’umanesimo cristiano sul quale si era innestato lo stato liberale, come testimonianza del singolo cittadino contro lo strapotere di ogni imposizione proveniente dallo stato, si è evaporato, lasciando il campo a oligopoli e monopoli di cui si sa poco o niente. In questo modo la nuova religione scientifico- economica, ha creato un umanesimo che ha rinnegato se stesso. L’individuo essere unico, razionale, inimitabile e libero, mosso dalla sacralità della vita e dall’insieme dei diritti civili a cominciare dall’habeas corpus, già coniato in Inghilterra, fin dal diciassettesimo secolo, si è trasformato in un essere transumano. In cui la tecnologia con le nuove invenzioni in fatto di intelligenze artificiali, creeranno degli ibridi  umanoidi, dove l’uomo macchina sarà presto sostituita dalla macchina uomo. L’autodistruzione dell’uomo e della civiltà occidentale, che conserva ancora qualche residuo dell’umanità e razionalità cristiana, sembra ormai alle porte.  Ma non tutto è scontato. Preferiamo pensare che qualcosa trascenda l’uomo. Che non tutta l’avventura umana si riduca al destino senza anima. Ecco allora il punto chiave. Recuperare l’anima come necessità di introdurre nel mondo lo scandalo che non tutto è perduto. E che sta proprio nella negazione, sul piano scientifico, dell’anima, la necessità prima e ultima della sua riscoperta. In fondo illudersi è sempre meglio che morire di  false certezze. Nella notte del crepuscolo degli dei qualcosa  di imperscrutabile, come insegna la storia, può sempre avvenire. Auspicarlo per chi ancora non ha rinunciato alla propria libertà, diventa allora un obbligo.  E la speranza un elemento di consolazione.

         

Il crepuscolo degli dei

IlPiacenza è in caricamento