rotate-mobile
Anticaglie

Anticaglie

A cura di Carlo Giarelli

Il fumo di Satana ha invaso e intossicato il Vaticano

Ha vinto, nonostante preci e prediche contro. Da un certo punto di vista la cosa può essere preoccupante. Una escalation infatti si è verificata in Vaticano e dal fumo si è passati direttamente alla presenza dell’ignobile personaggio. Satana stavolta non si è limitato a segnalare una presenza in modo subdolo, nascondendosi , come è suo costume, attraverso l’abilità perversa di mascherarsi, lasciando solo l’impressione di un passaggio fumoso. Stavolta infatti si è materializzato attraverso le schede elettorali, senza ricorrere a sotterfugi e addirittura smentendo la frase guareschiana che nella gabina elettorale Dio ti vede e Stalin no. Ovviamente qui non ci rivolgiamo alla buon anima del più feroce satrapo, meglio ancora criminale, della storia, cui auguriamo di essere perdonato dalla benevolenza di San Pietro, ma metaforicamente a chi politicamente ha voluto assumersi la sua eredità. Vale a dire chi ha voluto individuare un nemico politico e tacciarlo della peggiore colpa, che possa essere attribuito ad un comune morale. Quello di essere non solo paragonato, ma incarnare l’ente malvagio per eccellenza, definendolo Satana. Capite bene che sto parlando di Salvini e di una parte della Chiesa, quella per la verità più istituzionale, che ha ormai perso la vecchia abitudine di fare politica senza dare l’impressione di non volerlo fare. No, la vecchia prudenza e mettiamoci pure lo spirito di tolleranza fin troppo strombazzato a parole, non fanno più parte della Santa Istituzione, che si è presa carico di continuare la missione di San Pietro. Ormai è giunto il momento di agire senza nascondere la mano. Cosa encomiabile questa, se accompagnata da una certa misura nella valutazione delle situazioni umane, politica inclusa. Ma i dubbi restano e come. Infatti oltre ad aver abbandonato la prudenza, anche la misura è passata di moda nei sacri palazzi. Non solo. L’impressione di una visione esclusivamente terrena delle cose del mondo, sembra aver cancellato i riferimenti alla visione trascendente. Il cielo appunto, che sembra passato di moda anche fra coloro che per formazione e vocazione dovrebbero invece difenderlo ad oltranza nei confronti di una società sempre più secolarizzata. Dove il sacro si è talmente allontanato, che diventa sempre più difficile ritrovarlo anche fra i clerici, un tempo in tonaca, orami sostituita, per la verità, da un abbigliamento laico, considerato più comodo e pratico. Rientriamo però nel merito. E riparliamo di Satana, quello almeno considerato tale da molti clerici o ex tonacati. Il perché è presto detto. Manifestare la propria avversione ad una immigrazione indiscriminata, diventando il difensore dell’accoglienza controllata anche ricorrendo all’abominio della chiusura dei porti, diventa per la Chiesa e la cosiddetta (a parole) pietà cristiana, un fatto non accettabile. Anzi lo stesso difensore che è il Ministro dell’Interno rappresenta un nemico da eliminare sia sul piano politico che religioso. Infatti chi è, questo personaggio, se non un provocatore e come tale il più infido fra gli esseri? Ed ancora, come osa presentarsi in pubblico con i segni e contrassegni della religione cattolica? Una provocazione allo stato puro, la sua, che, come tale, non può essere tollerata dalla gerarchia cattolica, quella per intenderci che segue le indicazioni del suo primo Pastore , molto animato dal desiderio di accoglienza indiscriminata. Non solo in fatto di immigrati ma anche (e soprattutto) in riferimento alle altre religioni, quella islamica in particolare. Rosario e crocefisso oggi sono passati di moda e soprattutto non devono più essere esibiti, per non suscitare scandali. Sono diventati simboli pericolosi, che inducono divisione fra le accennate due fedi monoteiste. Si sente oggi il bisogno di seguire i tempi e le immigrazioni favoriscono questo nuovo clima di sincretismo religioso, dove l’abbandono dei vecchi canoni, scritture e tradizioni ( non parliamo dei dogmi che sono diventati anticaglia) avviene solo da una parte. Quella cattolica . Infatti, non è più il tempo di Francesco, quello santo, che in piena guerra religiosa, attraverso un colloquio col Sultano, mirava alla conversione degli infedeli. Allora considerati i musulmani che non seguivano il vero Dio, ma quell’altro chiamato Allah. Un Dio quest’ultimo che dall’alto del suo trono celeste non si è mai rivelato, considerato talmente trascendete ed imperscrutabile, quasi una entità astratta, da rivelarsi solo attraverso la dettatura di un libro: il Corano. No, No, ora le cose sono ben diverse. L’abdicazione ai principi sono diventati la regola. Un coro di incontri con i musulmani giustificano in questo mese del loro digiuno, la cosiddetta Iftar, il desiderio di una comune celebrazione religiosa, volutamente abolendo e forse anche rinnegando le differenze teologiche. In pratica questo è l’insegnamento. Da quando la nostra Europa che si è rifiutata di inserire a livello costituzionale la matrice cristiana, le differenze religiose in questo clima obbligato di laicismo imperante, devono essere rimosse. Senza confini e senza pregiudizi, diventa il nuovo credo, basato sulla necessità e sul desiderio di vivere con i musulmani la fratellanza umana. Lo ha detto Francesco, (quello non santo o non ancora) che nel suo recente viaggio negli emirati arabi, ha espresso il desiderio di creare una integrazione religiosa, fondata sulla comune vocazione alla pace. Dimenticando i numerosi attentati alle chiese cristiane e ai suoi fedeli in quasi tutti i paesi a tradizione musulmana. Ma non è ancora tutto. I seguaci di questo insegnamento non vogliono essere da meno del Papa. Gli esempi non si contano. Un parroco di Novellara (Reggio Emilia) severissimo con i suoi parrocchiani, ha offerto i propri locali di culto ai musulami come gesto di un comune sentire religioso. Mentre un altro parroco, questa volta a Sassari ha addirittura adottato il calendario musulmano. In questo clima di religione areligiosa dove persino la santità della Madonna, viene messa in dubbio perché riconosciutale tale virtù, non alla nascita ma solo nel tempo della sua maturità dopo le tante tribolazioni affrontate, non c’è da meravigliarsi che colui che ostenta i simboli religiosi, debba essere considerato un provocatore, un utilitarista, un ipocrita, un sovversivo e quant’altro di negativo dobbiamo attribuirgli, per qualificarlo nella definizione di Satana, come molti eminenti prelati hanno affermato. Per giunta con l’autorevole sostegno di periodici quali: Famiglia cristiana e Civiltà cattolica. Ma se è vero che il diavolo fa le pentole e non i coperchi, stavolta questo diavolo si è ribellato. E coi coperchi ha voluto seppellire con un mare di schede elettorali i suoi oppositori a parole, ma non nei fatti. Perché non si ha notizia che la Chiesa abbia accolto e ospitato nei suoi palazzi molti immigrati. Né che abbia fatto un gesto di carità vera, con l’episodio di quell’edificio romano rimasto senza luce, ricorrendo al pagamento della bolletta elettrica al posto di limitarsi a rompere i sigilli. Fiat lux sine caritas, la morale. Per tutte queste considerazioni si è verificato il trionfo di Satana, quello che non ha pudore di dichiarare, pubblicamente ed in privato, di pregare ogni giorno la Madonna alla quale manda quotidianamente una invocazione con la richiesta di protezione. Come si permette, costui? Non è più tempo di santi il nostro, né di un Giudice supremo, sostituito da tanti giudici terreni e chi non si uniforma diventa Satana. Appunto. 

Il fumo di Satana ha invaso e intossicato il Vaticano

IlPiacenza è in caricamento