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Anticaglie

Anticaglie

A cura di Carlo Giarelli

L’equivoco

Difficile ora definire il personaggio. Prima mesto e grigio con un sorriso mai smagliante, ora è rimasto tale, ma è cambiata la luce negli occhi. Non più schivi e orientati verso il basso, ma più vivaci e puntiti alla ricerca di avversari, come chi volesse smentire le sue origini di persona calma e pensosa. Insomma in lui è cambiato qualcosa. Lo stare sereno, la frase con cui venne sloggiato da palazzo Chigi da parte di Renzi che lo sostituì come Presidente del Consiglio dei ministri, ha prodotto il processo psicologico opposto. Vale a dire una vocazione di rabbia e stizza verso quello che da lui è stato considerato un affronto. Anzi un vero tradimento con l’esito di condizionare un sentimento di rivalsa coltivato negli anni dell’esilio. E che prima non aveva verso quel mondo politico da cui aveva avuto più di quanto oggettivamente meritasse. Insomma per lui una specie di tempesta nell’animo dopo la quiete imposta Per realizzare il suo nuovo corso di vita ha dovuto, come si diceva, migrare all’estero, a Parigi dove ha trovato conforto come professore di Sciences-Po all’Istitut d’Etudes politiques della città. Ma anche se gratificato dal nuovo incarico, l’uomo non ha mai perso la memoria e con essa il desidero di vendetta contro il torto subito. Ed il giorno venne. Nonostante la sua caratura non eccelsa dal punto di vista intellettuale, la ruota della politica quasi inspiegabilmente ha girato a suo favore. Inutile indagare il perché. Sta di fatto che causa le tante contraddizioni che nascono e poi muoiono in politica, viene cooptato come salvatore di quel partito, un tempo cardine della vecchia sinistra. Ed oggi trasformato, dalla rivoluzione di classe, nel conservatorismo più borghese della classe al potere. Inteso dal punto di vista del benessere economico. Detto e fatto eccolo diventare Segretario di quel partito che come sappiamo chiamasi Pd. Rabbia mal celata e voglia di riprendere il ruolo da cui era stato detronizzato, prendono e trasformano l’allievo, come lui si considera, di Andreatta che fu un economista coi fiocchi del fu Partito Popolare Italiano, cui il servile Letta serviva per portargli il caffè. Maldicenze. Ecco allora che il nano politico si gonfia il petto e pretende di fare il gigante. Per farlo accarezza lo scontro con Salvini che pure lui, accettando di far parte del governo di Draghi, vuole far valere le idee del centro destra. Contro le tasse, l’immigrazione selvaggia, il Ddl Zan, e tutto il conservatorismo ipocrita, contrabbandato da modernismo, da parte di una sinistra di nome più che di fatto. La cui strategia politica si riduce ad evocare il pericolo fascista, che di fatto non esiste, per poter suonare la campana urbi et orbi dell’antifascismo, che diventa così il mantra di ogni politicamente corretto. L’equivoco si materializza. Il Letta di nome Enrico, cambia pelle e da pecora si trasforma in leone. Il quale   si atteggia come dice la frase latina: leo rugiens quaerens quem devoret. Che tradotto dice come ogni leone cerca ruggendo chi deve divorare. Letta allora novello leone cerca le sue vittime. Peccato che siano tutte sbagliate. Le cito. Diritto di voto ai sedicenni. Ius soli per tutti coloro che nascono nel nostro paese, Sostegno senza se e senza ma al Ddl Zan contro l’omotransfobia. E da ultimo, come ciliegina sulla torta, il ripristino della tassa di successione per consentire di dare una dote economica ai diciottenni. Sono sufficienti queste proposte per cambiare il mondo? No. Il finto leone non si accontenta. Dalla sua modesta capacità intellettuale e politica, da molti per la verità sempre messa in dubbio, vuole fare un salto di qualità. Coniugare il laicismo spinto del Ddl Zan con la visione spirituale, riguardante la nuova evoluzione che secondo lui deve intraprendere la Chiesa. Una sua visita a Lourdes è stata l’occasione per una trascendente illuminazione su quanto bisogna fare. La questione riguarda che anche le donne possano prendere i voti e diventare sacerdotesse, come succedeva ai tempi dell’antica Grecia e di Roma. Si spera a questo punto che la pecora belante, vestita da leone, abbia esaurito la fame, dopo un pasto così abbondante. Il risultato è che tutte le sue proposte sono state per ora respinte. Non solo dal centro destra, ma anche a sinistra, dove molti hanno manifestato perplessità e scontento. L’unica finora silente è la Chiesa in preda ad una crisi di identità, fra tradizione e cambiamento secondo il costume dei tempi. Dove il laicismo si coniuga con l’istanza religiosa, creando un ibrido difficilmente comprensibile, all’insegna di un atteggiamento misericordioso che tutto giustifica e nulla esclude. La questione in particolare si evidenzia con il Ddl Zan, che costituisce la pietra angolare da dove deve o dovrebbe muoversi la Chiesa. Anche in questo caso, bisogna registrare un equivoco che riguarda i principi della fede, che nel cancellare la differenza sessuale, sostenuta dalla sinistra arcobaleno, tende a creare una confusione antropologica, legata alla reciprocità uomo-donna su cui si fondano famiglia ed educazione. L’esito non si sa dove potrebbe portare la nuova umanità vagheggiata da Letta. Infatti non solo al cambiamento del lessico, come già avviene in Spagna, dove nei certificati matrimoniali la moglie ed il marito vengono definiti sposa A e sposo B. Ma addirittura ad estendere il diritto antidiscriminazione, che nessuno per la verità contesta, perfino agli animali secondo la proposta del leader socialista spagnolo, Josè Luis Zapatero. Il quale vorrebbe includere in questi diritti, come si diceva, anche gli animali più simili all’uomo, secondo la visione darwiniana.  E questi sarebbero le grandi scimmie come gli scimpanzè. I gorilla e gli oranghi. Perché, a questo punto viene da aggiungere, non includere gli animali da compagnia come i cani ed i gatti o altri  scelti per questo dall’uomo. Dunque, ritornando al teologo Letta, qualcosa non torna nei suoi progetti. Avanzarli sulla base dell’astio e della rivalsa, come già detto, rischia di portarlo fuori strada. Tanto è vero che al posto dello stare sereno di renziana memoria, si è agitato troppo col risultato di rendere poco sereni gli altri. Perfino quelli del suo partito. E questo per un politico non è un bel viatico. L’equivoco insomma continua, finchè la pecora vestita da leone, non si imbatterà in leoni veri. A quel punto la legalitè, la fraternitè e la libertè parigina potrà sempre accogliere chi voleva cambiare il mondo, senza essere stato in grado di cambiare veramente se stesso. Se non solo di pelle o meglio di facciata.     

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