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Anticaglie

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A cura di Carlo Giarelli

L’uomo Bergoglio

Sì, trattasi proprio di Papa Francesco, il cui lato umano si intreccia molto con quello religioso di colui che è (o dovrebbe essere) il seguace di Pietro e il Vicario di Cristo. Dunque parlare di un Papa sotto il profilo umano tralasciando quello dottrinale, per dirla tutta, non so fino a che punto  mi sia lecito  procedere. Essendo l’una componente e l’altra troppo fuse  fra loro  e in modo indistinguibile interdipendenti. Ma forse perché nell’attuale Papa la componente umana sembra una sua tipica caratteristica, provo a coglierla. E se non mi curo del  rischio di una invadenza  o di una irriverenza verso l’alta carica, conto sulla benevolenza di chi mi legge.  Entro allora nel merito e parlo allora del carattere  senza quegli schermi di reticenza che spesso sconfinano nell’ipocrisia  e che normalmente si usano quando ci si riferisce alle persone importanti.  Cominciamo allora dalle frasi  dette. Chi sono io per giudicare è la prima  frase che rivela un carattere. La seconda, su cui mi appoggio per le mie argomentazioni, è stata detta in aereo di fronte ai giornalisti: se uno offende mia madre, io gli do un pugno. Insomma mettiamola come vogliamo, ma non si può negare che Papa Bergoglio non sia diretto nelle sue esternazioni. Che fanno di lui non tanto un temperamento puramente spirituale, poco immerso nella realtà, ma al contrario un istintivo ed un passionale che non si maschera dietro la  veste bianca.    Simbolicamente intesa  come qualcosa di incorruttibile. Espressione, nella considerazione dei semplici, di rigoroso distacco  dottrinale o quanto meno diplomatico nei confronti delle cose del mondo. Ho parlato di  componente istintuale  o meglio ancora umorale, ma c’è qualcosa in più per definire un carattere. E l’argomento, niente di nuovo sotto il sole, sono, come spesso capita, i soldi che oggi latitano in Vaticano, se  le casse apostoliche vantano un passivo di circa 70 milioni, nell’Amministrazione del patrimonio della santa Sede. Dunque cosa è successo? Che operazioni economiche sbagliate con l’aggiunta di malversazioni e forse anche di corruzioni, in base alle prime inchieste, hanno prodotto il deficit. Il presunto responsabile di tutto questo, è stato individuato nel cardinale sardo Angelo Becciu, fino a ieri  Prefetto emerito della Congregazione delle cause dei santi e sostituto agli affari generali della Segreteria di stato. Dicevo fino a ieri, perché oggi è decaduto dalla nomina cardinalizia con tutto quello che comporta in fatto di privilegi economici e di prestigio con inclusa l’immunità diplomatica. La posizione punitiva sulla base delle informazioni ricevute,  è stata  presa da Papa Francesco che si è sentito tradito dal suo collaboratore principale. Definito nei sacri palazzi la sua ombra per quanto concerne fiducia e confidenza. Francesco come un monarca medievale, o come un imperatore romano ha messo il pollice verso. Macchè diplomazia per nascondere dietro tortuosi ambagi dialettici, il tradimento. Irruente e determinato, l’uomo Bergoglio nemmeno si cura di nascondere la collera tutta umana, al limite di un giustizialismo impietoso. Questa la sua condotta: che sia destituito il collaboratore indegno e non se ne parli più. L’inchiesta sugli ammanchi dell’Obolo di San Pietro e sugli eventuali distrazione di fondi, non abbisogna  infatti, per l’umorale Papa Francesco, di conferma da parte del tribunale della Segnatura apostolica. Tanto che, se la collera non diminuisce, il rischio è la riduzione del presule allo stato laicale. Spretare non è d’altra parte  una novità per Papa Bergoglio.  Era infatti già successo con l’ex cardinale Theodore Mc Carrick, accusato di abusi sui minori ed adulti, specie se seminaristi. In questo caso però l’irruenza ha lasciato prima il posto alla  iniziale  e un po’ pelosa prudenza. Troppo potente il cardinale statunitense per poterlo punire.  E troppo influente sul piano diplomatico per conto della Chiesa nel mondo. E poi gli scandali sulla omosessualità in Vaticano avevano già fatto inciampare Papa Bergoglio nel caso di Monsignor Battista Ricca oggi prelato dello Ior ed allora (siamo nel 2013) in servizio presso la nunziatura dell’Uruguay. Fu proprio in quell’episodio che vene pronunciata la frase: se uno è gay e cerca il Signore chi sono io per giudicarlo. Tuttavia il giudizio questa volta non venne meno, a proposito di Mc Carrick e fu tremendo. Ma ci volle la denuncia dell’ex nunzio negli Stati Uniti, Carlo Maria Viganò che dopo aver avvisato il Papa a voce durante un colloquio, non ottenendo risposta, pubblicò la sua denuncia.  Verba volant e scripta manent, è una espressione latina che si dice con ammirazione, ma non sempre va bene.  Infatti la denuncia scritta costò caro al presule, il quale venne allontanato dagli USA come nunzio.  Ma ritorniamo a Mc Carrick.  Infatti dopo lo scritto, la collera repressa per questioni di opportunità e per la fissazione di non voler giudicare, si riversò come un fulmine sul cardinale. Che venne ridotto allo stato laicale. Ritorniamo al carattere del nostro, come già detto, molto umorale e per questo non prevedibile. Infatti in base ai si dice venne licenziato Libero Milone, revisore dei conti e lo stesso cardinale australiano George Pell accusato di pedofilia e poi assolto, non venne certo tratto bene nei sacri palazzi. Il carattere dunque. Dove all’istinto improvviso si associa la collera. Entrambi sentimenti che di tanto in tanto, sembrano cadere nel  loro opposto. Con riferimento ad una certa pigrizia quando le decisioni contrastano con la voglia, tutta begogliana, di non voler giudicare. Per arricchire quanto detto, cito alla fine un altro episodio, che con un gioco di parole riguarda la fine professionale di Domenico Giani, capo della polizia vaticana, stimato e fino a quel momento considerato intoccabile. Ma guai agli intoccabili, perché prima o poi vengono anch’essi toccati  ed a quel punto sono i più vulnerabili  causa l’illusione di sicurezza che li accompagnava. Ritorniamo allora a Giani, quale il motivo del suo defenestramento? Sempre e solo  il denaro, dovuto allo scontro fra lo Ior e la Segretaria di Stato per la mal gestione dell’Obolo di San Pietro, causa  corruzioni con ammanchi e cose del genere. Sarebbe stato meglio nascondere la falla e non dichiararla urbi et orbi, secondo la vecchia abitudine della Chiesa di non offrire scandali al ed in pubblico. Invece cosa fece Giani? Pubblicò nomi e cognomi di impiegati implicati nella faccenda, così rimediandosi la disapprovazione di Papa Bergoglio. Cui seguì l’unica soluzione possibile per il capitano delle guardie, di calmare le acque agitate: presentare le dimissioni che  già auspicate, vennero subito accettate. Del carattere del nostro uomo, (ho già detto che parlerò solo dell’uomo Bergoglio,) c’è anche un altro aspetto anch’esso tipicamente inserito in certe dinamiche psicologiche  e che riguarda l’aspetto sentimentale, fatto di esaltazione nei confronti di quanto ci sta attorno. E mi riferisco agli aspetti del clima, della natura e delle acque, dell’aria che se ci rimandano con riferimento all’Enciclica, Laudato si’ al cantico delle creatura di San Francesco. Ma, andando  indietro negli anni, mi rimandano anche ad un certo Ippocrate, l’iniziatore della medicina, non ancora scientifica, ma che già si era affrancata dalla dipendenza dagli dei. La quale individuava nella salubrità della natura la salute corporea. Dunque esaltazione della natura e salute corporea, rappresenta un sentimento, quasi al limite dell’esaltazione, anche dell’uomo Bergoglio. Una esigenza, la sua, legata alla salute del corpo per mantenere quella dello spirito anche in relazione alla scienza.  Che deve essere al servizio dell’uomo, non  un  violentatore della natura,  ma solo un rispettoso gestore, attendo a non inquinarla e non  sottoporla ad  interessi economici. Non mi risulta che San Pietro avesse un conto in banca è l’ultima frase dell’uomo Bergoglio che cito per registrare la sua vocazione ecologica e la sua natura umana. Fatta come tutte le nature  umane, di pregi e difetti che come dice il Manzoni, a proposito della ragione e del torto, non sono mai separati da un taglio netto. Per alcuni infatti prevalgono i primi, come espressione di un Papa vero, autentico, diretto e collerico, ma che non si nasconde dietro i paludamenti della carica. Per altri i difetti tipicamente umani, dovrebbero essere meno manifesti, più contenuti e maggiormente controllati da una componente dottrinale che faccia emergere più il Papa che l’uomo. Più il curatore di anime che quella del corpo. A quest’ultimo provvedono già i medici.    

L’uomo Bergoglio

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