rotate-mobile
Anticaglie

Anticaglie

A cura di Carlo Giarelli

La lenta agonia del Cristianesimo

Spiace dirlo, per chi come me crede, ma l’impressione è che il cristianesimo stia attraversando uno stato di crisi

Spiace dirlo, per chi come me crede, ma l’impressione è che il cristianesimo stia attraversando uno stato di crisi.  E se parlo di crisi probabilmente non dico tutto. Infatti la situazione è ben più grave. Equivale ad un malato che sta esaurendo le cure e per questo motivo, la speranza per lui viene meno. Non per niente ho parlato di agonia. Quali le cause? Almeno tre. Cominciamo dalla prima che ci rimanda al perché delle cose. Da sempre questo perché è stato affrontato sia dalla filosofia che dalla religione. Entrambe hanno cercato di dare una giustificazione alla domanda che da sempre l’uomo si è posto. La filosofia non sempre fin dall’antichità ha posto il perché in un Dio. Democrito infatti pensava all’uomo, agli atomi, al loro movimento e alla loro aggregazione e tutto finiva lì. Al pari di Democrito per restare nella filosofia greca, anche altri filosofi presocratici come Pitagora erano tutti con i piedi ben piantati per terra. Questa la sua teoria. L ’archè di tutte le cose sta nel numero. Da Pitagora ad Eraclito poco o nulla cambia sul discettare sul perché delle cose Scomodiamo pure anche Parmenide, quello dell’essere che è e non può non essere, il quale credeva nella metempsicosi; vale a dire nella trasmigrazione, purificazione e reincarnazione delle anime dopo la morte.  Insomma per questi filosofi l’uomo è la misura di tutte le cose come diceva Protagora e dunque la ricerca della verità non doveva essere ricercata troppo in alto. Abbandono ora i filosofi greci e non dico altro sulla filosofia se non per citare da ultimo, con un salto di 2500 anni, Nietzsche  che col Dio dei cristiani ce l’aveva in modo particolare, considerandolo  ormai non più in vita. Al contrario della filosofia, la religione non ha mai avuto dubbi riguardo l’origine ed il perché delle cose. Infatti sia Alselmo d’Aosta che Tommaso d’Aquino hanno esposto le prove,  dette ontologiche,  dell’esistenza di Dio. Da quei grandi teologi, la Chiesa si è mossa compatta e senza titubanze, nonostante qualche dissenso (vedi Giordano  Bruno)  per quanto  concerne il perché siamo al mondo. Dal primo argomento passiamo al secondo che riguarda la scienza. Ad essa è demandato il compito di rispondere al come si verificano i fatti. Dunque il come che si contrappone al perché. Ma da qualche tempo non è più così. Il come  sembra che oggi abbia invaso il perché  e lo abbia fagocitato  e quindi cerchi di offrire da solo la risposta su quanto succede nel  nostro mondo che nel frattempo è diventato globale. Entriamo nel merito e registriamo i fatti a cominciare dal virus, causa della pandemia. E’ vero che la scienza ha brancolato nel buio circa le cause e l’evoluzione di questa infezione. Ma, nonostante questo la sensazione è che presto o tardi si saprà tutto sul perché e sul come combattere il virus. E visto che la soluzione definitiva per salvare il contagio mondiale è il vaccino di prossima realizzazione, nessuno sembra più interessato al perché, visto e spiegato sotto il profilo di una causa non terrena. Basta e avanza quello che la scienza offre pur con tutti i suoi  limiti ed errori. Ma è anche   grazie a questi errori, che l’uomo non cerca altre cause, convinto  che non esista nulla di più convincente che la scienza. Cosicchè filosofia e religione battono in ritirata. Ed il perché non avendo risposta diventa una domanda vuota che perde attrattiva. Il silenzio della Chiesa infatti è assordante. L’adeguamento ai tempi, comprese tutte le misure per evitare il contagio, hanno di fatto trasformato le chiese in luoghi di incontri dove le celebrazioni sembravano cosa secondaria rispetto al vero problema che riguarda la salute del corpo. Mentre quella dell’anima passava in seconda linea. Dopo questo  secondo aspetto, affrontiamo  allora il terzo  che rappresenta di fatto la continuazione del precedente. E questo riguarda la bioetica di cui se ne fa un gran parlare, ma tutto in chiave rigorosamente laica. L’ultimo episodio riguarda quanto accaduto all’Assemblea Nazionale di Francia dove è stato votato il tema dell’aborto, della fecondazione  extracorporea per le donne single e per le lesbiche, inclusa la fecondazione posto mortem a richiesta in caso di pattern deceduto. Ed infine la possibilità di fare diagnosi preimpianto per una possibilità offerta alla donna, vera pratica eugenetica,  di scartare gli embrioni che non vengono ritenuti sani. Ebbene, tralasciamo il resto e limitiamoci all’aborto. Queste le nuove condizioni.  Che sia volontario fino alla 12 settimana e medico fino alla nascita, ma  con questa limitazione. Che vi sia un pericolo per la vita della madre, ma e questa  è la novità, nella condizione di pericolo, è compreso il disagio  psicosociale. Cosa voglia dire quest’ultima condizione? Nessuno lo sa per il fatto che tutto può rientrare nel disagio  psicosociale, psicologico, motivazionale  e quant’altro, non esistendo una nosologia precisa  cui far riferimento. Dunque trattasi di una libertà offerta alla donna di agire come gli “detta dentro” in base alla natura degli eventi che si succedono nella vita di chiunque e che possono dare gioia, ma anche  tristezza per la difficoltà di gestire le emozioni. Detto questo, cosa dice la Chiesa alla quale si chiede di dare risposta al perché  di quanto  debba essere considerato etico? Per ora domina il silenzio e scomodo ancora  per la seconda volta, causa lo stato di gravità, l’ossimoro  assordante. Eppure il perché secondo la teologia è chiaro e non deve comportare dubbi,  comportando una sola condizione:  credere.  In sintesi e semplicisticamente questa  verità della religione viene così espressa: la vita è sacra perché proviene da Dio, quindi a nessuno è dato toglierla. Ma come prima dicevo bisogna credere e l’impressione è che la fede stia vacillando sotto la spinta di un’altra verità che oggi laicamente sta prendendo il sopravvento,  con l’esito di  diffondere una nuova religione. Dove la scienza, l’ecologia con la beatificazione di Gea, la dea terra, la tolleranza verso ogni credenza si fondono per creare una nuova mentalità, quella già ipotizzata dal filosofo John Loche già nel diciassettesimo secolo. Ed ora considerato una pietra miliare sui temi della libertà religiosa e del laicismo. Secondo il quale, l’uomo attraverso lo spirito di tolleranza, deve rispettare l’ambiente ed essere libero di scegliersi la religione che più lo soddisfa. E così   continua. La Chiesa deve essere considerata  una libera società   di uomini che si riuniscono volontariamente per adorare un Dio  nel modo che a loro sembra più gradito al fine di salvare l’anima. Dunque  che  a distanza di 4 secoli la Chiesa  si sia ricreduta sulle sue verità  teologiche ed abbia fatto proprio questa tesi di un sincretismo religioso o di una religione fai da te? Allora vuol proprio dire come dicevo nel titolo, che  il Cristianesimo è in fase agonica. Intanto dai campanili delle chiese il rintocco delle campane non rimarca più i vari momenti della giornata sotto il profilo religioso. Perché, diciamocela tutta, sembra abbia perso la sua primitiva funzione. E forse dà pure fastidio.

La lenta agonia del Cristianesimo

IlPiacenza è in caricamento