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Venerdì, 29 Marzo 2024
Anticaglie

Anticaglie

A cura di Carlo Giarelli

La nuova santa alleanza

Non mi riferisco all’atto storico del 1815, che in seguito al Congresso di Vienna riguardò un patto fra Austria, Russia e Prussia, per garantire, nelle intenzioni, un futuro di giustizia e di pace sulla base del principio re-altare, onde prevenire quei moti rivoluzionari che di lì a poco, avvennero ugualmente, destabilizzarono l’assetto delle nazioni europee. No, qui si tratta di una nuova alleanza, sempre di potere, fra i due schieramenti del nuovo governo italiano che in analogia a quanto successe nel primo ottocento, ha una stessa matrice. Una giustificazione su un aspetto religioso o se vogliamo, per scomodare una parola altisonante, santo o sacrale, che ripropone la vecchia teoria del re voluta da Dio, ma sostituendo al re il popolo e mantenendo uguale invece il secondo fattore, vale a dire l’origine soprannaturale del processo di alleanze e di potere. Sembrerebbe questa interpretazione una assurdità, visto che siamo abituati a valutare le cose secondo il metro del quotidiano, dove la politica abbandonate fino ad un certo punto le vecchie ideologie, si è tradotta nella conquista del potere fine a se stesso. Basato su convenienze e utilitarismi che non hanno niente di quanto prima ho chiamato, con una certa iperbole, l’aspetto sacrale. Ma a mio avviso una giustificazione esiste ed il primo responsabile è Salvini. Il politico che nei vari comizi si presenta con crocefisso in una mano e con l’altra col Vangelo, baciando primo l’uno e poi l’altro, per poi volgere gli occhi verso l’alto ad auspicare l’intervento soprannaturale, per tutto quello che vorrebbe dire e fare. Non disdegnando anche l’invocazione alla Madonna che tramite il suo Cuore Immacolato deve proteggere il popolo. Dunque se non è questo la riproposizione del vecchio detto Dio lo vuole, a dimostrazione che il re è insignito direttamente dall’alto, poco ci manca. Politica e religione che vanno a braccetto in un’epoca come la nostra di disaffezione dalle cose celesti, rappresenta una novità che potrebbe essere guardata bene dai cattolici, ormai esclusi dalle stanze del potere. Tanto che la stessa origine cristiana dell’Europa, in fatto di principi non solo religiosi, ma estetici ed etici, non sono stati riconosciuti da questa attuale unione di stati, tutta protesa ad interessarsi solo dell’uomo e di quanto capita nella vita reale. Dove la solita e solida contrapposizione fra interessi ed egoismi di individui e di  popoli,  trovano la loro unica giustificazione negli aspetti  economici del vivere. Ci si sarebbe quindi aspettato che la società laica reagisse alle provocazioni salviniane  reclamando quella che nei fatti si era già verificato. Vale a dire una cesura netta e completa fra politica e religione per evitare quelle contaminazioni che il ricorso al sacro può sempre influenzare gli animi deboli. Quelli che al di là delle posizioni ufficiali,  non sempre sono disposti, specie nei momenti tesi della vita, a staccare la spina dalle cose del cielo. Pur con le dovute eccezioni ,come quella del deputato Cirinnà, che invece per ora  non sembra avere dubbi, in base alla frase che , Dio patria e famiglia, garantiscono( per lei)  una vita di m…  Ma andiamo avanti  senza cadere nella volgarità. Succede allora, contrariamente  a quanto previsto, che a ergersi a protesta  contro Il Salvini presunto cattolico, non sono gli atei o gli agnostici adulti, i quali anche se non lo ammettono, qualche dubbio lo hanno nei confronti di quel che siamo e di dove andiamo, ma le stesse gerarchie cattoliche. Le quali venendo meno alla loro, un tempo apprezzata virtù della prudenza, si scagliano contro il reprobo che osa proporre in pubblico i simboli della fede. Libera chiesa in libero stato, la famosa frase di Cavour e per tanti anni invisa alla Chiesa, si è ribaltata. La Chiesa diventato stato non la tollera. La laicità  della politica  è una cosa seria e non deve essere frammista a inquinamenti religiosi. Soprattutto se questi sono proposti da un politico che non piace, che viene considerato nemico perché osa fare quello che molti preti  non  fanno o non osano, perché ormai abituati a dedicarsi ai problemi sociali. Facendo della politica sociale della Chiesa il polo attrattivo per chiunque abbia il desiderio di migliorare la propria esistenza indipendentemente dalle ragioni e dagli stessi principi  teologici, che un tempo contavano, ma oggi sono per così dire, caduti in prescrizione. Il motivo è che si è tutti uguali, come uguale è  la terra ed il cielo. Le differenze non esistono ed è in vigore la teoria che  tutto si aggiusta e ogni cosa, trova la sua soluzione. Il Dio misericordioso che il Papa ad ogni piè sospinto declama, non fa differenze fra le varie forme di fedi. Infatti in una società liquida anche la fede lo è. Il “chi sono io per giudicare” ce lo ricorda  senza bisogno di scomodare  la tradizione e la dottrina. La misericordia dicevamo. Ebbene se questa è la grazia di Dio che tutto avvolge e tutto protegge, viene naturale pensare che ci sia anche spazio  per chi osa proporre immagini di una religione troppo tradizionale e troppo legata al passato. Per giunta anche nei confronti di quel popolo che per essere veramente democratico, secondo gli oppositori, deve affrancarsi dalle manifestazioni religiose  pubbliche, in quanto il cristianesimo si è ormai arroccato nei palazzi e in misura molto minore nei luoghi di culto, che sono le chiese. Queste cose oltre al Papa ce le dice Il Segretario di Stato di sua Santità, il cardinale Pietro Parolin, che ammonisce l’incauto Salvini come la chiusura dei porti in tema di immigrazione,  di fatto costituisca il contrario di quanto vorrebbe esprimere con i simboli sacri proposti  ed esposti in pubblico. Ancora più dura la posizione di Antonio Spadaro, gesuita e direttore della rivista La civiltà cattolica, il quale trascinato dagli eccessi polemici paragona Salvini ad Hitler, causa il suo comportamento nei confronti dei migranti paragonabile a quello dei nazisti con gli ebrei.  Se dunque Salvini evoca il diavolo, figura oggi solo simbolica in quanto molti, anche fra i sacerdoti, ne mettono in discussione la reale presenza  nel mondo, dalla parte opposta della barricata politica c’è tutto un rifiorire di intese, di accordi complimentosi , ed in senso metaforico, di baci e abbracci  che rende la sinistra laica e spesso antireligiosa, il nuovo campo di azione toccato dalla misericordia  cosiddetta divina. Dove gli estremi si toccano al fine di unire quello che è rimasto della fede con nichilismo della  società  laica, fatta di desideri individuali  che diventano diritti e  per questo considerata  democratica. In questa alleanza laica ed insieme sacrale  il campione è diventato Conte. Un personaggio fino a ieri opaco, ma sottovalutato ai fini di quello che vogliamo dimostrare, in quanto devoto di padre Pio e frequentatore come studente del collegio universitario di Villa Nazaret in Roma.  La santa alleanza già  in predicato di realizzarsi con la sinistra democratica che taccia di antidemocraticità tutti coloro che non la seguono, doveva trovare il suo campione. La persona con il pedigree giusto per unire gli uni e gli altri , i  laici delle istituzioni ed i fedeli delle alte gerarchie, per sanare il dissidio salviniano dei porti chiusi e delle immagini sacre esposte indebitamente. Non importa se lo stesso Conte abbia cambiato idea nell’arco di pochi mesi o giorni, l’importante è che lui abbia l’accortezza di non mostrare simboli religiosi divisivi, persino fra coloro che dovrebbero anche nell’abito essere coerenti con la loro vocazione. Infatti, lui, l’immagine di padre Pio, non la mostra, ma la tiene occultata in tasca e questo è  più che sufficiente per essere gradito dai cosiddetti progressisti . Con lui la santa alleanza si è quindi realizzata. Durerà? Salvinianamente e provocatoriamente, ben sapendo che ogni alleanza è destinata prima o poi a finire, potremmo chiudere , invocando, come Salvini, il Cuore Immacolato di Maria. Sperando in questo modo, per non essere tacciato di partigianeria o di blasfemia, di contare sulla misericordia della Chiesa progressista.              

La nuova santa alleanza

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