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Venerdì, 19 Aprile 2024
Anticaglie

Anticaglie

A cura di Carlo Giarelli

Libertà vo cercando ch’è sì cara…

Questi come sappiamo sono i versi di Dante nel primo canto del Purgatorio, quando il poeta viene presentato a Catone uticense dalla guida Virgilio. Ebbene per quanto ricorrano 7 secoli dalla morte del nostro grande poeta, non voglio qui da un semplice conosciutissimo verso, celebrare tutto il divino poema. Solo evidenziare quello che appare oggi come ai tempi della Divina Commedia, il concetto di libertà e la sua possibile realizzazione nella vita. Perché questo? Per il fatto che in seguito alla attuale  pandemia, si assiste ad una grande confusione a proposito della libertà di gestione e di comportamenti in merito alle proposte  mediche. In sostanza rappresentate dai vaccini. Dunque chiediamoci prima di tutto se la vaccinazione rappresenta la vera libertà cui l’individuo deve attenersi. Ritornando a Dante, la vera libertà era il fine che costituiva la salvezza dell’anima. Ora queste parole sono diventate quasi obsolete. L’anima è stata ormai dimenticata e si fa strada al suo posto la scienza. Dunque chiediamoci se la libertà coincide con le scoperte scientifiche. Se così fosse almeno una certezza l’avremmo. Ma così non è. La scienza eletta a verità non convince. Sia perché non può essere verità in quanto subisce nel tempo evoluzioni e cambiamenti. Sia perché, anche nel tempo presente, manifesta posizioni fra loro  contrastanti e spesso contrarie. Ne sono  una evidente  dimostrazione le diverse valutazioni sui vaccini fra immunologhi ed esperti diversi. Al punto che posizioni opposte stanno creando, presso l’opinione pubblica, una condizione di sfiducia verso appunto la scienza. Che si traduce da una parte fra sostenitori della vaccinazione e dall’altra in una posizione  avversa, per la verità di minoranza, fra oppositori chiamati no- vax. In mezzo  a questi, una schiera di scettici che pur non opponendosi alla vaccinazione non ne sono pienamente convinti. Dunque ritornando alla libertà, deve esserci qualcosa in più rispetto alla scienza, la quale deve essere ancorata  quindi alla verità.  E qui nasce il problema, già posto da Pilato, con la sua famosa domanda: quid est veritas? Per Dante il problema quasi non si poneva. La verità come dicevamo è la salvezza dell’anima, quindi esiste una sola verità costituita dalla presenza di Dio. Ma oggi è ancora così? La caduta del cristianesimo,  come teologia ed escatologia di vita, pone nuovi interrogativi a proposito della libertà, ipotizzando per sintetizzare, due orientamenti diversi. Da una parte il concetto di libertà che si lega all’uguaglianza tipica della filosofia marxista, dall’altra una posizione quasi opposta.  Vale a dire concepire la libertà come esigenza individuale,   indipendentemente dal bene comune. Entrambe queste due concezioni hanno pecche e contraddizioni . La prima ha prodotto danni, crimini  orrendi e rivoluzioni devastanti con milioni di morti, cui una parte dell’umanità non si è ancora ribellata. L’eterogenesi dei fini ha prodotto infatti il suo contrario rispetto alla posizione di partenza. E la conclusione è stata una libertà che ha tradito se stessa, diventando dittatura e coercizioni  sulla base di un egualitarismo utopico ed irrealizzabile  imposto per legge. La seconda invece cade nell’errore opposto. Troppo individualismo può apparire non rispettoso del bene comune e quindi rischiare di cadere nell’anarchia ipotizzata ad es. da Rousseau.  Dunque la soluzione sarebbe coniugare libertà individuale e bene comune. In pratica trovare una giustificazione etica alla libertà. E’ questa la posizione evocata dal Presidente Mattarella a proposito della vaccinazione. La quale deve essere fatta in quanto la libertà del dissenso deve tenere conto della libertà di non danneggiare gli altri. Dunque si giunge ad ipotizzare una libertà collettiva superiore a quella individuale.  Ma a questo punto si pone il problema, chiedersi cosa sia questa libertà e da cosa possa essere determinata. Se dunque tutto si svolge secondo questo principio, bisogna domandarci se  il concetto etico non sia mosso da condizioni che  viceversa etiche non sono. E mi riferisco ai condizionamenti economici e alla stessa volontà  dell’uomo, che a sua volta subisce influenze ideologiche, cui la scienza a seconda delle mode offre appoggi spesso non giustificati. Lo dimostra, per fare un esempio, la  giustificazione offerta da almeno dieci  famosi scienziati, fra cui il grande Nicola Pende, quando in previsione delle leggi antirazziali, firmarono un manifesto che  certificasse scientificamente l’incompatibilità della razza ebraica nei confronti di quella italica. Dunque siamo in un vicolo cieco. La soluzione non è più quella di Dante, che da religioso senza essere bigotto, metteva in bocca a Virgilio come fine ultimo della vita nella prospettiva di quella eterna, quella frase sopra riportata. Dunque occorre  presentarne un’altra. Che oggi per la verità, trova d’accordo quasi tutti , perchè in grado di convincere senza apparenti coercizioni e in più vantando l’appoggio ed il concorso dei grandi  gruppi di potere e dei social. E si badi bene, perchè questa soluzione offre un altro vantaggio. Non comporta infatti alcuna evasione nei miti e nelle ideologie. Men che meno nella filosofia, ben espressa da  Nietzsche per il quale l’etica è solo una menzogna  da sostituire con la volontà di potenza. Oppure anche  nei confronti dell’esistenzialista Sartre, per il quale la libertà non esiste , perchè se esistesse condurrebbe l’uomo alla negazione di proprio esistere nel mondo. Dunque la soluzione è oggi costituita dal pensiero unico. Un credo assoluto questo, una certezza senza dubbi. Una verità che non teme confronti e che non ha bisogno di giustificazioni, per intenderci alla Dante.  Inoltre non pone problemi all’uomo di oggi, il cui unico  interesse è quello di  vivere senza troppi fastidi. Senza complicanze di natura esistenziale che renderebbero la vita più difficile di quanto già capita. Meglio non  pensare e adattarsi alle circostanze. Al poter occulto dei media e della pubblicità mossa dagli interessi economici. Inoltre c’è sempre la scienza che può dare una mano ai dubbiosi, col risultato quindi  che libertà e ragione diventano nel pensiero unico la stessa cosa. A queste si aggiunge poi  la volontà di non decidere e di seguire la corrente. Anzi è la stessa volontà che appiattendosi al luogo comune,  dà il suo contributo a non creare pericolosi distinguo. Siamo dunque arrivati, dopo 7 secoli dalla morte di Dante, ad una nuova verità che diventa simbolo e misura di ogni libertà. Non più il bene dell’anima, ma del corpo. Ed il pensiero unico convinca i dubbiosi residui. Abbiamo creato questa società e quindi teniamocela. Chi non è d’accordo  deve essere disposto ad una vita diversa e piena di difficoltà. Ebbene costoro si facciano avanti e si facciano sentire. Il loro silenzio  infatti uccide.        

Libertà vo cercando ch’è sì cara…

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