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Anticaglie

Anticaglie

A cura di Carlo Giarelli

Si nasce italiani, ma non è detto che si rimanga tali

Detto in questi termini, si rischia di capire poco. Cercherò allora di spiegarmi. Essere italiani è sicuramente un fatto non solo di appartenenza, ma addirittura di orgoglio. Però quest’ultima caratteristica, non è  un dato  immodificabile nel tempo. Tutto dipende da come viene alimentato strada facendo. In sostanza da come lo stato si comporta e per stato si intende il governo. Precisiamo. Non si tratta solo di una differenza ideologica, ma di qualcosa di diverso e per me di maggiore importanza. Si deve scomodare allora la componente etica che rende i comportamenti accettabili o meno. Due episodi ultimamente mi hanno indotto ad avere dubbi riguardo a questo aspetto. Che in sostanza vuol dire, traducendolo nella versione pratica, nel senso di giustizia. Comincio a citare il primo caso.   E mi riferisco a quel pensionato di 86 anni che assentandosi da casa per eseguire esami medici, al suo ritorno dopo pochi giorni non può entrare nella sua abitazione. La serratura è stata cambiata e sul campanello trova un altro nome. Che fare? Due le ipotesi. O andare in un reparto psichiatrico per sopraggiunta incapacità di intendere o recarsi dai carabinieri ed esporre il fatto. Sceglie la seconda opzione. Dapprima sembra che nulla accada, perché trattasi di un esproprio se non proletario, avvenuto da parte di un extracomunitario. Il che in pratica vuol dire la stessa cosa. Un fatto questo non isolato tanto che circa 24 mila alloggi in Italia sono stati, per così dire, sequestrati da gente che viene non si sa da dove. Ma non avendo un tetto deve trovare il modo di ripararsi, deve pur fare qualcosa.  Senza per questo dover rispettare il diritto di proprietà, che viene messo addirittura in discussione dallo stesso Papa nella sua ultima enciclica. Dunque silenzio. Lo stato  sembra non interessarsi di questo e di molti casi analoghi. Se non che l’evento viene proposto in tv dal giornalista Mario Giordano, nel programma: Fuori dal coro. Un giornalista, dicevo, di stampo tradizionale, reazionario quanto basta e per giunta da parte del pensiero dominante della sinistra, anche un po’ fascista. Definizione questa che non si nega mai a  nessuno. Soprattutto a chiunque non ci sta a condividere il pensiero unico dominante.  Sta di fatto che la notizia corre. La disapprovazione del fatto altrettanto. Cosa succede? Che una volta tanto i carabinieri intervengono. La legge sembra non un fatto incompiuto, ma ridiventa una volta tanto un’occasione per agire. Per farla breve, gli uomini in divisa  entrano nell’appartamento e individuano la nuova proprietaria ( trattasi di una donna) di estrazione rom che si stupisce come proprio lei debba rispettare la legge. Così la casa viene liberata, ma non ancora assegnata al legittimo proprietario. Ci vuole una disposizione della procura   per rientrare nel proprio alloggio. Solo una questione di pochi giorni, la burocrazia ha le sue regole. Nel frattempo la casa del fratello, per il pensionato  stupito e amareggiato, serve da nuovo alloggio. Una volta rientrato nella sua casa, troverà la stessa messa a soqquadro ed i danni passeranno in cavalleria, nonostante una denuncia formale che non avrà alcuna conseguenza, causa la nullatenenza della occupante abusiva.   Nulla di nuovo trattasi di quanto normalmente succede.  Intanto  la nuova  arbitraria inquilina che farà? Non avendo una sua abitazione, verrà sistemata dai servizi sociali in un nuovo alloggio, sperando in modo non abusivo. Basta così  e passo allora al secondo fatto. Trattasi di una registrazione nel Comune di Milano di un figlio da parte di una coppia di uomini omosessuali. Il figlio era stato da loro ottenuto attraverso una fecondazione eterologa effettuata  all’estero. In Italia tale procedimento è vietato, in quanto chiunque vada all’estero a comperare bambini  per poi farli riconoscere come figli,  presuppone che il procedimento si realizzi sulla pelle delle donne sfruttate per i desideri di coppie che possono permetterselo, costi quel che costi. Infatti non tutela a sufficienza la stessa madre surrogata. Anzi esiste una legge che ( n. 40 del 2004) che chiunque pubblicizza l’utero in affitto è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600,000 euro ad un milione ( Art. 12 comma 6).  Per di più la stessa Corte europea a proposito della maternità surrogata, ha confermato la legittimità da parte di uno stato di mantenere tale divieto. Il motivo? Tutelare la dignità del figlio che altrimenti sarebbe umiliata. Ed in aggiunta anche la dignità della donna  madre, che potrebbe andare incontro a rischi per la sua vita. Ma per rimanere in Italia, un conto è quanto deciso dal Parlamento, un altro quello che stabilisce la Magistratura. Sta di fatto che a Milano il Tribunale ha deciso in questo modo. Autorizzare il Comune a Registrare il figlio di due papà, con la motivazione per la quale l’interesse del bambino nato dall’utero in affitto, deve considerarsi prevalente rispetto alla decisione del Parlamento. Tutto questo   in attesa che quest’ultimo decida diversamente nel prossimo futuro. Che dire? Dove non arriva lo stato,  giunge puntuale il Giudice con l’atteggiamento di sanare e di correggere. La confusione dei poteri  non autorizza a pensare bene sulla nostra  attuale democrazia. L’Italia che un tempo si era desta, ora sta sonnecchiando e in questa situazione una reazione di disistima e di rifiuto  sembra giustificata. In sostanza si può amare l’Italia, ma non necessariamente il suo stato, inteso come governo. L’Italia è fatta disse al tempo dell’unità, Massimo D’Azeglio. Aggiungendo poi che in seguito bisognava fare gli italiani. Considerando i meridionali dei trogloditi  o dei “caffoni “contrapposti  specie in Sicilia ai galantuomini. Una provocazione questa, ma nulla più. Bisogna fare in modo che le leggi vengano rispettate e che  il  governo si assuma le proprie responsabilità in merito a come bisogna realizzare il senso di giustizia che non deve essere disgiunto dall’aspetto etico. La coscienza popolare verrà dopo. Per questo ho dato questo titolo all’articolo. Pur amando il nostro paese, ci si può allontanare dai suoi padreterni, come aveva scritto all’inizio del novecento , in un articolo, Luigi Einaudi. E per padreterni intendeva gli uomini di governo, i boiardi di stato intesi come i dirigenti delle cose pubbliche e private e tutti coloro che gestivano il potere vantando solo il dono dell’incompetenza e dell’arroganza. Nonostante questo, Lui non solo non si è dimesso, ma è diventato il primo Presidente della Repubblica. Altri tempi quelli. Ora la situazione si è aggravata. Il pensiero non è più libero, ma unico e i diritti e i doveri si confondono, perché è vietato scegliere per poi decidere sulla base del senso  del bene e del male, che in un paese veramente democratico si identifica col senso della giustizia. L’orgoglio di essere italiani raggiunge così il suo limite più basso e chi non è d’accordo, contestandomi,  lo dica. Ma soprattutto lo esprima con e nei  fatti.

Si nasce italiani, ma non è detto che si rimanga tali

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