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Venerdì, 19 Aprile 2024
Anticaglie

Anticaglie

A cura di Carlo Giarelli

Siamo tutti zombie

Intendiamoci non mi riferisco con il termine zombie ai miti del vudù per evocare gli spiriti dell’aldilà, ma solo per significare il senso dell’apatia o meglio del conformismo che bisogna avere per vivere nella nostra società. Mi spiego. L’uomo oggi desidera essere felice. Per la verità questa aspirazione alla felicità non è nuova tanto che è inserita nella Costituzione americana. Ma se prima questo obiettivo era una specie di vocazione a credere in un futuro migliore, in chiave soprattutto economica e  lavorativa, oggi è diventato una necessità. Guardiamoci intorno per rendercene conto. Tutti desiderano infatti non avere problemi e stare il più possibile tranquilli. Non è che questo modo di essere, rappresenti la felicità, cosa per altro difficile da realizzare, nonostante le aspirazioni dei governi, ma che almeno serva per evitare  le tante difficoltà che ognuno incontra nella vita di ogni giorno. Lo dimostra l’attuale pandemia, che se da una parte ha creato un movimento minoritario di no-vax, dall’altra ha indotto la maggioranza a fare qualsiasi cosa pur di evitare il contagio e mettersi disciplinatamente in fila per la vaccinazione.  Che la salute del corpo sia importante, nessuno lo nega, ma c’è qualcosa in  più rispetto al passato. Non voglio citare ora l’altra componente dell’uomo che è l’anima, relegata a esclusiva immagine di un passato tanto remoto e di cui si è quasi persa traccia, ma se tutto è salute corporea, questa si basa su una struttura sociale che impone comportamenti e condizioni. Le quali devono essere rispettate, pena per chi non è d’accordo, di suscitare dissensi e critiche spesso rabbiose e non sempre giustificate. Questa cappa di condizioni che ci avvolge in modo oppressivo e che tutti devono rispettare, ha come unica responsabile, la scienza. Non importa se questa commette errori e se dopo qualche anno, come normalmente avviene, viene smentita da una nuova scoperta scientifica che magari sostiene l’esatto contrario della posizione precedente. L’importante é credere che non vi sia altra soluzione per la salute. E quindi obbedire. Non importa se quel che ci propone la scienza  non abbia ancora fatto le necessarie verifiche. Quel che conta è che se non la segui ed osi avanzare qualche riflessione critica, rischi di essere  considerato un reprobo, una persona poco rispettabile e perfino nella condizione di  possedere poco sale in zucca. Terrore e paura diventano allora  la condizione per uniformare i comportamenti e nello stesso tempo per   colpevolizzare chi non è d’accordo. Per meglio intendere la questione, bisogna allora riconoscere alla scienza il  solo carattere  che la giustifica: il criterio della vertà. Di fronte alla quale bisogna sottomettersi senza poter e dover  reagire, ricorrendo  a quella che un tempo era la libertà del dissenso. Ecco allora il punto, il dissenso dà fastidio. Non viene accettato in quanto rappresenta un ostacolo a ciò che è considerato il benessere comune. Inoltre diventa condizione indispensabile per svolgere l’attività lavorativa e mantenere la famiglia. Non c’è via di uscita al dogma che da religioso è diventato civico in quanto perfino la Chiesa accetta questa nuova verità legata alla  scienza ed agisce in modo univoco  e perentorio contro ogni aspetto del dissenso. Che si badi bene non significa essere necessariamente contro ciò che viene considerato a maggioranza giusto, ma solo poter capire dove si vuole andare, per poi avanzare qualche perplessità sulla sola via da seguire. Alla salute del corpo abbiamo associato quindi la paura nei confronti di ogni visione contraria a quella imposta dal credo scientifico. Ma c’è un'altra paura che magari non viene presa in considerazione. Quella da parte del potere, per intendere   quello economico sanitario e politico, di manipolare le menti e di togliere ogni libertà di critica. Dunque anche la politica non è immune da questa tendenza al conformismo che tende a rimuovere ogni libertà personale. Infatti al di là delle diverse posizioni dei vari leaders politici, riguardo a fatti personali al fine di garantirsi il sostegno del rispettivo elettorato, non si vedono differenze significative per quanto riguarda la visione in merito soprattutto al problema della libertà. Sarà che ogni ideologia è ormai scomparsa da tempo, ma questa società preoccupata solo di assecondare ogni disposizione che viene dall’alto (per intendere il potere), ha ormai perso ogni riferimento alle singole differenze di posizioni partitiche. Al punto che essere oggi liberali o di sinistra non costituisce sul piano pratico alcuna differenza. Ognuno infatti può definirsi liberale o social comunista, ma una comune identità, al di là delle parole, lega le due ideologie. Per la prima esiste l’individuo per la seconda lo stato. Per entrambe un popolo che deve essere educato secondo i principi della scienza. Il punto è proprio questo. Che è solo la scienza a definire valori e meriti. Null’altro. Questa verità presunta crea una società conformista che preferisco chiamare di zombie. Dove perfino il lockdown ha uniformato i comportamenti, facendo credere che questo fosse l’unica condizione di libertà per uscire dalla pandemia. Libertà come costrizione ed imposizione, è allora diventata la nuova condizione per vivere in modo il più possibile coercitivo, al fine di non creare problemi. L’opposto della vera libertà, si è allora realizzato in questa società del conformismo imposto ed accettato. Chi non è d’accordo lo dica, ma piano senza quasi farsi sentire. Il potere un tempo del popolo ed ora della scienza ti ascolta e ti può colpire nella misura in cui le tue critiche siano non solo garbate, ma anche e soprattutto se sono ben argomentate. Stare zitti allora conviene. Infatti se vivere è difficile e se la felicità diventa nei fatti irrealizzabile, almeno seguire la maggioranza può essere la soluzione per raggiungere una certa tranquillità. Dunque se zombie non si nasce, si diventa. Questa è la morale che ci riguarda. 

Siamo tutti zombie

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