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Anticaglie

Anticaglie

A cura di Carlo Giarelli

Tabula rasa

Questa espressione latina, come sappiamo, nel suo significato letterale vuol significare quella tavoletta ricoperta di cera su cui si poteva scrivere. E che una volta cancellata la vecchia scritta, offriva la possibilità per una nuova riscrittura. Se questo, lo ripeto, era il suo significato, ora ne assume un altro in chiave simbolica. Infatti considerato che oggi quasi nessuno scrive o sa scrivere, diventa indispensabile prendere atto che lo scrivere non serve. Oppure che serve solo a riproporre il già detto, che si identifica con quello che il mainstream vuole da noi. Insomma lo scrivere non corrisponde più alla realtà. E questa a sua volta è diventata altra da sé perché l’abbiamo sostituita, trasformandola da oggetto a soggetto. Nel senso che ognuno vanta la sua realtà e su questa costruisce un modo di intendere personale, in cui non si riscontra la differenza fra il vero ed il falso. In altri termini siamo diventati tutti dipendenti da un unico mainstream, che ci considera solo nella misura in cui dobbiamo tenere un unico modello per intendere le cose. E che da un po’ di tempo chiamiamo pensiero unico, senza nemmeno più meravigliarci o meglio ancora scandalizzarci. Per riuscire in questo intento, senza nulla chiedere in cambio, bisogna diventare, ecco che mi rifaccio al titolo, una tabula rasa. Senza passato, senza tradizioni, senza la vecchia cultura, considerata deviante dalla nuova moda di interpretare i fatti. Chi non ci sta è fuori dal contesto sociale. Ma, chi ci sta, deve abbandonare ogni identità, intesa come espressione di un individualismo oggi considerato deviante e pericoloso. Facciamo qualche esempio e cominciamo con la scrittura. Per essa il tempo si è fermato al presente. Tutto viene coniugato senza passato e futuro. Il primo, vale a dire il passato, perché ci porterebbe ad una tradizione che è da considerare da dimenticare in quanto errata. Ed in questo consideriamo tutta la cultura occidentale. Prodotta dall’uomo bianco, maschilista e sessuofobico. Inoltre egocentrico e per nulla rispettoso delle minoranze. Ed ancora violentatore della natura e approfittatore di ogni bene materiale. Del passato vanno per questa ragione cancellati i libri e, come si sta facendo, vanno distrutte le statue erette per celebrare i cosiddetti antichi eroi, che oggi vengono considerate canaglie per il loro modo di condizionare la storia, in base alle loro idee di sopraffazione e desiderio di conquista. Se con questo si intende il passato, anche per il futuro non c’è spazio attraverso l’uso del linguaggio. Tutto ridotto ai minimi termini, secondo uno standard precostruito dai media, che esclude ogni condizionale in quanto ogni possibilità di quanto potrebbe accadere, viene ricondotta alla certezza di quanto ci impone il presente. Ma ancora non è tutto, perchè anche nel tempo presente, l’essere non esiste sostituito dal dover essere. Infatti poichè la realtà viene messa in discussione anche il linguaggio si adegua. Tanto che non sono le parole a scegliere i concetti ma sono questi ultimi con i loro significati a scegliere le parole. E poichè quest’ultime languono in un deserto di luoghi comuni e di un balbettio di lessico ridotto ormai ad appena qualche centinaio di parole in tutto, ecco che il compito dell’uniformazione e della negazione dell’identità si è ormai compiuto. Infatti la abolizione delle desinenza in a o in o che qualificherebbero il maschile dal femminile sono in via di abolizione.  E madre e padre sono il vecchiume da eliminare. Linguaggio e sesso vanno allora d’accordo. Entrambi sono formule astratte che non corrispondono ai tempi. Ma con una differenza. Se infatti il linguaggio è ridotto al minimo, perché anche il pensiero che lo rappresenta, si è ormai esaurito, il sesso invece deborda e si accresce di numero. Biologia ed anatomia non tengono più a determinare una netta distinzione di genere, ma viene considerato importante solo quello che uno desidera essere. Purchè, come detto a proposito del linguaggio, tutto sia coniugato al presente. Del doman non v’è certezza, infatti è un vecchio verso che riguarda il sesso. Oggi è così, ma domani potrebbe essere diverso a seconda di come uno si sveglia la mattina. Così facendo tutto viene messo in discussione ed anche per il sesso, inteso come identità, legata alla distinzione, non deve esistere.  Sostituita da una vocazione ad inventarsi giorno per giorno in base ai singoli desideri. Il risultato è la confusione del tutto, in quanto è lo stesso tutto che viene messo in discussione. Anche l’omotransfobia che oggi occupa le cronache e quello che ancora rimane delle coscienze, sembra più un falso problema che non una vera esigenza. Se infatti ci fosse ancora la realtà e la capacità di interpretarla, si potrebbero valutare gli eventi secondo una visione diversa da quella propagandata. La discriminazione di per sé condannabile in fatto di genere, in realtà non esiste. A fronte di qualche sporadica violenza, ripeto condannabile, nei confronti degli omosessuali, prevalgono in gran numero quelli nei confronti degli etero. E poi diciamocela tutta. I generi diversi in sostanza non sono discriminati, se non perché ormai nei posti di potere sono proprio gli omosessuali ad occuparli.  Il vero allora è diventato il falso e queste due entità sono fra loro interdipendenti, avendo perso il loro significato primordiale. Per questo motivo sono nate le fake news, dette ancora false perché permane ancora il vecchio significato da dare alle parole, ma che spesso oggi vengono  considerate più autenticamente veritiere, rispetto alle poche veramente rimaste. In tale ginepraio c’è chi gongola. Ed è la forza del pensiero unico, voluto dai gruppi di potere economico che hanno ormai paralizzato ogni dissenso, considerato eversivo e pericoloso. Anche la religione si uniforma alla moda. La vecchia Genesi non viene più citata, troppo arcaica e per giunta poco comprensibile dai cervelli atrofizzati.  Anche i Novissimi non si sa più cosa siano e a cosa servono. Perfino la famiglia tradizionale sembra troppo banalmente scontata per essere difesa ad oltranza. Realtà e identità autopercepite la fanno oggi da padrone. E lo stesso ordine naturale viene sostituito da quello che ognuno desidera. Questa evoluzione in apparenza sostenuta dalla libertà di essere in realtà ha creato la nuova libertà, quella di non essere, sostituito dall’apparire. In pratica in base alla realtà, parola questa che uso solo per antica consuetudine, l’uomo nuovo tenta di ricrearsi al di fuori e sopra ogni limite. Una tabula rasa si sta creando nelle coscienze.  Come e dove andrà a finire, è presto dirlo. Probabilmente la china non è ancora completamente percorsa. Al precipizio, una volta raggiunto il fondo, si spera che possa verificarsi una risalita. La speranza infatti è l’ultima a morire. Ma i dubbi restano.     

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