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Effetto Vertigo

Effetto Vertigo

A cura di Diego Monfredini

Addio a Monicelli, quasi un secolo di cinema

Si è spento Mario Monicelli, suicida dal quinto piano dell'ospedale San Giovanni di Roma, dove era ricoverato. Nella sua lunga carriera di oltre cinquanta regìe ha collaborato con tutti i più importanti attori italiani

Si è spento all'età di 95 anni Mario Monicelli. Nato a Viareggio nel 1915, il regista, gravemente malato di cancro alla prostata, si è precipitato dal quinto piano dell’ospedale San Giovanni di Roma, dove era ricoverato da domenica. Nella sua lunga carriera di oltre cinquanta regìe ha collaborato con tutti i più importanti attori italiani, da Alberto Sordi a Totò, da Aldo Fabrizi e Vittorio De Sica a Sophia Loren e Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, Adolfo Celi, Walter Chiari, Anna Magnani, Nino Manfredi, Paolo Villaggio, Monica Vitti, Gigi Proietti, Giancarlo Giannini, Giuliano Gemma, Ornella Muti, e Gian Maria Volonté.

Vorrei rendere un piccolo omaggio spendendo qualche parola per una tra le sue opere più ricordate, quel "I Soliti ignoti' (1958), con Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Totò e Claudia Cardinale, considerato all'unanimità il film che ha generato il prezioso filone della commedia all'italiana.

Con I soliti ignoti infatti si può parlare di un nuovo esempio di commedia comica che abbandona gli stilemi praticati nel cinema sino a quel momento, che risalivano sostanzialmente alla florida tradizione dell'avanspettacolo, del varietà o del Cafè Chantant, e che, certamente ereditando il testimone del neorealismo, si apre alla quotidianità dipingendo caratteri su precisi riferimenti sociali, molto più chiari al pubblico poichè appartengono al vissuto di tutti i giorni, dalla politica al sociale.


La comicità non sarà più esclusivamente quella delle marionette, delle maschere che giocano lo scherzo esclusivamente in chiave di performance fisica, giochi di parole, gesti ridicoli o nonsense, fattori che in gergo cinematografico producono un genere definito come "slapstick", che indica un tipo di comicità basata sul lunguaggio del corpo, nata col cinema muto.  Da "I soliti ignoti" i dialoghi e le trovate umoristiche del cinema italiano tenderanno ad articolarsi su prove definite, sicuramente spesso anche macchiettistiche e caricaturali, ma riferite sempre ad una sceneggiatura rigorosa, creando quindi una sorta di connubio tra vecchio e nuovo, tra corpo e parola.


Diversi critici hanno rilevato nel personaggio di Dante Cruciani, interpretato da Totò, principe della risata e dell'improvvisazione, un ipotetico passaggio di consegna della comicità: sulla nota terrazza del film, l'arte della commedia passa dalle mani del geniale attore napoletano a quelle di uno stuolo di sapienti sceneggiatori (tra cui è bene ricordare Sergio Amidei, Rodolfo Sonego, Age e Scarpelli, Ettore Scola, Ruggero Maccari), i quali se ne serviranno per lasciare ai posteri flash e pennellate di un passaggio decisivo per la nostra storia nazionale, ricco di contraddizioni, di incompatibilità tra vecchio e nuovo, condizionamenti sociali e culturali dettati dai miti provenienti dalla cultura americana in primis.

Tra gli altri film non dimentichiamo 'La grande guerra', 1959; 'L'armata Brancaleone', del 1966; 'La ragazza con la pistola', 'Vogliamo i colonnelli' del 1973; 'Amici miei', del 1975 con cui vince il David di Donatello; 'Un borghese piccolo piccolo' e  'Il marchese del Grillo' con Alberto Sordi, a cavallo degli anni 70 e 80; 'Speriamo che sia femmina', del 1986 e 'Parenti Serpenti' del 1992.

 

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