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Giovedì, 25 Aprile 2024
Effetto Vertigo

Effetto Vertigo

A cura di Diego Monfredini

"In the mood for love", briciole di un quasi amore

La storia di una promessa assiduamente rinviata e puntualmente mancata. Hong Kong, 1962, sono vicini di casa. E non sanno di essere amanti, costretti e strangolati da muri, stanze, androni, scale e lunghi corridoi. Genio e poesia di Wong Kar Wai.

Vorrei iniziare parlando di un film che ho guardato stanotte, credo per la quinta volta.. una storia d'amore, benché mai consumato né tantomeno dichiarato: ma forse l'amore no, la potenzialità di un amore inespresso, piuttosto, una rosa o ancora un ventaglio di probabilità. Tony Leung e Maggie Cheung si incontrano e scontrano. Divengono amanti, si rincorrono e si respingono inquieti, secondo traiettorie che si sfiorano, si lambiscono appena, per pochi istanti: le mani nelle mani in auto, gli impermeabili bagnati che si sfregano sulle scale.

La storia di una promessa assiduamente rinviata e puntualmente mancata. Hong Kong, 1962, Chow è un giornalista, uno scrittore, Li-zhen la moglie di un dirigente d'azienda, sono vicini di casa. Quando comprendono ciò che iniziavano a sperare, cioè che i relativi coniugi li tradiscono l'uno con la moglie dell'altra, cominceranno a frequentarsi più intimamente, ma secondo il paradosso di cercare di non sollevare sospetti, sognando una rottura che li porti via insieme. Peccato la scelta finale di escludere dalla storia l'altra coppia di amanti, che restano solo ai margini della storia come fantasmi, anche perché Wong Kar Wai avrebbe voluto che gli stessi protagonisti interpretassero le parti dei rispettivi coniugi. A dir la verità nel film qualcosa di simile accade lo stesso se consideriamo la "finzione" messa in scena dai due coniugi traditi, i quali tentano di immedesimarsi nei rispettivi concorrenti e simulano la situazione extraconiugale di cui sono entrambi vittime.

L'operazione che compiono va ben aldilà di una sorta di elaborazione del "lutto", perché li consegna alla coscienza dei loro sentimenti reciproci. Hong Kong è fragile, piovosa e livida. Fugaci, i due, s'incontrano come amanti colpevoli, costretti e strangolati da muri, stanze, androni, scale e lunghi corridoi. "In the mood for love" è un melodramma assolutamente asciutto, edificato intorno a due personaggi drammaticamente condannati alla perdita, all'isolamento. Chow e Li-zhen non si scoprono mai davvero del tutto, giungendo a una separazione inesorabile. Lui, confiderà i suoi segreti a un albero secolare nei pressi di un luogo sacro. Non siamo portati a credere ad una reale divisione, scalfita com'è dagli estremi timidi tentativi di rivoltare il destino, ciononostante quella porta rimarrà chiusa. A proposito di porte è la "2046" la stanza dove s'incontrano, a suggellare il legame con quel pazzesco successivo film di Wong Kar Wai, le cui riprese iniziarono in concomitanza di quelle relative a "In the mood for love", ma questa è un'altra storia…

Siamo alla fine, dunque, Chow le dice che se ne andrà a Singapore, e si tratta finalmente di una confessione d'amore. Le chiede di seguirlo. Ma la donna rifiuta, non lo cercherà più. Il tempo cancellerà le tracce di quella passione incompiuta. Resteranno per strada le telefonate mute, l'incertezza dei piccoli indizi, il rossetto slavato dalla pioggia. Mi piaceva inaugurare questo blog parlando del cinema orientale più elegante ed etereo, accorto a ricreare una determinata impronta di percezioni e di rimandi. Sensuale e platonico, "In the mood for love" rimane sospeso lì, sulla soglia, a un centimetro dal decollo, nello stato giusto, nelle condizioni giuste per l'amore, ma non ancora amore.

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