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Effetto Vertigo

Effetto Vertigo

A cura di Diego Monfredini

Requiem for a dream e la parabola dell'autodistruzione

La proposta di questa settimana per un cinema da "ritrovare" è Requiem for a dream (2000), secondo lavoro di Darren Aronofsky, tratto dall'omonimo romanzo di Hubert Selby Jr, che si situa nella filmografia dell'autore newyorkese tra ∏ - Il teorema del delirio (1997) e L'albero della vita (2006)

 

Requiem for a dream è il manifesto contro l'alienazione e la perdita di contatto con la realtà. Difficile trovare nel cinema contemporaneo un simile duro attacco nei confronti di tutte le dipendenze, dalla televisione fino alle sostanze stupefacenti, responsabili dell'autodistruzione.

Un'analisi spietata della società borghese odierna, dalla solitudine alla follia, fino all'ossessivo tentativo di emulazione di stereotipi per colmare un vuoto di personalità attraverso la ricerca spasmodica dell'eterna giovinezza e il desiderio di emergere dalla mediocrità comune.

L'atmosfera di Requiem, claustrofobica, è imperniata su inquadrature sensazionali, capaci di evidenziare la dipendenza da droghe principalmente mediante l'ossessiva ripetizione dei gesti. La cifra stilistica di Aronofsky ricorda gli stilemi del cinema sperimentale americano degli anni Sessanta. Il gruppo, composto da registi come Stan brakhage, Robert Breer, Gregory Markopoulos, Ron Rice si muoveva sviluppando tematiche e stili collegati alle avanguardie storiche, vedi il montaggio delle attrazioni e il formalismo russo.

 A Brooklin le vite di quattro persone si intrecciano, animate da aspettative puntualmente deluse. Sara (Ellen Burstyn) è una donna rimasta vedova e con un figlio già indipendente, Harry (Jared Leto). Passa le sue giornate guardando la televisione e un programma che porta alla fama ignoti sconosciuti. Harry decide, con la fidanzata Marion (una bellissima e dannata Jennifer Connelly) e l'amico di colore Tyrone, di mettersi a spacciare, mentre sua madre è contattata dalla redazione del suo programma preferito alla televisione per partecipare ad una fantomatica puntata dello show. Per entrambi è l'inizio di un vortice che li trascina in un baratro senza ritorno. Harry diventa un tossicodipendente e quando finisce la roba è costretto a lasciare che Marion si prostituisca. Sua madre, ossessionata dalla dieta dimagrante che ha scelto di seguire per essere più presentabile per il giorno della grande rivalsa al programma tv, assume delle anfetamine che le divoreranno l'esistenza. L'epilogo non risparmierà alcuno tra i protagonisti.

 Ciascuno di questi quattro tenta sostanzialmente di imprimere alla sua vita una svolta, innanzitutto economica, nell'obiettivo di un balzo sociale. È la parabola di un sogno, quello americano, che termina nell'abisso della tragedia ed alla quale nessuno scampa. In altre parole il credere che il proprio modello di vita vada solo un po' aggiustato per poter funzionare in maniera corretta, cioè il raggiungimento dello stesso livello (di consumo), anelando al momento del "salto" di qualità definitivo.

L'ottimismo del benessere e la comodità della propria poltrona davanti alla tv illudono Sara: ma la possibilità del grande salto non esiste. Requiem for a dream è un perfetto esempio di cinema anti-interattivo: neanche l'eroe riesce a far modificare le cose, potendo solo imprimere ciechi spostamenti all'inevitabile che comunque si ritorcono contro di lui.

Dimenticavo: una delle più intense e geniali colonne sonore di sempre quella realizzata dai Kronos Quartet..

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