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Vagabondi in Appennino

Vagabondi in Appennino

A cura di Pietro Nigelli

Il mio incontro con il lupo

Sembrerebbe l'inizio di un romanzo di Jack London ed invece… è la mia esperienza vissuta per la prima volta nel lontano 1984 sull'Appennino nostrano dove torrenti, valli e crinali sfumano tra Padania e Liguria

Il tramonto, dopo aver lungamente drappeggiato con veli di caldo colore l’ovest, finalmente appagato, esaurita l’infinita serie dei toni caldi, lasciava spazio ai colori dell’incipiente notte: il perso, l’indaco, il violetto  ed il blu. Sulla grande pianura vampe di calore ritmicamente si contrapponevano, rivaleggiando, ai lampi dei cumuli, sovrastanti le cime delle Terre Alte, illuminati dall’ultimo chiarore. L’aria era pesante, immota, densa, quasi spessa e solida; non un rumore disturbava la serotina quiete del crinale, non un’erba ondeggiava né una foglia dei boschi ormai cupi stormiva.

L’uomo sedeva accanto ai resti del bivacco, terminata la frugale cena osservava il baluginare delle braci e delle faville che simili a folletti danzavano con ritmi d’un mondo che non c’é. Vicino a lui, accucciato, il cane sonnecchiava recuperando le forze spese nella lunga giornata di cammino tra forre, pascoli incolti, antichi terrazzamenti e luoghi abbandonati.

Ed ecco, improvviso, un lungo ululato; s’inizia lieve e cresce conquistando l’aere. Il cane scatta, inarca la schiena col pelo irto, la coda ferma tra le gambe, le orecchie s’agitano mentre con gli occhi osserva, scruta il vicino margine boscato.

L’uomo alza il volto, un largo sorriso lo illumina e distende i tratti violati dall’ingiuria del tempo e di tante stagioni passate tra valli e borgate; corre la mano ad accarezzare l’animale che si siede e si stringe all’amico umano a cercar forza, fiducia, coraggio. E si ripete l’ululato, ora più vicino, più forte, tagliente, dominatore.

Uomo ed animale fissano lo sguardo sulla sovrastante linea divisoria tra cielo e terra… nulla… poi, di colpo quasi magicamente, senza un rumore, una siluette si staglia nitida, ed un’altra e, poi, un’altra ancora lievemente discosta più minuta ma pur sempre fiera.
Il Lupo, il Grande Predatore, è arrivato!

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