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Martedì, 23 Aprile 2024
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Redazione

Gli effetti della pandemia: adulti più ansiosi, giovani chiusi in se stessi

Tra i segni negativi lasciati dal periodo pandemico, maggiore difficoltà nel portare a compimento gli impegni quotidiani. Nei giovani anche forme di autolesionismo e profondo disagio con le interruzioni scolastiche

Uno degli effetti negativi che la pandemia ha determinato è un sostanziale e variegato incremento dei sintomi del disagio sull’intera popolazione ed in particolar modo nei giovani.

Anche nel nostro ambito abbiamo toccato con mano questi effetti, verificabili dall’impennata numerica delle richieste di aiuto da noi ricevute per sofferenze e turbamenti conseguenti a componenti ansiogene che vanno a riflettersi negativamente nei vari contesti della vita di relazione.

Riscontriamo nel racconto dei nostri pazienti una maggiore difficoltà nel portare a compimento gli impegni quotidiani, siano essi quelli dell’ambito professionale o scolastico, che quelli personali; si rendono sempre più consapevoli del fatto che anche attività, fisiche o intellettuali, sempre ben gestite e sostenute, vengono ora affrontate con maggior fatica.

La raccolta dei dati e dei sintomi manifestati ci ha portato a differenziare quelli palesati dagli adulti rispetto a quelli espressi dai giovani.

Nei primi abbiamo notato che prevalgono il senso di ansia e di oppressione, che sovente producono il classico attacco di panico o di iper controllo della contingente situazione. La reazione iniziale è di paura, preoccupazione, timore di un’escalation senza risoluzione. La fatica nel gestire il perdurare di questi stati porta spesso alla consapevolezza che un aiuto professionale può essere decisivo.

Negli adolescenti e nei giovani adulti, di contro e come riscontrato anche dalla nostra mediatrice scolastica la dottoressa Grazia Longo, è prevalente la chiusura sociale, con forme di autolesionismo e una difficoltà nell'instaurare e portare avanti con i coetanei una normale vita di relazione; tutto ciò va a influenzare negativamente ed in particolar modo il loro ambito scolastico. Queste difficoltà relazionali ed il senso di inadeguatezza nel confronto con i loro pari età nel mondo reale viene amplificato dal mondo social che va a minare la loro autostima portandoli spesso, in maniera distorta e distruttiva, a fare inferenze sulle opinioni che di loro hanno i coetanei.

Nel mondo reale il giudizio dei pari può risultare invalidante e quindi generare paure ed ansie dal momento che il paragone, rispetto a quello che vivono sui social, viene percepito nei loro confronti in continuo difetto, portandoli in alcuni casi ad utilizzare l'autolesionismo come legame per tornare in contatto con la vita reale.

Infine, ma non ultimo, si evidenzia il profondo disagio vissuto dai ragazzi che nell’anno accademico 2019-2020 stavano affrontando il passaggio di ciclo ed hanno subito la chiusura forzata a causa della prima ondata di pandemia: l’interruzione ha inciso certamente sulla programmazione didattica, ma ha soprattutto creato una profonda spaccatura nell’ambito delle relazioni con un nuovo gruppo di coetanei.

*Psicologa e psicoterapeuta dello Studio Multiprofessionale “Le Connessioni”

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