rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
Il tarlo scemo

Il tarlo scemo

A cura di Nereo Trabacchi

Esiste il lieto fine?

Sono sempre stato tutt’altro che pessimista, e lungi da me ogni tentativo di velare pensieri e opere con nubi “leopardiane”, ma una semplice quanto concreta e scomoda considerazione è di come a parer mio, il lieto fine non esista. Cosa si vuole intendere poi con “lieto fine.”?

Sono sempre stato tutt’altro che pessimista, e lungi da me ogni tentativo di velare pensieri e opere con nubi “leopardiane”, ma una semplice quanto concreta e scomoda considerazione è di come a parer mio, il lieto fine non esista. Cosa si vuole intendere poi con “lieto fine.”? Come da abitudine ho cercato l’etimo di lieto e il Devoto Oli questo mi dice: origine latina da prima del 1294, da laetu(m), felice, prospero, da cui anche letizia, fertile fecondo da cui appunto anche letame. Spargi letame e raccogli…

Il senso sociale e civico di lieto fine ci viene insegnato sin da ragazzini, quando attraverso le fiabe leziosamente moraliste, si tentava di inculcare nella nostra psiche l’insegnamento di come comportamenti corretti e un susseguirsi tragico di nefasti eventi, porti attraverso pazienza, forza di volontà e capacità di perdonare una rosea soluzione di tutte le rogne. La ragazzina sfigata e vessata dalle sorellastre, riesce poi a ciularsi il principe. Un’altra dopo essere stata salvata dai sette nani (e nessuno parla mai di trombolo), scampa pure da un avvelenamento e sfugge dalla cattivona piena di poteri magici. Per la gioia degli animalisti, una coppietta senza soldi neppure per una crosta di formaggio, adotta comunque 101 cani. Due topini spinti su una foglia da una libellula salvano la solita orfana dalla bocca di due feroci crocodylus porosus e due fratellini spingono na’ vecchia nel forno come una pizza.
Il buono alla fine ce la fa sempre, lanciando così nella tenera mente dei poveri ragazzini in crescita, il seme della speranza che qualunque sfiga accada nella vita, andrà comunque a finire bene.

Chiaramente balle e fumo negli occhi. Oggi le nuove generazioni nell’età critica, quella locca per intenderci, ha ben altri interessi e non mi riferisco purtroppo solo alla tecnologia, ma a quel vizio sempre più spesso padre dell’ozio mentale, che spinge verso cattive abitudini che solo fino a trent’anni fa non erano dai ragazzini dell’epoca minimamente immaginabili.
Non si deve con questo spegnere la speranza e l’illusione di una nascosta possibilità che la vita abbia sempre un fiabesco lieto fine, ma non farebbe male aprire un po’ più gli occhi sulla sottile differenza tra speranza e possibilità; forse potremmo addolcire diversi amari bocconi.
In poche democratiche parole, anche Biancaneve può essere sciocchina e la Strega avere delle ragioni.
Come dice Robert Musil “Nell'arte c'è una finezza che apprezzo: il lieto fine che ci consola dell'esistenza quotidiana. La vita è delusione, tanto spesso ci defrauda dell'atto finale. Ma questa non è forse la stupidità della naturalezza?”

Esiste il lieto fine?

IlPiacenza è in caricamento