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Giovedì, 25 Aprile 2024
Il tarlo scemo

Il tarlo scemo

A cura di Nereo Trabacchi

Il senso di marcia…

In un mondo che ci sta digitalizzando anche i pensieri, questa immagine si discosta dal tradizionale senso di marcia che stiamo percorrendo da diversi anni. Ma, se mi fermo a riflettere un istante, mi domando: qual è il vero senso di questa marcia? Guardando la foto: è il computer che dà informazioni al libro, oppure è sempre stato necessario il contrario?

Stavo sistemando la mia scrivania, e spostando alcuni oggetti, tra cui il libro di poesie di Walt Whitman “Foglie d’erba” (quello di “O capitano! O mio Capitano!” dell’attimo fuggente, per intenderci), quando mi sono accorto di come casualmente, facendo scivolare il testo verso il computer, alcuni cavetti usb, si siano infilati tra le pagine. Ho preso la macchina fotografica e ho scattato la foto, così senza motivo, un po’ per la passione, (assolutamente hobbistica) della fotografia, un po’ perché il tarlo scemo nel cervello era stato in qualche modo toccato da quell’immagine.

In un mondo che ci sta digitalizzando anche i pensieri, questa immagine si discosta dal tradizionale senso di marcia che stiamo percorrendo da diversi anni. Ma, se mi fermo a riflettere un istante, mi domando: qual è il vero senso di questa marcia? Guardando la foto: è il computer che dà informazioni al libro, oppure è sempre stato necessario il contrario? Al di là della crisi economica (e a questo punto sociale), abbiamo la fortuna di vivere in un’epoca in cui la tecnologia facilita la vita. Nel mio ipad mini, ci sta tutto quello che prima richiedeva lo spazio di un appartamento intero: centinaia di libri, di foto, di dischi, di cose inutili, di giochi che non farò mai e di altri che faccio tutti i giorni. Il comando per mandare questo pezzo alla redazione e un aiuto per scegliere il ristorante di questa sera. Ma, torniamo alla domanda originale. In quale senso corre questo fenomeno?

Crediamo di “scaricare” tutto questo materiale sui nostri aggeggi elettronici, e fisicamente questo è vero, ma permettete un’osservazione. Prima dell’era digitale, il termine “scaricare”, era usato per intendere la liberazione da un peso, (materiale o umano), oggi invece è esattamente il contrario: ovvero prelevare qualcosa al fine di portarlo sempre con noi. Ci avevate fatto caso? E da dove viene la conoscenza umana di secoli, l’esperienza, la formazione, che hanno permesso a Gates, Jobs, Zuckerberg, solo per citarne alcuni, di fare quello che hanno fatto? Dai libri come quello sulla destra… Quindi la mia foto dimostra, come il senso di marcia vero, quello che ha permesso in questi decenni una vera e propria rivoluzione, è esattamente contraria a quella che di getto possiamo interpretare. Sono i computer e la tecnologia che hanno bisogno dell’esperienza culturale umana, e non viceversa. L’altro giorno una cara amica teneva in braccio il suo bimbo di due anni e mentre le regalavo uno dei miei libri, il bimbo lo afferra e  invece di aprire le pagine per giocarci, striscia il ditino sulla copertina incazzandosi perché l’immagine non cambiava come “da abitudine”. Dobbiamo stare attenti ai sensi di marcia da insegnare alle nuove generazioni…

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