A Piacenza un buco nel passato
Quando il messaggero bussò alla porta della sua casa in Strada Volpina (oggi via Romagnosi) lui stava ancora dormendo. Terenzio Fucini Valetti passò da uno stato di semi incoscienza, alla più completa euforia...
Nereo Trabacchi nasce a Piacenza nel '74, città dove tutt'ora vive e lavora. La sua principale attività è nell'azienda di famiglia, ma da qualche anno, la sua passione prima per la lettura e poi per la scrittura, gli hanno permesso di pubblicare sette romanzi. Alcuni titoli come Brindo e me ne vado e Il re della città, hanno conosciuto fortuna su tutto il territorio nazionale. Le sue principali passioni sono il cibo, il vino, la fotografia e gli scacchi
Quando il messaggero bussò alla porta della sua casa in Strada Volpina (oggi via Romagnosi) lui stava ancora dormendo. Terenzio Fucini Valetti passò da uno stato di semi incoscienza, alla più completa euforia...
In un mondo che ci sta digitalizzando anche i pensieri, questa immagine si discosta dal tradizionale senso di marcia che stiamo percorrendo da diversi anni. Ma, se mi fermo a riflettere un istante, mi domando: qual è il vero senso di questa marcia? Guardando la foto: è il computer che dà informazioni al libro, oppure è sempre stato necessario il contrario?
Leggendo quanto sta accadendo in queste ore in Corea del Nord, ho recuperato dalla mia libreria Kennedyana, un libro che ricordavo aver letto con molto interesse: Kennedy e Krusciov - Il dialogo interrotto su Berlino e la pace - Editori Laterza maggio 1963
Bighellonavo sul mercato mensile del libro antico in piazza Diaz a Milano, quando in un banchetto di una coppia anziana mi cade l'occhio su due volumi datati 1864 che raccolgono l'epistolario più interessante di Giacomo Leopardi. Sfoglio sotto lo sguardo sempre vigile dei guardiani di tesori, e vedo che la maggior parte di queste interessantissime lettere sono indirizzate al grande amico di Leopardi: il piacentino Giordani
In questo momento storico di grande disordine e confusione, mentre mi interrogavo su quelle che sono anche le mie responsabilità di cittadino, lavoratore, contribuente, mi sono posto la domanda: ma il fine giustifica i mezzi? E mi sono reso conto di quanto davvero a volte, le parole, anche solo pensate, possono essere pericolose quanto e più di azioni violente. Soprattutto quando le seconde sono una conseguenza delle prime
Qual è la sottile, quanto sostanziale, differenza tra un prelievo forzoso e una tassa? Chi differenza c’è tra chiedermi di pagare un IMU entro il tal giorno, (altrimenti sono guai), o venirmeli a prendere direttamente dal conto? Spiegatemi la concreta differenza