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Giovedì, 25 Aprile 2024
Libertà di pensiero

Libertà di pensiero

A cura di Carmelo Sciascia

Bulimia dello scrivere, anoressia della lettura

“Ognuno di noi è emotivamente legato a luoghi unici che rappresentano una parte importante della nostra vita…”. Così l’incipit della locandina esplicativa del decimo concorso dei Luoghi del Cuore del Fai

“Ognuno di noi è emotivamente legato a luoghi unici che rappresentano una parte importante della nostra vita…” così l’incipit della locandina esplicativa del decimo concorso dei Luoghi del Cuore del FAI. Il luogo del cuore, al di là di qualsiasi monumentalità, è il luogo capace di suscitarci emozioni, di farci cioè sentire parte di una comunità culturale oltre qualsiasi campanilismo. Non è questa un’affermazione puramente teorica. È un’esperienza invece che può essere vissuta attraverso una pratica quotidiana. Si dice che in questo nostro periodo storico, prevalgano due atteggiamenti (due facce della stessa medaglia) la bulimia dello scrivere e l’anoressia della lettura. Direi che questo atteggiamento, la poca attenzione prestata alla lettura, non è solo di questo periodo, dove prevale lo scorrere veloce dell’immagine sulla scrittura, ma sia stata una caratteristica degli Italiani, già nell’Ottocento così si sono espressi due tra i maggiori rappresentanti della letteratura italiana di tutti i tempi: “Ormai si può dire in verità, massime in Italia, che son più di numero gli scrittori che i lettori giacché gran parte degli scrittori non legge e legge men che non iscrive” (Giacomo Leopardi – Zibaldone). “Pensino ora i miei venticinque lettori che impressione dovesse fare sull'animo del poveretto, quello che s'è raccontato” (Alessandro Manzoni -  I Promessi Sposi). Allora ben venga qualsiasi iniziativa che questa tendenza possa contribuire ad invertire.

A questo credo possa essere utile un concorso come quello del FAI cui si è accennato, concorso dove il legame sentimentale ed emotivo con un luogo può rappresentare un punto di partenza per leggere ed attrezzarsi per una maggiore conoscenza dello stesso.

CasaSciascia è uno dei luoghi che troviamo quest’anno inseriti nel concorso indetto dal FAI. In astratto potrebbe trattarsi di un qualsiasi luogo. Nello specifico, in questa casa, “da piccolo, Sciascia legge, vive circondato dalle molteplici storie di paese e forma quella personalità che lo renderà famoso e uno dei più grandi scrittori del Novecento”. Qui, in questa casa, prendo visione del saggio di Tom O'Neil: "A sicilian in Parma - Per la preistoria di Leonardo Sciascia", un saggio dove si analizzano con chirurgica precisione gli anni che vanno dal 1954 al 1955, anni in cui Sciascia collaborò saltuariamente con la rivista “Il Raccoglitore” in seguito ad un rapporto amicale con Mario Colombo Guidotti. I due si erano infatti conosciuti ad un convegno sulla narrativa isolana tenutosi in Sicilia nel Novembre del ’53, non posso non ricordarlo con precisione perché coincidente con la mia data di nascita. Il Guidotti era stato l’ideatore ed il curatore del supplemento quindicinale della Gazzetta di Parma.

Iniziata una lettura a Racalmuto, nella Casa che fu abitazione principale dallo Scrittore dal 1948 al 1957, gli anni dove scrisse gli interventi di cui si legge nel libro di O’ Neil, si giunge alla città emiliana, dove quegli interventi sono stati pubblicati dal ’54 al ‘55. Parma, una città cara a Leonardo Sciascia (Stendhal? Bertolucci o Guidotti?), la città emiliana del capitano Bellodi. Una città a me cara, da piacentino, Ospedale_Vecchio_(Parma)_-_facciata_2_2019-05-30 (FILEminimizer)-2storicamente per contiguità ducale, famigliarmente per studi filiali.

Dopo la lettura del saggio di Tom O’ Neil, si chiede copia degli interventi pubblicati da Sciascia sul Raccoglitore, sei in tutto, dal primo su Francesco Lanza (numero 58 – anno IV) all’ultimo "Le invenzioni di Borges" (numero 108 - anno V), dapprima al giornale la Gazzetta di Parma che ne risulta priva, poi come suggerito, alla Responsabile Paola Spadoni della Biblioteca Comunale di Parma. La risposta non si fa attendere, giunge solerte la disponibilità dell’istruttore culturale Giuseppe Conti che ci conferma della presenza del volume (Il Raccoglitore. Pagina Quindicinale della Gazzetta di Parma. A cura di Paolo Briganti - Parma -Ed. La Pilotta – 1979) e ci fornisce di conseguenza quanto richiesto. Non solo. Ricevute le copie degli articoli, si va oltre, chiedendo copia dell’intera Raccolta da mettere a disposizione degli studiosi insieme a tutto il rimanente ed immenso materiale che è stato raccolto e catalogato a Racalmuto Cattura-7-57nella Casa dello Scrittore. Anche questa seconda ed impegnativa richiesta trova riscontro. A testimonianza e conferma, casomai ce ne fosse di bisogno, di come una istituzione come l’Emeroteca dell’Ospedale Vecchio del Comune di Parma, abbia potuto contribuire a far della città emiliana una Capitale della Cultura.

Da un neonato Museo di una piccola comunità dell’entroterra siciliano siamo così, di lettura in lettura, giunti ad una Istituzione come le grandi e storiche Biblioteche del Ducato di Parma e Piacenza. Sì, proprio delle Biblioteche del Ducato, non posso tacere infatti delle biblioteche piacentine, quale la Passerini Landi. Biblioteca quest’ultima sorta nel collegio San Pietro utilizzando la dotazione libraria dei Gesuiti che erano stati espulsi dal Ducato. Espulsione che era stata voluta da Carlo di Borbone, che da re di Napoli aveva fatto traslocare la Biblioteca Farnesiana dalla Pilotta a Napoli. Carlo di Borbone, con il nome di Carlo I sarà anche re di Sicilia, e quindi di Racalmuto, da dove abbiamo iniziato il nostro viaggio e dove intendiamo ritornare, a CasaSciascia, affinché votandola, possa essere tra i primi posti al concorso del FAI, come comunità culturale universale, al di là di qualsiasi frontiera e campanilismo.

Bulimia dello scrivere, anoressia della lettura

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