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Libertà di pensiero

Libertà di pensiero

A cura di Carmelo Sciascia

Considerazioni riguardo a “Nelle fauci degli Agnelli”

Quando Claudio Arzani mi diede la copia del suo libro “Nelle fauci degli Agnelli”, nel 2020, mi disse di leggerlo con calma, per farne la prefazione, c’era ancora tempo per la pubblicazione. Ricordo averlo invece divorato la stessa notte. Mi sono chiesto il perché, perché l’avevo letto d’un fiato? Avevo altri lavori in corso d’opera che avevo messo da parte e mi ero immerso nella lettura delle pagine del libro. I racconti e le poesie (perché questo libro è prosa e poesia!) narravano la storia che dal ’68, attraversando gli anni settanta, giungeva alla famosa marcia dei quarantamila, la manifestazione dei quadri Fiat a Torino. Il libro percorre la storia, tutta italiana, di un grande sogno di uguaglianza e libertà che finiva a causa di una pesante sconfitta sindacale.  Sconfitti alla fine lo sono stati anche i quadri aziendali: perché come dice Bertold Brecht: prima vennero a prendere gli zingari, poi gli ebrei, poi gli omossessuali, poi i comunisti: “Un giorno vennero a prendere me, e non c'era rimasto nessuno a protestare”.  Perché, è bene ricordarsene, allora la sconfitta della classe operaia segnò la sconfitta di tutta la società.  Dagli anni Ottanta in poi abbiamo assistito ad una continua, lenta, inesorabile perdita di conquiste sociali e di valori. La storia di questo libro è la mia storia, come la storia di tutta una generazione, che si era affacciata alla politica con una visione gramsciana: «L'incendio rivoluzionario si propaga, brucia cuori e cervelli nuovi, ne fa fiaccole ardenti di luce nuova, di nuove fiamme, divoratrici di pigrizie e di stanchezze. La rivoluzione procede, fino alla completa sua realizzazione. E ancora lontano il tempo in cui sarà possibile un relativo riposo. E la vita è sempre rivoluzione». Per un periodo, in quel decennio, si è concepita la politica come la realizzazione più completa e nobile delle manifestazioni umane. L’impegno contrapposto all’indifferenza, l’ideologia come strumento per cambiare la società.

L’ideologia è diventata Utopia, e l’utopia si sa è un sognare bene. “I sogni non sono svaniti, i sogni son duri a morire, specialmente i sogni che affondano le radici nelle idee di riscatto dell’intera umanità, sogni che sono come le utopie, senza tempo, come le idee di uguaglianza e libertà!”

Diciamo che le mie idee combaciavano con quelle espresse da Claudio in quest’opera. Per questo lessi “Nelle fauci degli Agnelli” tutto d’un fiato e ne ho condiviso il contenuto.

Cioè: ho condiviso il suo pensiero anche se non avevamo mai avuto alcun scambio d’opinione in proposito agli avvenimenti narrati. Come è avvenuto d’altronde con la stessa conoscenza fisica. La conoscenza con Claudio è avvenuta prima che ci incontrassimo realmente. Una conoscenza come l’avrebbe potuta descrivere Borges, l’argentino Jorge Luis Borges.

Suo papà Fabio Arzani era mio collega di lavoro. Tesserati tutti e due alla FILT, la Federazione dei trasporti della CGIL. Eravamo in ferrovia, al tempo in cui il trasporto su rotaia si identificava semplicemente con la sigla F.S. si facevano pensate un po’, degli scioperi non solo e sempre per aumenti salariali ma anche per uno sviluppo diverso del trasporto pubblico. Meno gomma più rotaia. Meno inquinamento più sicurezza. Oggi si è realizzata invece la frantumazione della struttura organizzativa della rete ferroviaria, mentre con risorse pubbliche si è costruita una ferrovia più elitaria. È aumentato il traffico autostradale e si continua ad investire per agevolare la circolazione dei tir (trasporti internazionali su strada), noi a Piacenza ne sappiamo qualcosa visto l’enorme sviluppo della logistica. Oltre ai tanti nuovi capannoni è imminente la realizzazione di una nuova area di assistenza e parcheggio addossata all’argine del Po (Truck Parking o Center Parking).

Dicevo, ho conosciuto Claudio attraverso la voce di Fabio, il padre, Capotreno delle Ferrovie dello Stato. Durate il servizio, ritmate dal rumore cadenzato della rotaia, le parole di Fabio narravano la storia di un giovane che si era laureato in Legge, che lavorava in FIAT, e che faceva delle osservazioni sul ciclo produttivo della fabbrica tali da fare fermare la catena di montaggio. Un’esperienza che non poteva durare a lungo. Infatti, vinto un concorso all’Azienda Sanitaria piacentina lo troviamo alla direzione amministrativa della rete ospedaliera, Responsabile della prevenzione corruzione e trasparenza.

Questo libro delle Edizioni Pontegobbo fa parte della collana “Storie nella storia”. Appropriatissima denominazione.  Infatti i racconti di Claudio sono cronache particolari e personali che costituiscono momenti di conoscenza e riflessione sulla storia generale e mondiale.

Non a caso il libro precedente, della stessa collana riguardava le centrali nucleari: da Chernobyl a Caorso, trent’anni dopo la tragedia del 26 Aprile 1986: l’esplosione del Reattore 4 in Ucraina, allora regione dell’ex URSS.  A Caorso ricordo la manifestazione contro il nucleare, Claudio era in veste di fotoreporter, le sue foto le troveremo nel libro “Il soffio del vento”, pubblicato nel 2016. Ma nel libro, anzi nei suoi libri troviamo anche i tratti inconfondibili della grafica di Edoardo Arzani, disegni che esprimono un profondo disagio ma anche una voglia di riscatto e di speranza come solo i giovani sanno trasmettere.

L’impegno di Arzani è stato sempre costante. Testimone del suo tempo, del nostro tempo. Possiamo dire, senza ombra di smentita, che essere amico di Claudio vuol dire fare parte di un grande Circolo Barnum come dissi e scrissi qualche anno fa (o qualche decennio fa?).

Un circolo dove si condividono momenti di lotta, di riflessioni, di valori ma soprattutto di amicizia. Un circolo costituito di uomini e donne che sanno guardare in faccia la realtà e senza illusioni, ma con determinazione, guardare il futuro: con il pessimismo della ragione e l’ottimismo della volontà!

Carmelo Sciascia

A proposito della presentazione del 6 Giugno 2022 nel salone Nelson Mandela della Camera del Lavoro di Piacenza: interventi di Carmelo Sciascia (opinionista) Mattia Motta (giornalista) Gianluca Zilocchi (segretario generale CGIL Piacenza) Dalila Ciavattini (letture) Francesco Bonomini (organetto diatonico).

Considerazioni riguardo a “Nelle fauci degli Agnelli”

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